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SIMON SITAR E' IL MIGLIOR CAMERIERE DELLA SLOVENIA
La nuova edizione della guida Gault & Millau 2020 celebra Hit Universe of Fun decretando Simon Sitar il miglior maître di sala del Paese
La guida Gault & Millau torna a puntare i riflettori sul Gruppo Hit. Questa volta è toccato a Simon Sitar, maître e sommelier dell'Hotel Park di Nova Gorica, a ricevere il prestigioso riconoscimento di miglior cameriere del Paese 2020. La seconda edizione della bibbia enogastronomica slovena ha infatti incoronato il sommelier come re del servizio di sala, riconoscendone l'eccelsa formazione, l’impegno e la professionalità che da sempre arricchiscono i già ottimi servizi del ristorante.
Il Gruppo porta a casa un nuovo importante trofeo, che si aggiunge alla già ampia collezione di premi ricosciuti quest'anno alle strutture Hit Universe of Fun. Nella meravigliosa cornice di Ljubljana, durante la serata di ieri, mercoledì 13 novembre, si è tenuta la cerimonia di premiazione firmata Gault & Millau che ha visto Hit schierarsi in prima linea tra i vincitori. Il merito va tutto a Simon Sitar che grazie ad una grande esperienza nel settore è riuscito ad emergere, aggiudicandosi la prima posizione nella categoria. Il sommelier, nel corso del tempo, ha fatto del legame cucina-cameriere-ospite il proprio cavallo di battaglia, assicurando ad ogni commensale eccelse esperienze culinarie. Con la sua squadra di 32 professionisti, ogni giorno, l'obiettivo è quello di portare a tavola dell'Hotel Park le grandi tradizioni enogastronomiche della Slovenia, accompagnando, con il gusto, gli ospiti in un viaggio alla scoperta del territorio.
L'enogastronomia rappresenta uno dei prodotti cardine dell'offerta di Gruppo Hit, dove Simon Sitar affonda le proprie origini di grande professionista. Dal 1995, infatti, il sommelier ha trovato casa all'Hotel Park dove ha dato inizio alla carriera come assistente cameriere, barista e infine cameriere. Dopo aver concluso con successo il corso da sommelier, è stato incaricato del ruolo di capo sommelier per poi assumere la direzione dell'intero servizio di sala come maître dell'Hotel Park. Un amore con la ristorazione nutrito giorno dopo giorno grazie anche al supporto di Hit, che ha da sempre a cuore la crescita professionale dei propri dipendenti.
La guida Gault & Millau è approdata in Slovenia soltanto nel 2019 ma è già riconosciuta come la fonte più autorevole del paese in termini enogastronomici. La serata di gala, che ha premiato diverse categorie di specialisti del settore, è iniziata con i riconoscimenti e si è conclusa all'insegna della musica e del gusto. Incluso nel menù degustazione anche un innovativo piatto ideato dallo chef del ristorante Calypso del Hotel Perla, Dalibor Janačković, che ha preparato per l'occasione la trota d'Isonzo affumicata in casa con schiuma di patate, cerfoglio ed olio di cerfolio e foglia di cavoletti di Bruxelles.
Una serata perfetta quindi quella di ieri per brindare al successo di Simon Sitar ma non solo. Sono infatti diversi i premi riconosciuti ad Hit Universe of Fun anche in occasione dell 66° Assemblea sull'ospitalità' e turismo della Slovenia. 2 medaglie d'oro e 2 d'argento hanno illuminato alcune strutture del gruppo Hit durante la serata di martedì 12 novembre, portando ancora una volta sul podio l'offerta enogastronomica dei ristoranti Hit. Nello specifico note di merito e medaglia d'oro a Žiga Legat dell'Hotel Mond e medaglia d'argento a Blaž Plesničar dell'Hotel Park per la categoria »preparazione dei piatti di fronte all'ospite« e medaglia d'argento per il pasticcere dell'Hotel Perla, Alen Arbi Milošević, e la sua assistente Hana Beltram per la categoria »artistica culinaria«. Per ultimo ma non in ordine di importanza, il premio più prestigioso dell'evento è stato assegnato al pasticcere andato a Erik Černigoj per la qualità nella pasticceria dell'Hotel Perla.
