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LA SETTIMA GENERAZIONE ZONIN FESTEGGIA I PRIMI 200 ANNI DI STORIA DELL’AZIENDA
1821 – 2021: Zonin1821 celebra i suoi primi 200 anni di storia e sette generazioni che tramandano la cultura del vino nel mondo intero. Un percorso caratterizzato da tappe importanti che hanno permesso all’azienda di posizionarsi tra i primi 5 produttori di vino in Italia[1].
Sin dagli inizi, l’obiettivo della famiglia Zonin è stato quello di produrre vini eccellenti e contribuire attivamente a creare una nuova cultura contemporanea del vino, dove il DNA italiano si fondesse con molteplici tradizioni internazionali. Tre le linee guida che assicurano un percorso bilanciato e in continuo equilibrio che hanno portato l’azienda a essere apprezzata e riconosciuta nel panorama internazionale: la tradizione, l’attenzione al territorio e un forte dinamismo imprenditoriale, potenziato da una serie di acquisizioni avvenute dagli anni ‘70.
“Come rappresentante della settima generazione insieme ai miei fratelli Francesco e Michele crediamo moltissimo nel valore delle tradizioni e siamo volti a crescere costantemente in Italia e all’estero grazie alla valorizzazione delle nostre eccellenze enoiche” racconta Domenico Zonin – Presidente dell’azienda e prosegue: “Il momento della celebrazione è sì un motivo di orgoglio guardando alla strada percorsa, ma soprattutto è lo sprone per guardare ai prossimi duecento anni con lo stesso spirito di imprenditorialità, determinazione e passione che da sempre ci ha contraddistinto. Un brindisi, pertanto, che dedichiamo a tutte le persone nel mondo che ci affiancano quotidianamente e che ci permettono di condividere momenti positivi e di convivialità con uno sguardo ottimista verso il futuro, accompagnati dalla qualità e autenticità dei nostri marchi”.
La continuità famigliare e la competenza unita alla passione nel fare vino si uniscono in un mix moderno e virtuoso che permette una visione a lungo termine di un business capitanato da un management rinnovato.
Sempre nella storica sede di Gambellara, infatti, i tre fratelli della famiglia Zonin, Domenico, Presidente, Francesco e Michele, Vicepresidenti, hanno deciso di affidare la gestione a un management esterno, capitanato dal novembre 2020 dal CEO Pietro Mattioni, veterano della industry degli alcolici, affiancato da una prima linea di stampo internazionale.
“Il senso di orgoglio e di responsabilità nel transitare Zonin1821 attraverso uno dei periodi storici più complessi a livello mondiale si è unito alla consapevolezza di poter contare su un perfetto mix di eccellenze vitivinicole e di professionisti. La sfida, ora, è rinforzare la strategia di espansione internazionale valorizzando un portafoglio prezioso, in un mercato frammentato, ma anche pieno di opportunità, che vogliamo cogliere. Il tutto, con uno sguardo ai prossimi 200 anni”, spiega Pietro Mattioni, CEO Zonin1821.
Con un fatturato complessivo nel 2020 pari a 190 milioni di euro[2], sostanzialmente raddoppiato negli ultimi 10 anni e dove la percentuale estero ha preso il sopravvento arrivando a contare per l’85%, oggi l’azienda è una presenza internazionale: oltre 140 Paesi raggiunti, circa 500 persone tra Italia, Stati Uniti, Regno Unito, Cina e Svezia. Nel corso degli anni la produzione e la distribuzione non si è fermata ai soli vini fermi e spumanti a marchio Zonin, ma si è rafforzata a partire dagli anni ’70 grazie all’acquisizione di importanti Tenute situate nei terroir più rappresentativi della storia enoica italiana e che hanno portato l’azienda ad affermarsi nella produzione delle migliori DOC e DOCG italiane.
