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QATAR: MASSIMA SICUREZZA GRAZIE AL PROGRAMMA “QATAR CLEAN”
Nuove iniziative per mostrare la ricchezza culturale e gastronomica del Paese in attesa della riapertura dei confini
Il Qatar si sta preparando ad accogliere nuovamente i turisti da tutto il mondo e il QNTC (Qatar National Tourism Council) sta collaborando assiduamente con il Ministero della Sanità pubblica e l’intero settore hospitality per garantire a tutti i visitatori e agli ospiti un ambiente sicuro. Nel mese di maggio del 2020, il Qatar ha introdotto il programma “Qatar Clean” (www.qatarclean.com), un'iniziativa multifase e completa che garantisce il rispetto di rigorosi standard di igiene e pulizia in tutti gli alberghi, ristoranti e attrazioni turistiche del Paese.
Inoltre, nell’ottica del potenziamento e miglioramento della propria offerta turistica, il Qatar si impegna ad aprire molti ristoranti entro il 2022, incrementando ulteriormente le possibilità di scelta nel territorio.
La capitale Doha vanta oltre 3.000 ristoranti che attraggono ogni giorno decine di migliaia di clienti e una serie di ristoranti gourmet, dei quali oltre 15 gestiti da chef stellati Michelin, tra cui il Nobu al The Four Seasons Hotel Doha e l’Hakkasan al The St. Regis Doha.
Il Qatar National Tourism Council vuole offrire al mondo una panoramica della sua offerta gastronomica in continua espansione attraverso una nuova serie di video online con alcuni dei più rinomati chef del Paese, tra cui lo Chef Filippo Alberto del ristorante La Spiga e lo Chef Justin Yu del CUT by Wolfgang Puck.
La serie di 9 episodi, “Chefs of Qatar”, presenta alcuni dei maggiori esperti di cucina del Paese mentre preparano uno dei loro piatti d’autore, spesso ispirati alla cultura e alla cucina del Qatar, accompagnando gli spettatori in un viaggio dietro le quinte dei ristoranti che dirigono.
Disponibili per la visione su Visit Qatar, gli episodi propongono la creazione di piatti tra i quali costolette, Machboos, Toban Yaki e Taj Barreh e vogliono essere la dimostrazione del continuo impegno del Qatar nell’offrire un’ospitalità eccellente. Il Segretario Generale del Qatar National Tourism Council e Amministratore Delegato del Gruppo di Qatar Airways, Akbar Al Baker, ha dichiarato: “Gli Chef del Qatar si impegnano a servire il meglio dei piatti mediorientali e internazionali, offrendo al contempo un servizio eccellente e un'ospitalità impeccabile. Poichè nel Qatar vivono persone di oltre cento nazionalità diverse, la nostra cucina è molto variegata e in continua trasformazione".
La serie “Chefs of Qatar”, disponibile qui, presenta i seguenti nove ristoranti e i loro chef:
- Lo Chef Timur Fazilov del Morimoto che prepara il Toban Yaki
- Lo Chef Justin Yu del CUT by Wolfgang Puck, che prepara le costolette
- Lo Chef Filippo Alberto del La Spiga che prepara la Tagliata di tonno e la caponata di verdure
- Lo Chef Pino Lavarra dell’Al Messila, a Luxury Collection Resort & Spa, che prepara il Madrouba
- Lo Chef Matthias Stuber dello Sharq Village & Spa, a Ritz-Carlton Hotel, che prepara la spalla d’agnello marinata
- Lo Chef Ali del Parisa, che prepara il Taj Barreh
- La Chef Noor Al Mazroei, che prepara il Machboos
- Lo Chef Damien Leroux dell’IDAM, che prepara un Soufflé di Datteri
- La Chef Noof Al Marri del Desert Rose Café, che prepara il Machboos
Anna Mantovani
DANTE. GLI OCCHI E LA MENTE. TEASER PROMOZIONALI DELLE TRE MOSTRE DANTESCHE
In attesa della riapertura dei nostri musei e biblioteche sono online da oggi 4 teaser promozionali sul progetto espositivo Dante. Gli occhi e la mente, che riunisce le tre mostre promosse dal Comune di Ravenna - Assessorato alla cultura e organizzate dal Museo d’Arte della città e dalla Biblioteca Classense, in occasione del VII centenario della morte di Dante Alighieri.
I teaser anticipano il lancio dei virtual tour delle mostre che verranno presentati il prossimo gennaio 2021 e permetteranno di entrare nel cuore del progetto con una selezione di opere rappresentative della mostra Inclusa est Flamma, attualmente allestita in Biblioteca Classense, e un’anticipazione delle opere che saranno visibili nelle mostre Le Arti al tempo dell’esilio e Un’epopea pop, che si svolgeranno rispettivamente a marzo presso la chiesa di San Romualdo e, a settembre, presso il Mar – Museo d’Arte della città di Ravenna.