Emanuele Palmieri
PIZZA COL EDELPILZ BERGADER
Una golosa ricetta con lo storico Edelpilz Bergader. La pizza ideale per l’inverno
L’Edelpilz, storico formaggio erborinato di Bergader creato negli anni ’20 dal fondatore Basil Weixler, è una specialità piccante che coniuga perfettamente il piatto iconico della tradizione italiana, la pizza, con il gusto di un formaggio preparato con il migliore latte delle alte vette montane
Quale coccola migliore del passare un pomeriggio lento in cucina, riscoprendo l’antico e prezioso procedimento della preparazione dell’impasto della pizza, magari mentre fuori piove o scende la prima neve?
Per combattere il freddo prepara questa golosa pizza che ha il sapore dell’inverno, grazie al Bergader Edelpilz, formaggio semimolle a pasta erborinata, preparato con colture selezionate di muffa blu e caglio microbico, quindi adatto a diete vegetariane.
Delizioso sulla pizza, è un ottimo alleato in cucina anche per la preparazione di piatti caldi, per insaporire salse e condimenti.
Ingredienti per 2 pizze
200 g farina Manitoba
300g farina 00
300 ml acqua a 25°
35 g olio extravergine d’oliva
10 g sale fino
5 g lievito di birra fresco
125 g mozzarella
350 g polpa di pomodoro
100 g radicchio brasato o cotto
100 g pomodorini a ciliegina
100 g Edelpilz
PREPARAZIONE
Mescola le farine con il lievito sbriciolato; versa l’acqua e l’olio, impasta un poco e aggiungi il sale. Continua a lavorare gli ingredienti fino a ottenere un impasto liscio e omogeneo, unendo un po' di acqua se necessario. Forma un panetto, mettilo in una ciotola, coprilo con un canovaccio e lascialo lievitare per circa 2 ore. Quando l’impasto sarà bello gonfio trasferiscilo sul piano da lavoro e dividilo a metà. Forma due panetti e lasciali riposare, coperti con un canovaccio, ancora per una mezz’oretta. Stendi gli impasti in due teglie, condisci con la salsa di pomodoro, la mozzarella a fette e l’Edelpilz tagliato a cubetti, le foglie di radicchio e i pomodorini tagliati a metà. Metti le pizze nel forno già caldo a circa 220° e cuoci per circa 15/20 minuti.
CONSIGLIO: per far lievitare l’impasto metti la ciotola in forno spento ma con la luce accesa, così l’interno raggiungerà la temperatura ideale 26-28°, ideale per la lievitazione; in alternativa puoi anche tenere la bacinella in un luogo caldo.
Bergader Italia:
Circa 120 anni fa nel paesino alpino di Waging am See è cominciata la storia di successo dell’impresa familiare Bergader, che con passione produce prodotti caseari. Bergader vuol dire vena di montagna, un nome che racconta la provenienza di questo formaggio che ha origine nelle alte vette alpine in cui sorgono ruscelli d’acqua fresca, che scivolano verso valle dando nutrimento ai prati e alle mucche che vivono in armonia, producendo un latte di altissima qualità.
Tradizione montana e innovazione tecnologica hanno portato le referenze Bergader a posizionarsi tra quelle più importanti sul mercato italiano.
“Una buona impresa è come un buon formaggio. Stagiona.”