Ca’ Bolani in Friuli-Venezia Giulia, Castello del Poggio in Piemonte, Tenuta Il Bosco in Lombardia, Rocca di Montemassi e Castello di Albola in Toscana, Masseria Altemura in Puglia e Principi di Butera in Sicilia sono le sette realtà che coprono il territorio nazionale e che insieme ai vini prodotti a Barboursville, in Virginia (Stati Uniti) e a quelli cileni a marchio Dos Almas completano il quadro di un’azienda e di una famiglia in costante evoluzione.
Alessandra Zaco
AUTOCHTONA AWARD, SONO 31 I FINALISTI DELLA EDIZIONE 2021
A Bolzano si sono svolte le degustazioni per selezionare i migliori vini autoctoni che si contenderanno il primo posto nelle dieci categorie del premio. La proclamazione, in diretta streaming, martedì 19 ottobre durante la 18^ edizione di Autochtona
Dopo due giorni intensi di degustazioni, sono stati individuati i 31 vini che si contenderanno il gradino più alto degli Autochtona Award, il premio che valorizza il grande patrimonio autoctono italiano.
I vincitori, suddivisi nelle dieci categorie previste dal premio, verranno svelati durante la diretta streaming di martedì 19 ottobre alle ore 16, direttamente da Fiera Bolzano, dove a partire da lunedì 18 ottobre si svolgerà la 18^ edizione di Autochtona, il Forum dei vitigni autoctoni italiani.
La giuria degli Autochtona Award, che si è riunita martedì 4 e mercoledì 5 ottobre, quest’anno è stata presieduta dal noto critico e giornalista Daniele Cernilli (DoctorWine), che al termine della due giorni ha dichiarato: “Il livello tecnico della giuria ha reso molto più semplice il mio ruolo di presidente. In realtà mi sono sentito un portavoce e un "primus inter pares" più che altro. I premi assegnati, e che verranno comunicati solo in seguito, mi sono sembrati credibili, ma molti vini erano davvero notevoli in pressoché tutte le categorie”.
Oltre a lui hanno preso parte alle degustazioni, che si sono svolte rigorosamente alla cieca, anche: Giuseppe Carrus (Gambero Rosso), Fabio Giavedoni (Slow Wine), Andrea Gori (Intravino), Luca De Martini (Vinarius), Christine Mayr (Vitae-AIS), Alessandra Piubello (I Vini di Veronelli), Marco Rossi (Tannico), Leila Salimbeni (Spirito diVino), Alessandro Franceschini (Viniplus di Lombardia) Pierluigi Gorgoni (enologo e docente della scuola Alma). Insieme a loro, grazie alla collaborazione con l’Agenzia ICE, hanno completato la giuria anche professionisti internazionali del calibro di Richard Baudains (Decanter), Paula Bosch (sommelier, giornalista e scrittrice), John Brunton (The Guardian), Anders Levander (DinVinguide) e Sigi Hiss (Vinum).
I vini finalisti si contenderanno il titolo di “Miglior Vino Bianco”, “Miglior Vino Rosato”, “Miglior Vino Rosso”, “Migliori Bollicine”, “Miglior Vino Dolce”, “Miglior Vino Ancestrale”, “Miglior Vino Orange” e, per la categoria Tasting Lagrein, “Miglior Lagrein Rosato”, “Miglior Lagrein” e “Miglior Lagrein Riserva”. Durante la premiazione verranno assegnati anche le importanti menzioni speciali: “Premio Terroir”, “Spirito diVino”, “Premio Giovani Vignaioli Vinarius” e “Premio Tannico”.