Inclusa est flamma. Ravenna 1921: il Secentenario della morte di Dante a cura di Benedetto Gugliotta, inaugurata lo scorso settembre, ricorda il VI centenario dantesco del 1921 svolto a Ravenna alla presenza del Ministro della Pubblica Istruzione Benedetto CroceLe Arti al tempo dell’esilio, mostra a cura di Massimo Medica ripercorre le tappe dell’esilio dantesco, attraverso una raffinata selezione di opere fondamentali dei più importanti artisti del tempo di Dante, come Giotto e Cimabue, concesse dai più prestigiosi musei internazionali come le Gallerie degli Uffizi, i Musei Vaticani, il Louvre, il Monastero dell’Escorial di Madrid, la Galleria Nazionale dell’Umbria,
La terza mostra, Un’Epopea pop, a cura di Giuseppe Antonelli, si svolgerà al MAR - Museo d’Arte della città di Ravenna il prossimo settembre e mostrerà la fortuna popolare della figura di Dante Alighieri che attraversa i secoli e i generi espressivi. Si tratta di un racconto che presenterà testimonianze letterarie, grafiche e artistiche, fotografiche e cinematografiche, musicali e pubblicitarie legate al Sommo Poeta, con centinaia di oggetti esposti, da manoscritti del Trecento fino agli articoli di merchandising.
Intrecciato alla mostra un percorso d’arte contemporanea, a cura di Giorgia Salerno, proporrà una voce fuori campo e vedrà le opere di artisti contemporanei, come Edoardo Tresoldi, Richard Long, Kiki Smith, Rä di Martino e tanti altri, scelte in attinenza concettuale a riferimenti danteschi con temi guida come le anime, la figura femminile, il sogno, il viaggio e la luce. I teaser e i virtual tour sono prodotti da Zeranta Edutainment con il prezioso contributo della Regione Emilia-Romagna e sono visibili su www.mar.ra.it, www.classense.ra.it, www.vivadante.it
Mar - Ufficio relazioni esterne e promozione
Francesca Boschetti - Daniele Carnoli
Studio Esseci di Sergio Campagnolo
tel. +39.049.663499
VITE IN RIVIERA CONTINUA IL SUO IMPEGNO DI PROMOZIONE E VALORIZZAZIONE DEL TERRITORIO DELLA RIVIERA LIGURE DI PONENTE
Promozione e valorizzazione del territorio della Riviera Ligure di Ponente sono le parole chiave dell’impegno che Vite in Riviera porta avanti con grande determinazione.
Il 2020 è stato un anno ricco di attività realizzate da Vite in Riviera per raccontare e far conoscere i luoghi, le eccellenze enogastronomiche e la ricchezza storica di un territorio italiano unico.
Tra le nuove proposte vi è la recente attivazione, con sede all’Enoteca Regionale di Ortovero, del servizio Wine Delivery in tutta Italia, coadiuvata dalla consulenza professionale di un Sommelier dedicato (tutte le informazioni sul sito www.viteinriviera.it).
Un altro progetto pensato per far conoscere e riscoprire le eccellenze enogastronomiche del territorio è Liguria Discovery Box, in cui si propongono, a prezzo equo, tre pacchetti di prodotti tipici del Ponente Ligure, accuratamente selezionati dallo staff di degustazione di Vite in Riviera.
Sono nate infine la Carta dei Vini e degli Oli e la Mappa “Percorsi nella tradizione del Ponente Ligure” di Vite in Riviera, ideate per promuovere le eccellenze enogastronomiche, le bellezze naturali e i luoghi di interesse storico-culturale della Riviera Ligure di Ponente. Due progetti sinergici che coinvolgono le aziende in rete, gli operatori della ristorazione e alcune istituzioni del territorio.
La Carta dei Vini e degli Oli include Extravergini, Spumanti, vini bianchi da uve Pigato e Vermentino, rosati e vini rossi da uve Granaccia, Rossese e Ormeasco e vini dolci Passiti.
I vini e gli oli sulla Carta, venduti dalle cantine di Vite in Riviera ai ristoratori e agli enotecari a un prezzo politico, vengono proposti ai clienti con un costo uniforme per tipologia e qualità permettendo agli ospiti dei Ristoranti aderenti di assaggiare sia prodotti più conosciuti che eccellenti novità.
Disponibile in formato cartaceo o digitale, la Carta dei Vini e degli Oli regala un’esperienza enogastronomica territoriale unica e di raro pregio.