[Charlotte Steffel, figlia del fondatore Basil Weixler]
Michela Bassi
ODDERO PODERI E CANTINE PRESENTA DUE RISERVE
Oddero Poderi e Cantine presenta due nuove etichette del suo iconico Barolo Vignarionda Riserva, Alla Riserva 10 anni, nata per celebrare le caratteristiche di una delle MGA più prestigiose di Serralunga d’Alba e dell’intera denominazione Barolo DOCG, si aggiunge, nel 2019, una nuova riserva di 8 anni: il Barolo Vignarionda 2011.
Una “doppia uscita” figlia dell’intuito, della passione per i vini eleganti e del rispetto dei tempi del vino che da sempre contraddistinguono la Famiglia Oddero.
Dichiara infatti Mariacristina Oddero titolare insieme alla sorella Mariavittoria, alla nipote Isabella e al figlio Pietro dell’azienda vitivinicola, a proposito del Barolo Vignarionda 2011: “Durante lo scorso inverno, degustandone un campione in azienda e confrontandoci reciprocamente, abbiamo piacevolmente scoperto che l’annata 2011 mostra con precisione i tratti di una stagione colturale sufficientemente calda e anticipata. Se avessimo aspettato altri due anni, avremmo certamente impedito a questo vino di esprimersi al meglio: un’ingiustizia senza appello".
Il 2009, invece si presenta, con la Riserva 10 anni, in tutta la magnificenza che gli conferisce il territorio unico da cui ha origine, sulla falsariga della prima annata di Riserva 10 anni che fu la 2006: è un Barolo opulento al naso, carnoso, con tannini complessi ma dolcemente addomesticati, profondo e lungo.
LA MGA Vignarionda
Vignarionda, Menzione Geografica Aggiuntiva del Barolo a Serralunga d’Alba; ovvero Vigna Rionda, Vigna Riunda o anche Vigna Rotonda. È la conformazione che giustifica il nome, una collina rotonda, tutta impiantata a vite, un vero mito nell’immaginario degli intenditori, unico e particolare.
Il suolo è sedimentario, Miocenico Elveziano (da 10 a 4 milioni di anni fa), con marne a prevalenza calcarea e la più alta percentuale di calcare attivo di tutte le Langhe; ci sono argille fini, arenarie formate da sabbie silicee, microelementi come boro, potassio e fosforo, alternati a residui minerali di organismi fossili.
Vignarionda ha un microclima straordinario: riparata dai ritorni di freddo, poco soggetta alla grandine, è battuta da leggeri venti primaverili ed estivi che la mettono al sicuro da attacchi di crittogame. E’ un vigneto naturalmente biologico, che sa provvedere a se stesso. Perfettamente esposta, soleggiata, rotonda e minuziosamente disegnata da filari, esprime alla sola vista tutta la maestosità del Barolo, il Re dei Vini.
Well Com
Annalisa Chiavazza
CORSO DI FORMAZIONE ESCLUSIVO PER GIORNALISTI - CIBUS LOCI
Assaggia la Liguria è la kermesse ufficiale dei prodotti agricoli a Denominazione d’Origine del nostro territorio.
Un progetto di comunicazione armonico che racconta, insieme, i tre sapori simbolo del nostro territorio: Basilico Genovese DOP, Olio DOP Riviera Ligure e vini DOP liguri.
È un programma dei Consorzi di Tutela del Basilico Genovese DOP e dell’Olio Extravergine Riviera Ligure DOP insieme all’Enoteca Regionale della Liguria, con il sostegno dalla Regione Liguria.
Progetto promozionale e sito web realizzati con il sostegno finanziario dell’Unione Europea e con il cofinanziamento di Italia e Regione Liguria. Finalità e risultati: informare i consumatori sui prodotti agricoli della Liguria a certificazione DOP e promuoverli con gli operatori commerciali e dell’informazione, per incrementarne il valore aggiunto. Programma di sviluppo rurale 2014-2020 Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale: l'Europa investe nelle zone rurali.