Finalisti Autochtona Award 2021 (in ordine alfabetico)
Miglior Vino Bianco
Corte Sermana, Lugana Doc Riserva Sermana 2016 - Veneto
DRAGA, Miklus 2017 – Friuli Venezia Giulia
I Custodi delle Vigne dell'Etna, Ante Etna Bianco Doc 2018 - Sicilia
Miglior Vino Rosato
Feudo Arcuria, Contessa Etna Rosato Doc 2020 - Sicilia
Tenute Bosco, Etna Rosato Doc 2019 - Sicilia
Torre Mora, Scalunera Etna Rosato Contrada Dafara Galluzzo 2020 -Sicilia
Miglior Vino Rosso
Azienda Agricola Giovanna Tantini, Bardolino Doc 2020 - Veneto
Di Barro, Mayolet Doc Valle D'Aosta Vigne de Toule 2019 - Valle D'Aosta
Les Crêtes, Fumin Valle d'Aosta D.O.P. 2019 - Valle D'Aosta
Migliori Bollicine
Cantina della Volta, Rosé Lambrusco di Sorbara DOC Brut Metodo Classico 2016 - Emilia Romagna
Vallerosa Bonci, Verdicchio Dei Castelli Di Jesi Spumante Doc Metodo Classico Millesimato "Giuseppe Bonci" 2013 - Marche
Venti Venti, Ventiventi Rosé Spumante Brut Metodo Classico Lambrusco Modena Doc 2018 - Emilia Romagna
Miglior Vino Dolce
Buranco, Sciacchetrà 2018 - Liguria
Conte Emo Capodilista - La Montecchia, Donna Daria Fior D'Arancio Passito Docg 2017 – Veneto
Lusignani, Vin Santo Di Vigoleno 2010 - Emilia-Romagna
Miglior Vino Ancestrale
Marchesi di Ravarino, Baby Magnum 2020 - Lambrusco di Sorbara Metodo Ancestrale Emilia-Romagna
Paltrinieri, Radice 2020 - Emilia-Romagna
TerraQuilia, Il Nativo Ancestrale XIII Luna 2016 - Emilia-Romagna
Miglior Vino Orange
Damijan Podversic, Malvasia Istriana IGT Venezia Giulia 2017 - Friuli Venezia Giulia
Torre Fornello, UNA Malvasia D.O.C. Colli Piacentini Bio 2015 - Emilia-Romagna
Villa Rubini, Villa Rubini Ribolla Gialla Biologico Vigna Aratorio Di Praducello 2018 - Friuli Venezia Giulia
Tasting Lagrein - Miglior Lagrein Rosato
Kellerei Terlan, Lagrein Rosè 2020 - Alto Adige
Pfannenstielhof, Lagrein Rosè IGT 2020 Mitterberg 2020 - Alto Adige
Weingut Larcherhof, Lagrein Kretzer Rosè 2020 DOC - Alto Adige
Tasting Lagrein - Miglior Lagrein
Martini & Sohn, Südt. Lagrein Pure Origin DOC 2020 - Alto Adige
Kellerei Tramin, LAGREIN 2020 - Alto Adige
St.Quirinus, Lagrein Badl 2019 - Alto Adige
Tasting Lagrein - Miglior Lagrein Riserva
Castelfeder Weingut - Tenuta, Lagrein BURGUM NOVUM 2016 - Alto Adige
Franz Gojer - Glögglhof, Südtirol Lagrein Riserva DOC 2019 - Alto Adige a parimerito con Kellerei Tramin, Urban 2019 - Alto Adige
Weingut st. Peter (Roland Gamper), Lagrein DOC 2015 - Alto Adige
Vi aspettiamo dunque in fiera il 18 e 19 ottobre oppure in collegamento da casa martedì 19 alle ore 16 per la premiazione: il link alla diretta streaming sarà presto online sul sito di Autochtona (www.autochtona.it).
Jessica Busoli
LA VITE È BELLA – I PAESI DELLA VIGNA E DEL VINO”
CONVEGNO DI IDENTITÀ FUTURE INAUGURA LA 21ª EDIZIONE DELLA FIERA DEL RAPULÈ A CALOSSO
IN SERATA, SPETTACOLO DI ALESSANDRO HABER E GIORGIO CONTE
Un convegno e un recital dedicati alla vigna e al vino: non potevano essere che questi i temi dei centrali dei primi incontri pubblici organizzati a Calosso (Asti) nell’ambito di Identità Future, il progetto di recupero e valorizzazione della cultura e delle tradizioni locali.
