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UNIONE PROVINCIALE AGRICOLTORI DI SIENA
Sangiovese e olio extravergine, le stelle senesi brillano al Vinitaly
Degustazioni guidate da Ian d’Agata (Vino) e Marco Oreggia (Olio)
lunedì 8 e martedì 9 aprile nello stand di Confagricoltura Nazionale
Il meglio del nettare di Bacco e dell’oro verde di un territorio unico in 2 degustazioni da non perdere guidate da esperti d’eccezione: Ian d’Agata (Vino) e Marco Oreggia (Olio).
Lunedì 8 aprile alle ore 15 saranno protagoniste le migliori espressioni del Sangiovese made in Siena capaci, ognuna nelle sue sfumature e tipicità, di raccontare un territorio che fa rima con qualità.
Martedì 9 aprile alle ore 15.45 saranno in degustazione gli oli extravergine di oliva selezionati (Dop Chianti Classico, Dop Terre di Siena e Toscano Igp Biologico). A seguire un Terzo Tempo che vedrà la partecipazione di una delegazione della Federazione Italiana Rugby.
Entrambe le degustazioni si svolgeranno nello Stand di Confagricoltura Nazionale: Hall Area D, Stand E2-E3, F2-F3.
Susanna Danisi
SERENA WINES 1881: LO SCARTO DEL VINO DIVENTA MATERIALE PER LE CELLE FOTOVOLTAICHE
Innovazione per l’edilizia sostenibile e per il mondo dell’enologia
In partnership con l’Università Ca’ Foscari di Venezia, la storica azienda di Conegliano, tra le prime 5 produttrici di prosecco, avvia il progetto “Cheers” che utilizza i fondi delle vasche di lavorazione del vino per ricavare un innovativo componente per i pannelli solari
Dalla vitivinicoltura all’energia rinnovabile. Gli scarti della lavorazione del vino rosso utilizzati per lo sviluppo di celle fotovoltaiche. È l’obiettivo di “Cheers”, il progetto inedito e innovativo di Serena Wines 1881, storica azienda di Conegliano quinta per produzione di Prosecco, in partnership con l’Università Ca’ Foscari di Venezia e la collaborazione dell’Università degli Studi di Udine e la Universidad de Málaga.
I protagonisti di questo progetto, finanziato dalla Commissione Europea attraverso il programma Fondo Sociale Europeo, gestito dalla Regione del Veneto, sono: il reparto di gestione della qualità di Serena Wines 1881, la Professoressa Elisa Moretti, responsabile del Dipartimento di Scienze Molecolari e Nanosistemi di Ca' Foscari e il Dottor Manuel Meneghetti, assegnista di ricerca presso lo stesso dipartimento.
L’obiettivo di “Cheers” è l’identificazione di soluzioni innovative tramite il recupero e la valorizzazione di scarti del vino, tecnicamente chiamati feccia. Nella fattispecie, la ricerca impiega il residuo che si deposita nelle vasche di lavorazione del vino – ricco di colorante naturale - e lo trasforma in materia prima valorizzata per ottenere componenti dedicate alle celle solari fotovoltaiche a colorante organico, le cosiddette celle di Gräetzel.
Il colorante ottenuto, verrà utilizzato per la produzione dei prototipi e simula il processo della fotosintesi clorofilliana. I pigmenti colorati catturano la luce del sole e la trasmettono al circuito sotto forma di elettroni, che successivamente saranno tramutati in corrente elettrica rinnovabile e sostenibile. Una vera e propria innovazione per il settore dell’edilizia, ma anche per quello dell’enologia, poiché si tratta di un progetto assolutamente inedito.
“Siamo entusiasti di far parte di questo progetto - afferma Luca Serena, direttore generale e quinta generazione della famiglia a capo dell’azienda - perché per Serena Wines 1881 è importante promuovere un approccio al ciclo di produzione e gestione dei rifiuti organici nell’ottica della green economy. L’azienda da sempre presta attenzione ai vantaggi ambientali che possono derivare dal recupero e riuso dei rifiuti di lavorazione e per questo sta lavorando allo sviluppo di tecnologie che sfruttino il nostro materiale di scarto in azioni tangibili volte all’ecosostenibilità”.