Corso di Formazione ESCLUSIVO per giornalisti
Cibus Loci
Una buona informazione sul cibo, sulle origini e sulla qualità
Venerdì 22 novembre 2019
Dialogo nel Buio, Calata De Mari, 16126, Genova
“Una DOP – ma cos’è poi una DOP? Un giuramento un po’ più da vicino, una promessa più precisa, una confessione che cerca una conferma, un apostrofo rosso fra le parole “produttore e consumatore”, un segreto soffiato in bocca invece che all’orecchio, un frammento d’eternità che ronza come l’ali d’un ape, una comunione che sa di territorio, un modo di respirarsi il cuore e di scambiarsi sulle labbra il sapore dell’anima!”
Liberamente tratto da E. Rostand - “Cyrano de Bergerac”
PROGRAMMA
09.15 REGISTRAZIONE PARTECIPANTI
09.30 YOU’RE WELCOME
STEFANO MAI - Assessore Agricoltura Regione Liguria
PAOLA BORDILLI - Assessore al Commercio, Artigianato, Tutela e Sviluppo Vallate, Grandi Eventi
MARIO ANFOSSI - Presidente Consorzio di Tutela Basilico Genovese DOP
CARLO SIFFREDI - Presidente Consorzio di Tutela Olio DOP Riviera Ligure
MARCO REZZANO - Presidente Enoteca Regionale della Liguria
Tasting emozionale di benvenuto e avvio dei lavori.
09.45 TALK DI APERTURA
GIOVANNI ADEZATI - Professore in Diritto dei consumatori
ERMANNO COPPOLA – Responsabile Ufficio qualità e certificazione dell’area sicurezza alimentare Coldiretti
NICOLA DI NOIA - Responsabile EVOO SCHOOL Italia e Capo Panel C.O.I.
Quello che i consumatori (e i lettori) vogliono.
Ovvero, l’annosa questione della qualità.
Cos’è la qualità? Quali i suoi requisiti? Cos’è la tipicità? La provenienza, parte della qualità? DOP: una
strategia win-win, che mantiene il valore intatto lungo la filiera. Qualità protagonista in cucina: non
solo chef stellati, più luce sui prodotti. Cos’è un direttore d’orchestra senza il talento dei musicisti?
10.20 CONFERENCE
LEO BERTOZZI – segretario generale Origin Italia
Parte I: Le mille e una DOP.
Mettiamo a fuoco il contesto.
l molti background di una DOP. Chi la richiede, chi la concede, chi la controlla, chi ne trae vantaggio e chi ne ha svantaggio (il sistema delle frodi, per esempio?). Cosa è e cosa non è una DOP e i suoi moventi: difesa o promozione? L’UE per l’agroalimentare: un disegno preciso ed evoluto.
Parte II: Vero o verosimile?
Tra il dire e il certificare c’è di mezzo il mare.
Chi dichiara il prodotto tipico? Auto-dichiarazione o certificazione? Controllare prima o dopo lo scaffale non è un piccolo particolare. DOP: tradizione messa per iscritto. Disciplinare la produzione con il disciplinare di produzione. Conoscere i territori dalle sue produzioni tipiche, in Liguria e in Italia.
11.00 INTERVALLO
“Wow, this is DOP!” - COFFEE BREAK CON ASSAGGI DOP
11.20 UN’ANIMAZIONE DOP
Tutti pazzi per il Basilico Genovese DOP!
11.40 TALK DI TESTIMONIANZA
FEDERICO DE SIMONI – direttore Consorzio di Tutela Aceto Balsamico di Modena
RICCARDO DESERTI – direttore Consorzio del formaggio Parmigiano Reggiano
Sguardi e traguardi delle DOP.
Storie di successi e, anche, di insuccessi, in Italia e in Europa.
Incontri e confronti. DOP: non un marchio ma un bene collettivo, viaggi all’origine. Tu come la vedi una DOP? Da fuori e da dentro: trova le differenze. Prezzo o valore? Il valore va dove il valore è.