Si parte alle 17 di venerdì 15 ottobre: nel Salone Don Pierino Monticone di piazza Sant’Alessandro si svolgerà il convegno dal titolo “La vite è bella – I paesi della vigna e del vino”. Relatori saranno l’antropologo Piercarlo Grimaldi, con un intervento dal titolo “Di vino e di bellezza: i musei contadini”, il sociologo Enrico Ercole (“Di museo e di marketing, identità-paesaggio-comunità”), Adriano Da Re, già segretario generale della Fondazione Torino Musei (“L’arte della vigna e del vino”), l’artista Giancarlo Ferraris (“L’arte per comunicare la terra”), l’editore Albino Morando(“Coltivare la bellezza”), il docente universitario Mario Fregoni (“La malora della vigna”) e lo storico Piero Bussi (“La terra particulata, il caso di Calosso”). Il sindaco Pierfrancesco Migliardi porterà il saluto dell’Amministrazione. A moderare i lavori sarà Salvatore Leto, già direttore del Teatro Alfieri di Asti.
Spiega Leto, che fa parte del comitato scientifico di Identità Future: “La nostra intenzione con questo progetto non è soltanto il recupero della memoria storica, ma un uso permanente dei suoi lasciti. Siamo convinti che, nell’era della globalizzazione, il localismo sia un elemento fondamentale, che riveste un ruolo essenziale nello sviluppo economico e sociale della comunità”.
A seguire, alle 19, apertura ufficiale della Fiera del Rapulè 2021 “Tra i colori d’autunno”, con il tradizionale e suggestivo percorso enogastronomico tra i “crotin”, le antiche cantine scavate nel tufo che giacciono sotto molte abitazioni del centro storico: la manifestazione trae ispirazione dal nome dall’antica pratica della vendemmia dei grappoli tardivi, i “rapulin ‘d San Martin”.
Alle 21, Alessandro Haber e Giorgio Conte si esibiranno in un recital-concerto che intreccerà versi di poesia e vino, dagli antichi greci agli autori contemporanei, con musica e canzoni del vastissimo repertorio del cantautore astigiano: lo spettacolo si svolgerà in piazza del Fossato, in caso di maltempo l’esibizione sarà spostata nel salone comunale.
Dice ancora Salvatore Leto, che con Haber ha selezionato i brani del recital: “La poesia e il vino sono due espressioni dell’ingegno dell’uomo, l’una spirituale l’altro materiale, sono strettamente legati tra loro, entrambi presenti sin dagli albori della storia umana, entrambi fondamentali nell’evoluzione e nella crescita, intellettuale e materiale, della specie”.
Convegno e spettacolo sono organizzati in collaborazione con il Consorzio Barbera d’Asti e vini del Monferrato.
Importante: nel rispetto delle norme sanitarie, gli accessi saranno consentiti esclusivamente ai possessori di green pass. In particolare, per il convegno e lo spettacolo, l’accesso è gratuito ma la prenotazione è obbligatoria, fino a esaurimento posti disponibili, scrivendo ad Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. e specificando nel testo dell’email, per ogni partecipante, nome, cognome, contatto email e telefonico. Attendere la conferma di partecipazione dal Comune di Calosso.
Verrà rispettato l’ordine cronologico di arrivo delle prenotazioni per gli ingressi.
Parcheggio alla Piana del Salto, arrivo in paese con navetta.