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Chi è Serena Wines 1881
Fondata nel 1881 a Crocetta Trevigiana da Pietro Serena e giunta oggi alla quinta generazione, Vinicola Serena si distingue da sempre per la capacità di coniugare la migliore tradizione vinicola italiana con l’innovazione applicata alla conservazione e al trasporto dei vini.
I due fattori costituiscono il DNA dell’azienda insieme a una visione strategica di respiro internazionale che, nel 2018, ha portato l’azienda a rinnovare la propria identità e il proprio marchio, divenuto Serena Wines 1881. Grazie a ingegno e capacità imprenditoriali innati, l’azienda si è focalizzata sul settore HoReCa in Italia, analizzandone dinamiche e specifiche esigenze alle quali risponde con soluzioni mirate, come il vino in fusto d’acciaio. Questo accorgimento garantisce la perfetta conservazione del prodotto e risolve brillantemente le necessità gestionali e logistiche della ristorazione.
Nel 2015, Serena Wines 1881 ha introdotto per i mercati esteri ONE Way Keg, il fusto da 24 litri in PET, 100 per cento riciclabile, durevole, pratico e maneggevole. Autentica innovazione, questa, grazie alla quale oggi i vini di Serena Wines 1881 sono apprezzati in Europa, così come in Sud Africa, negli Stati Uniti, in Cina e in Australia.
All’offerta in fusto, l’azienda affianca un ampio assortimento di vini in bottiglia: dagli spumanti e frizzanti, D.O.C.G. e D.O.C., fino ai vini bianchi e rossi I.G.T. del Veneto. Le etichette dell’azienda, Terra Serena, Ville d’Arfanta, Corte delle Calli, Costaross, Serenello, Vigne Verdi sono tutte caratterizzate da identità forti e distintive, per raggiungere differenti target commerciali.
Per impreziosire l’offerta con un vino universalmente riconosciuto e apprezzato per il suo prestigio, nel 2006 Serena Wines 1881 acquisisce una maison de champagne a Reims: nasce così lo Champagne De Vilmont firmato dalla famiglia Serena. Attualmente è venduto nel canale Ho.Re.Ca., in Italia e all’estero. Nel 2003 l’azienda sceglie Conegliano, patria del Prosecco, per erigere la sua nuova sede, uno stabilimento produttivo di oltre 35.000 metri quadri concepito secondo le più avanzate tecnologie, per raggiungere i più alti canoni di sostenibilità e di efficiente organizzazione delle attività produttive.
La valorizzazione del territorio, l’impegno e la promozione dell’eccellenza sono per Serena Wines 1881 valori fondanti che essa si impegna a trasmettere anche attraverso il sostegno di molteplici eventi sportivi di diverse discipline come pallavolo, hockey, rugby, vela e tennis.
Serena Wines 1881 è stata ufficialmente riconosciuta, nel 2011, Azienda Storica d’Italia dalla Camera di Commercio di Treviso.
Grazie al prezioso contributo di 78 collaboratori l’azienda, negli ultimi 3 anni, ha raggiunto risultati importanti con crescita costante nei due settori principali, vini spumanti e vini in fusto, attestandosi, nel 2018, su un fatturato di 86 milioni di euro. Serena Wines 1881 è oggigiorno bilanciata perfettamente tra vendite nel mercato nazionale ed estero, il quale continua a regalare grandi soddisfazioni con performance di crescita importanti.
www.serenawines.it
Francesca Marchesi
FIVI: SERVE MAGGIOR RAZIONALITÀ NEI CONTROLLI SANITARI ALLE CANTINE
La Federazione Italiana Vignaioli Indipendenti chiede un nuovo protocollo sanitario e una formazione specifica per gli ispettori ASL. Pronto un tavolo di confronto con la Società Italiana di Igiene
Le norme sanitarie del settore alimentare non vanno bene per quello del vino: serve una nuova regolamentazione e più razionalità nei controlli. È questo il pensiero di FIVI, la Federazione Italiana Vignaioli Indipendenti, che nel nuovo Dossier Salute richiede un protocollo sanitario ad hoc per le cantine e una formazione specifica per gli ispettori delle ASL.