ORE 12.10 CONFERENCE
DARIO DONGO – avvocato esperto di sicurezza alimentare e fondatore di Great Italian Food Trade.
Protetta da cosa?
Al cuore delle Denominazioni di Origine come soluzione contro gli attacchi “alieni”.
Il sistema delle DOP come risposta inequivocabile contro frodi, agromafie, contraffazioni, in-sicurezza alimentare. L’escamotage dei prodotti succedanei. DOP: tutt’altro che chiacchiere e distintivo.
12.30 CONFERENCE
CINZIA SCAFFIDI – giornalista e formatrice su sostenibilità e alimentazione, autrice per Slow Food Editore e docente di Scienze Gastronomiche.
Ma cos’è, poi, una DOP? Un apostrofo rosso fra le parole “t’assaggio”…
Dentro ogni DOP, una storia autorevole. A noi il piacere di raccontarla.
Come ti porto l’attenzione? Riflessioni e strade di competenza e autenticità, verso sconfinati spazi di cronaca, di opinione e di storytelling. Perché chi ne scrive ne “trattenga”: da notizia da propagare a patrimonio personale. Etica e crescita verso un futuro che ci piace.
13:00 OPEN SESSION – DIBATTITO E SCAMBIO
DOP: istruzioni per l’uso
Il cibo come patrimonio culturale nativo e resistente.
13:30 UNA DEGUSTAZIONE CONSAPEVOLE
ENOTECA REGIONALE DELLA LIGURIA
Racconta: ROBERTO PANIZZA – Gastronomo e Presidente Associazione Culturale Palatifini
“Wow, this is DOP!”: Lunch - Laboratorio
Il rito: assaggia, mangia, abbina.
Sessioni di assaggio di oli DOP Riviera Ligure e altri DOP a cura di Nicola Di Noia
Sessioni d’assaggio di piatti tipici con prodotti DOP e vini liguri DOP.
Moderatore
Giovanni Bottino
(segretario del Consorzio di Tutela Basilico Genovese DOP)
ISCRIZIONI E INFO
Biglietti GRATUITI https://cibusloci.eventbrite.it/
Tel. 339 5998767 e-mail: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Il corso è organizzato da ATI Assaggia la Liguria. Assaggia la Liguria è un programma dei Consorzi di Tutela
del Basilico Genovese D.O.P e dell’ Olio DOP Riviera Ligure insieme all’ Enoteca Regionale della Liguria, con il sostegno dalla Regione Liguria e del FEASR dell’Unione Europea – PSR 2014/20 Domanda n. 84250170820 Progetto “ASSAGGIA LA LIGURIA 2018/19 - LE TRE FILIERE, CO-BRANDING DEI PRODOTTI LIGURI A D.O.” ai sensi della Misura 3.2 “Sostegno per attività di informazione e promozione, svolte da associazioni di produttori nel mercato interno”.
Mangiare bene e sano ma non solo: mangiare “cibus loci”, il cibo del territorio. Ma è necessario essere attentamente informati. DOC, DOP, IGP e le altre denominazioni territoriali autentiche e no, la difesa dei consumatori e quella dei produttori: nel piatto finisce anche e soprattutto l’informazione che deve sapere spiegare e ‘’apparecchiare’’, oltre che cucinare, in modo corretto la tavola delle notizie. Giornalisti esperti e tecnici professionisti del settore, rappresentanti di realtà DOP e IGP, alla ’tavola’’ dell’informazione sul cibo, dei diritti di chi consuma e di chi produce. Insomma: fare attenzione al prodotto originale, ovvero sapere riconoscere la notizia fondata dalla fake news, come insegna la differenza tra parmigiano reggiano e parmesan.
OBIETTIVI DEL CORSO
Crescono le opportunità per il giornalismo agroalimentare, spesso agganciato a quello turistico-culturale, di offrire un’informazione qualificata e autorevole nel Paese più evoluto dal punto di vista enogastronomico.