La Mappa “Percorsi nella tradizione del Ponente Ligure” racconta la ricchezza del territorio della Riviera Ligure di Ponente: una destinazione turistica da vivere e da scoprire che offre enogastronomia, sport, natura e storia. Arricchita con testi informativi riguardanti vitigni e cultivar del Ponente Ligure, indicazione di percorsi, attività sportive e monumenti storici, è distribuita in formato cartaceo nei maggiori punti di afflusso turistico, nelle 27 realtà vitivinicole e olivicole di Vite in Riviera e presso l’Enoteca Regionale di Liguria a Ortovero.
Si ringraziano i Comuni di Ortovero, Albenga, Roccavignale, Chiusavecchia, Pornassio, Andora, Quiliano, e Alassio, l’Enoteca Regionale di Liguria, l’Istituto Alberghiero “A. Migliorini” Finale Ligure, DIAM, Rovere, Vetrerie Giacosa, Belbo Sugheri, Plando Tecnologie per l’agricoltura, Wild Camping, le Associazioni AIS e FISAR per la preziosa collaborazione.
Nata nell’ottobre 2015 con la sottoscrizione del Contratto di Rete, Vite in Riviera raggruppa 27 aziende vitivinicole ed olivicole, ubicate tutte tra le provincie di Savona e Imperia, con l’obiettivo di divulgare e promuovere i vini e gli oli liguri della Riviera di Ponente.
Federica Schir
IL MIGLIOR SPUMANTE ROSSO DEL MONDO È UN LAMBRUSCO
Sul gradino più alto del podio del concorso “The Champagne & Sparkling Wine World Championships 2020” un Lambrusco di Sorbara vince nella categoria “World Champion Sparkling Red Wine”. Nel complesso 12 medaglie, delle quali 3 d’oro, assegnate alle famose bollicine emiliane
La settima edizione di quello che è considerato il campionato del mondo degli spumanti, vale a dire “The Champagne & Sparkling Wine World Championships 2020” sarà certamente da ricordare per la spumantistica italiana, ed emiliana in particolare.
Un Lambrusco di Sorbara, infatti, si è aggiudicato il primo posto nella categoria “World Champion Sparkling Red Wine”. Si tratta del Lambrusco di Sorbara DOP Etichetta Bianca dell’azienda Zucchi. Un metodo Charmat che ha particolarmente colpito la giuria, composta come ogni anno da Tom Stevenson, ideatore del concorso e uno dei più grandi esperti al mondo di champagne e Spumanti, insieme al Master of Wine Essi Avellan e da Simon Stockton. Lo spumante dell’azienda con sede a San Prospero, in provincia di Modena, si è infatti aggiudicato anche il titolo di “Best Lambrusco 2020” e quello di “Best in Class Lambrusco Red Brut”.
Quest’anno il concorso ha battuto ogni record in termini di partecipazione – più di 1000 iscritti provenienti da oltre 30 Paesi nel mondo – e ha visto per la prima volta l’Italia superare la Francia nel medagliere finale, pareggiando il numero degli ori, 47 a testa, e staccando nettamente i cugini d’Oltralpe nel computo degli argenti con con 111 medaglie a 42. Ottimo il risultato finale per il Lambrusco emiliano che ha collezionato anche 12 medaglie, 3 d’oro e 9 d’argento, confermandosi una delle bollicine italiane più importanti e apprezzate.
“Siamo molto felici e orgogliosi sia per la vittoria di un Lambrusco di Sorbara nella categoria assoluta dedicata agli spumanti rossi, sia per gli ottimi risultati raggiunti dalle nostre bollicine in generale” afferma Claudio Bondi, presidente del Consorzio di Tutela del Lambrusco di Modena. “Scorrendo l’elenco dei vini premiati spicca l’eterogeneità dei nostri vini, che assumono caratteristiche differenti a seconda delle varietà utilizzate e dei territori nei quali vengono allevate”.
Tra le 3 medaglie d’oro troviamo ancora una volta il Lambrusco di Sorbara Etichetta Bianca 2019 della Cantina Zucchi e poi il Lambrusco Salamino di Santa Croce 2019 Tradizione della Cantina di Santa Croce e il Lambrusco di Sorbara Leclisse 2019 dell’azienda Paltrinieri. Tra le 9 medaglie d’argento troviamo il Lambrusco Grasparossa di Castelvetro Canova Secco di Fattoria Moretto, il Lambrusco Grasparossa di Castelvetro Vini del Re di Cantina Settecani, il Lambrusco di Sorbara 2018 Baby Magnum di Marchesi di Ravarino, la Cuvée Brut Metodo Classico Magnum di Francesco Bellei, il Reggiano Lambrusco Rosso All’Antica di Alfredo Bertolani, il Lambrusco Grasparossa di Castelvetro Operapura di Opera|02, il Lambrusco di Sorbara 923 Terre della Verdeta della Cantina di Carpi e Sorbara, il Colli di Scandiano e di Cannossa Lambrusco Grasparossa Codarossa di Albinea Canali e infine il Lambrusco Grasparossa di Castelvetro 2019 Bruno Zanasi dell’azienda vitivinicola Zanasi.