Il progetto "Identità Future" è reso possibile da:
Maggiore sostenitore: Compagnia di San Paolo – Bando “Luoghi per la Cultura”; Fondazione Cassa di Risparmio di Asti; Otto per Mille della Chiesa Valdese; Opera per le Chiese Evangeliche Metodiste in Italia (OPCEMI)
Marianna Natale
AD ABBADIA SAN SALVATORE (SI) IL NATALE È FATTO DI FUOCO: LA CITTÀ DELLE FIACCOLE RINNOVA UNA TRADIZIONE UNICA
Un intero paese rinnova la millenaria tradizione popolare delle “Fiaccole”, la cui costruzione inizia con gli inizi di dicembre e illumina la notte del 24
Ad Abbadia San Salvatore (Monte Amiata - Siena) il Natale profuma ancora di tradizione, di magia, di riti ancestrali grazie alle Fiaccole, una delle più antiche feste del fuoco italiane che nasce da una singolare tradizione millenaria intimamente sentita e molto partecipata che la città del Monte Amiata rinnova ogni 24 dicembre.
Un appuntamento che viene preparato già dall’autunno quando i “fiaccolai” iniziano a cercare la materia con cui costruire le “fiaccole”, tipiche cataste di legna a forma piramidale alte fino a sette metri che, costruite in ogni angolo del piccolo borgo medioevale, si levano al cielo in attesa della vigilia quando poi verranno incendiate. Una lavorazione impegnativa che coinvolge tutta la comunità impegnandola nella realizzazione di questi monumenti rurali unici. Si intrecciano tronchi sfidando la gravità grazie a tecniche segrete che qui si tramandano di generazione in generazione, per celebrare un rito del fuoco che coinvolge tutti, sposando simbolici significati pagani e religiosi.
Sono “figli del fuoco” infatti gli abitanti dell’Amiata, una montagna vulcanica che nelle sue viscere nascondeva lava incandescente, una terra che da sempre offre cibo e benessere per la collettività. Si estraeva cinabro da cui si ricavava mercurio nella grande miniera che oggi è diventata Museo. Una storia complessa che vede legati indissolubilmente uomo e natura, in un dialogo talvolta difficile ma sempre pieno d’amore. E’ infatti quella montagna amata e sentita come madre, come presenza sacra che i badenghi celebrano anche attraverso la tradizione delle Fiaccole.
Dopo giorni di lavoro, arriva il tanto atteso 24 dicembre con il suo rituale consolidato. Alle ore 18, in un momento spettacolare che riunisce centinaia di persone, si dà il via alla Cerimonia di Accensione con la “Benedizione del Fuoco” che segna l’inizio della festa. La filarmonica suona canti natalizi e la fiaccola davanti al Municipio viene accesa con il fuoco sacro. Questo è il segnale convenuto: da qui i Capi Fiaccola, con le loro torce divampanti, portano il fuoco che accenderà le altre decine di Fiaccole disseminate nel centro storico e in tutto il resto della cittadina del Monte Amiata. Uno spettacolo carico di magnetismo e suggestione.
E la comunità, che durante tutto l’anno vive e attende la sua incantevole notte, celebra per un intero mese le Fiaccole con un ricco calendario di spettacoli, intrattenimenti, mercatini e moltissime altre iniziative che trasformano Abbadia in un autentico villaggio natalizio. Un Natale unico, che non si trova in nessun altro luogo al mondo.
Sonia Corsi
INIZIANO GLI INCONTRI FRA IL CONSORZIO DELLA FOCACCIA DI RECCO E EATALY GENOVA
Venerdì 15 ottobre dalle ore 19,00 con Tossini, Panifici, gastronomia e focaccerie.
Idea nata da due chiacchiere con l’executive Chef Marco Visciola, eccola realizzata: a partire da ottobre, per tutto l’inverno fino ad inizio primavera, ogni mese una delle attività associate al Consorzio della Focaccia di Recco approderà a Eataly Genova dalle 19 alle 22 portando non solo la Focaccia col formaggio in versione classica ma anche golose reinterpretazioni gourmet.