Il corso:
- Offre contenuti, visioni e riflessioni per affrontare la comunicazione con completezza di informazione, accuratezza nella terminologia e conoscenza d’insieme.
- Corrobora il ruolo del foodwriter, sospingendo a svolgerlo ad alto livello, con benefici diffusi sia personali (una qualificazione che offre crediti) che nei confronti dell’arte stessa della gastronomia e dell’intero comparto
- Aiuta a fare e riconoscere il buon giornalismo alimentare, cosa a tutt’oggi non facile né frequente.
- Sollecita i professionisti dell’informazione a porre attenzione al pericoloso ”effetto imbuto”, ossia la capacità di diffondere ed espandere, senza trattenere, e a costruire un solido bagaglio della persona, non solo del giornalista.
- Affina e dipana i complessi ma abusati concetti di qualità, distintività e valorizzazione dei prodotti tipici e dei saperi locali
- Accompagna un modello di qualità non massificato, offrendo una reazione all’appiattimento dei consumi e, anche, di pensiero, con il giusto spazio alle aperture e alle esperienze diversificate.
- Propone il valore della differenza in antitesi al concetto del “migliore” riportando il focus sui prodotti (finiti e con una forte identità, ancorché ingredienti) piuttosto che sull’aspetto performativo. I moderni stili di vita hanno reso meno evidente il legame fra prodotto e consumatore, ma le D.O. offrono grandi possibilità per i prodotti tradizionali e risposte efficaci nell’attuale scenario caratterizzato da:
- comportamenti di consumo in rapida evoluzione, con una crescente ricerca del valore anche associato all’esperienza
- grande cambiamento in tutto il settore dove lo scenario competitivo si fa sempre più complesso e la filiera si trasforma.
- complementarietà di comunicazione tra online e offline, con un ampliamento dei fattori chiave
- della scelta a vantaggio dell’emozionalità e della veridicità.
GRANDE SUCCESSO DI PUBBLICO PER IL BONTA' 2019
Folla a Cremona per il 16° Salone delle eccellenze enogastronomiche dei Territori
«Ancora una volta Cremona ha dimostrato la capacità di calamitare attorno a sé prodotti d’eccellenza e di attrarre decine di migliaia di visitatori tra gourmet e professionisti. A Cremona abbiamo rappresentano le eccellenze dei prodotti alimentari dal territorio nazionale per professionisti e gourmet». Massimo de Bellis, il direttore di CremonaFiere, è decisamente soddisfatto. Si chiude martedì 12 novembre la 16° edizione de Il BonTà, il Salone delle eccellenze enogastronomiche dei territori, e anche quest’edizione può essere considerata un successo, con tanta gente in fila per gustare i prodotti provenienti da quasi tutta Italia: 16, infatti, le regioni rappresentate quest’anno in fiera. Ospiti d’onore, quest’anno, la Calabria, con diversi stand e molti prodotti caratteristici: dal peperoncino, messo nel caffè o nei cocktail, all’interessante esperienza di Pecco, acronimo di Piazza Etica Calabria Contadina.
Molti sono stati incuriositi, durante i quattro giorni della manifestazione, dalla proposta della stilista di alta moda Angela Colosimo: “L’abito gourmet – La moda che fa bene”. Vestiti che, letteralmente, si mangiano, in opposizione ad una moda fatta solo di modelle pallide, esili e filiformi. In fiera i mashmallows di cui era composto l’abito sono stati letteralmente staccati e dati in pasto ai visitatori. Realizzati con ingredienti dolci, come caramelle o cioccolato, ma anche salati, come il pane, i tarallini e gli snack. Un progetto nato per sottolineare la necessità di nutrire il corpo, oltre che, attraverso l’estetica, l’armonia e la ricerca stilistica, di dare alimento a vista, anima, cuore.