Valentina Albi
DALLA VENDEMMIA 2020 2 MILIONI E MEZZO DI BOTTIGLIE DI ALTA LANGA DOCG
Le Alte Bollicine del Piemonte dedicano a Torino gli scatti della campagna di comunicazione invernale
Quaranta case associate al Consorzio che producono 70 diverse etichette di Alta Langa Docg; 90 viticoltori, 3 milioni di chilogrammi di uva raccolti dalla vendemmia della scorsa estate su circa 300 ettari di vigneto (1/3 chardonnay, 2/3 pinot nero), 2 milioni e mezzo di bottiglie che vedranno la luce tra non meno di 30 mesi, come prevede il disciplinare, lasciate ad affinare nelle cantine. Un valore commerciale di prodotto stimabile circa 100 milioni di euro. Questa, in numeri, la fotografia attuale della denominazione Alta Langa Docg.
In un anno di incertezze e complessità, il Consorzio Alta Langa ha saputo ripensarsi e scegliere obiettivi ambiziosi, senza perdere il senso della progettualità, del rigore e della forte coesione tra i diversi attori del sistema.
Dichiara il presidente del Consorzio, Giulio Bava: “In un periodo con minori occasioni di incontro, le vendite inevitabilmente rallentano ma l'Alta Langa non teme flessioni: produrre Alta Langa è un mestiere da ottimisti, che ci insegna il senso dell'attesa. Questo 2020 di difficoltà colpisce relativamente la nostra denominazione perché i millesimi che abbiamo oggi sul mercato sono quelli del 2015 e 2016 e sono tutti venduti in quanto la produzione di allora era inferiore al milione di bottiglie".
AVVIATO LO STUDIO PER UN DOSSIER TECNICO SULL’ALTA LANGA - Nel 2020 è stato approvato e avviato un articolato piano di studi e di ricerche che condurrà alla realizzazione di un dossier tecnico e di racconto completo della denominazione.
Attraverso la collaborazione di esperti, si approfondiranno e si codificheranno aspetti rilevanti che vanno dai miti e dalla storia delle alte bollicine piemontesi fino alle caratteristiche del terroir; dagli indirizzi in materia di sostenibilità fino all’impatto economico della denominazione sulle colline di Langa; dalla conservazione delle bottiglie fino alle tecniche di servizio, la degustazione dei vini e gli abbinamenti.
Lo studio sarà indirizzato in primo luogo ad accrescere la consapevolezza e la cultura dell’Alta Langa Docg tra i produttori e avrà una funzione divulgativa.
L’ALTA LANGA DEDICA A TORINO IL SERVIZIO FOTOGRAFICO INVERNALE - Per il suo servizio fotografico invernale, Alta Langa ha scelto Torino: le inconfondibili atmosfere del capoluogo sabaudo, tra la magia delle luci d’artista, piazze, strade ed eleganti architetture, la collina che abbraccia sinuosa il corso del Po e il fascino dell’arco alpino con le cime innevate sullo sfondo, saranno protagoniste degli scatti che il Consorzio sta realizzando in questi giorni. Ognuno degli scatti - circa quaranta in totale - sarà dedicato a uno specifico produttore e a una sua cuvée di Alta Langa.
Le foto saranno pubblicate giorno dopo giorno sui profili Facebook e Instagram del Consorzio (@altalangadocg) e prossimamente raggruppati in una gallery sul sito istituzionale (www.altalangadocg.com) nutrendo e rafforzando quel sentimento di “Orgoglio Piemontese” che ancora oggi, come nei primi anni di vita del Consorzio, ispira l’Alta Langa.
ALTA LANGA DOCG - L’Alta Langa Docg è il metodo classico tradizionale del Piemonte. Una denominazione con una storia molto lunga: fu il primo metodo classico a essere prodotto in Italia, fin dalla metà dell’Ottocento, nelle “Cattedrali Sotterranee” oggi riconosciute Patrimonio dell’Umanità Unesco.
È fatto di uve Pinot Nero e Chardonnay, in purezza o insieme in percentuale variabile; può essere bianco o rosé, brut o pas dosé e ha lunghissimi tempi di affinamento sui lieviti, come prevede il severo disciplinare: almeno 30 mesi.
L’Alta Langa è esclusivamente millesimato, riporta cioè sempre in etichetta l’anno della vendemmia.
Marianna Natale