La focaccia con il formaggio ha una storia antica che si perde nei tempi, si narra che questo prodotto esistesse già all’epoca della terza crociata. Cibo celebrativo, offerto durante le festività dedicate ai defunti, venne ripreso e proposto quotidianamente dalla fine dell’ottocento. Oggi è uno dei simboli della tradizione recchellina, ma anche una delle bandiere gastronomiche della Liguria. Pochi ingredienti semplici, che combinati insieme danno origine a questo piatto che negli ultimi lustri ha visto una popolarità sempre crescente, ma anche un aumento delle imitazioni non sempre all’altezza, per qualità e per identità. Grazie alle azioni del "Consorzio della Focaccia di Recco col Formaggio" atte a valorizzare il territorio e il rispetto dei produttori locali, l’identità del prodotto e la territorialità della Focaccia di Recco col formaggio è stata riconosciuta e tutelata con il marchio europeo IGP (Indicazione Geografica Protetta) nell’ambito del suo territorio di produzione.
Difficile nominare la Focaccia al Formaggio senza pensare a Recco, ed è ormai noto che la Focaccia di Recco certificata I.G.P. può essere prodotta e assaporata solo nella sua zona d’origine e dalle aziende autorizzate, suggellando un indissolubile matrimonio con il proprio territorio. Solo a Recco, Sori, Camogli e Avegno si può gustare la vera Focaccia di Recco col formaggio IGP, prodotta dalle storiche aziende locali.
Il Consorzio promuove e rappresenta sia il territorio che le sue aziende associate e seleziona attentamente le iniziative e gli eventi cui partecipare e la collaborazione con Eataly si rivela un importante veicolo di promozione ospitando nel capoluogo ligure da Pizza & Cucina questo prodotto vessillo dell’enogastronomia ligure.
Le prime tappe fino a fine anno da Eataly Genova:
venerdì 15 ottobre 2021 ospite "Tossini" Panifici, focaccerie e gastronomia di Recco
Focaccia col formaggio classica
Focaccia col formaggio Gourmet con Pere, Crema al taleggio, Gamberi e Salvia
venerdì 19 novembre 2021 ospite "Ristorante "Da o Vittorio" di Recco
Focaccia col formaggio classica
Focaccia col formaggio Gourmet con palamita affumicata e pomodorini confits.
venerdì 10 dicembre 2021 ospite Ristorante "La Manuelina" di Recco
Focaccia col formaggio versione classica
Focaccia col formaggio Gourmet con Spalla cotta di San Secondo e tartufo nero
a seguire poi fino a marzo il Ristorante "Vitturin 1860" il Ristorante "Da Lino" di Recco e la Focacceria Revello di Camogli.
Per info e prenotazioni tel. 342 3924638.
Una novità che ancora una volta contraddistingue il Consorzio recchese, da sempre alla ricerca di un contatto sempre più vicino con la propria clientela, coinvolgendo attivamente in nuove iniziative i sempre più numerosi appassionati della FOCACCIA DI RECCO COL FORMAGGIO I.G.P. e le sue aziende consorziate.
La Focaccia di Recco col Formaggio I.G.P. è
solo in Liguria, nei comuni di Recco, Camogli, Sori e Avegno e nelle aziende consorziate:
Le attività aderenti al Consorzio della Focaccia di Recco col formaggio:
Ristoranti a Recco: Alfredo – Angelo - Da Lino – Da ö Vittorio – Del Ponte – Manuelina – Vitturin 1860 – Manuelina Focacceria Bistrot. Ristoranti a Sori: Edobar – Il Boschetto.
Panifici a Recco: Panificio Moltedo G.B. via Assereto – Panificio Moltedo 1874 via XX Settembre - Tossini via Roma – Tossini via XXV Aprile.
Panifici e gastronomia a Recco: Tossini via Assereto – Tossini via Trieste.
Asporto a Camogli: Focacceria Revello dal 1964. Asporto a Sori: Focacceria Tossini.
Pagine FB. La festa della Focaccia di Recco oppure Focaccia DI Recco - Instagram. focacciadirecco_igp
Youtube Focaccia Di Recco
Daniela Bernini
Consorzio della Focaccia di Recco
Relazioni esterne - Ufficio Stampa
Tel.0185 730748
Cell. 335 72 74 514
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