Un altro degli stand che è andato per la maggiore è stato quello dei produttori di Amatrice. In tanti ne hanno approfittato per gustare l’originale pasta all’Amatriciana o gli arrosticini. In fiera erano presenti i veri prodotti di Amatrice. Sembra infatti che dopo il terremoto siano diversi i produttori che spacciano i propri prodotti come “di Amatrice” quando in realtà non lo sono. «Noi siamo un ristorante di Amatrice, e abbiamo alcune specialità di nostra produzione che abbiamo portato al BonTà di Cremona insieme a prodotti di altri colleghi di Amatrice – spiega Valerio Calandrella, gestore del ristorante Da Patrizia di Amatrice -. Facciamo infatti da ambasciatori delle tipicità amatriciane: abbiamo creato un circuito informale di professionisti che promuovono i veri prodotti di Amatrice, provando a difenderci da chi presenta prodotti amatriciani che in realtà non lo sono. Da dopo il terremoto esistono ditte che spacciano per esempio del formaggio come "pecorino di Amatrice", ma senza alcuna etichetta». Arrosticini, salumi e formaggi portati a Il BonTà sono prodotti dagli unici due marchi realmente presenti ad Amatrice: Il “Caseificio storico Amatrice” per i formaggi e il “Sano” per i salumi, oltre alla birra “Alta Quota”. Grande curiosità anche per il Mais corvino, un tipo particolare di mais che ha colpito molto i visitatori. Dal chicco nero e allungato, veniva coltivato dai Maya già nel 3.500 avanti Cristo ma in Italia era scomparso dal 1700. Si tratta di un alimento che ha caratteristiche molto particolari: Carlo Maria Recchia, un giovane agricoltore di 26 anni, nel 2010 ha recuperato i primi 40 semi di questo particolare cereale e ha iniziato a coltivarlo. Le caratteristiche di questo elemento sono molto particolari: ha il doppio delle proteine e il 20% in meno di carboidrati rispetto al mais normale. Inoltre ha 20 volte tanto gli antiossidanti presenti nel mais comune.
Grande successo anche per gli stand che proponevano dai tortelli ai dolci, dai vini agli oli, dalle attrezzature alle farine. Tutti prodotti per gli appassionati ma anche per i professionisti alla ricerca di nuovi sapori, ingredienti e tecnologie per le loro attività. Molto apprezzato è stato anche il terzo filone della manifestazione, quello dedicato alla birra: Special Beer Expo. Qui le specialità birraie dei territori hanno incontrato professionisti e appassionati del mondo della birra, creando il contesto ideale per scoprire abbinamenti originali, tendenze innovative e per confrontarsi sulle ultime novità in tema di somministrazione e consumazione delle birre speciali. E assieme alla birra, la pizza. Star della cucina italiana, è stata regina anche di questa edizione de Il BonTà. Pizza & Co., l’omaggio reso dalla manifestazione al tipico piatto napoletano è stato infatti particolarmente apprezzato. Un gruppo di pizzaioli italiani che si è alternato al forno, proponendo molte variazioni del celebre piatto salato.
Un altro dei temi centrali dell’edizione di quest’anno è stata la valorizzazione della tradizione culinaria italiana in Europa, con l’assegnazione del premio “Ambasciatore della Cucina Italiana di Territorio”. Al BonTà c’è stata la tappa finale di un vero e proprio tour del gusto che ha coinvolto, a partire da maggio, una serie di ristoranti selezionati nel territorio di Cremona, Brescia, Verona, Mantova, Piacenza, Lodi e Pavia. Ogni ristoratore italiano si è gemellato con un ristorante estero che propone piatti e gusti della tradizione italiana in vari paesi europei. Ora, dopo il giusto riposo, spazio ad idee e progetti per il prossimo anno. Per una nuova edizione, nel 2020, che sia ancora più partecipata e di alta qualità.
Alessia Testori