“Il nostro obiettivo – dichiara il Segretario Nazionale Saverio Petrilli – è come sempre quello di collaborare con le istituzioni. Vorremmo evitare visite inutili da parte degli ispettori delle ASL sia per non pesare inutilmente sull’erario sia per evitare di far perdere tempo e soldi ai Vignaioli. Il vino non è come tutti gli altri prodotti alimentari, per questo chiediamo che gli venga riconosciuta la sua specificità”.
Molti gli spunti e i punti critici della normativa riportati nel dossier: dalla presenza della muffa nelle cantine, alla gestione del manuale HACCP fino alla conservazione delle bottiglie.
Il dossier Salute diventerà il punto di partenza di un dialogo fra la FIVI e il dott. Sandro Cinquetti, Presidente della sezione Triveneto della Società Italiana di Igiene. Lo scopo è quello di attivare in tempi rapidi un confronto tra dirigenti esperti di igiene pubblica e igiene degli alimenti per arrivare a stendere le linee guida sui processi di produzione di vino. Il tutto sfocerà anche in una pubblicazione scientifica riguardante gli aspetti igienico-sanitari applicabili agli stabilimenti di produzione e imbottigliamento di bevande alcoliche.
Davide Cocco
FIVI - Federazione Italiana dei Vignaioli Indipendenti
La Federazione Italiana Vignaioli Indipendenti (FIVI) è un'associazione nata nel 2008 con lo scopo di rappresentare la figura del Vignaiolo di fronte alle istituzioni, promuovendo la qualità e autenticità dei vini italiani. Per statuto, possono aderire alla FIVI solo i produttori che soddisfano alcuni precisi criteri: "Il Vignaiolo FIVI coltiva le sue vigne, imbottiglia il proprio vino, curando personalmente il proprio prodotto. Vende tutto o parte del suo raccolto in bottiglia, sotto la sua responsabilità, con il suo nome e la sua etichetta".
Attualmente sono circa 1200 i produttori associati, da tutte le regioni italiane, per un totale di circa 11.000 ettari di vigneto, per una media di circa 10 ettari vitati per azienda agricola. Quasi 80 sono i milioni di bottiglie commercializzate e il fatturato totale si avvicina a 0,7 miliardi di euro, per un valore in termini di export di 280 milioni di euro. Gli 11.000 ettari di vigneto sono condotti per il 51% in regime biologico/biodinamico.
I MIGLIORI SOMMELIER JUNIOR DELL’AIS ELETTI PRESSO ALMA
Da oltre 30 anni il concorso giovanile premia gli alunni più meritevoli degli Istituti Alberghieri. Sono Francesco Scriva, per la categoria Over, e Vincenzo Colaprice, per la categoria Under, i vincitori della XXXI edizione del Concorso Nazionale “Miglior Sommelier Junior”, organizzato dall’Associazione Italiana Sommelier e ospitato a Colorno, presso la sede di ALMA, la Scuola Internazionale di Cucina Italiana. Francesco Scriva studia all’Isis Giorgio Vasari di Figline Valdarno (FI), mentre Vincenzo Colaprice è iscritto all’Ipssar Enrico Mattei di Vieste (FG).
Francesco e Vincenzo, dopo avere superato la concorrenza di 300 candidati provenienti da tutta Italia, si sono contesi il titolo assieme ad altri 19 finalisti. Ieri, giovedì 4 aprile, ad attenderli tra gli altri presso la Reggia di Colorno (PR), sede di ALMA, erano presenti Antonello Maietta, Presidente Nazionale AIS, Cristiano Cini, Responsabile Concorsi dell’Associazione, e Andrea Sinigaglia, Direttore Generale di ALMA.
Per la categoria Under si sono classificati al secondo posto Ionela Lupu (Isis Giorgio Vasari di Figline Valdarno, FI) e al terzo posto Luca Dao (Istituto Virginio Donadio di Dronero, CN), mentre nella categoria Over Alberto Vardanega, (Ipssar Giuseppe Maffioli di Castelfranco Veneto, TV) e Maria Mandarelli (Ipssar Michelangelo Buonarroti di Fiuggi, FR) sono saliti sul podio rispettivamente in seconda e terza posizione.
Una gara fatta di abilità ed eleganza nel servire; miscelazione di cocktail; domande su distillati e vini speciali, viticoltura, enologia, enografia nazionale; competenza nella degustazione e ingegno nell’abbinamento cibo-vino. Un impegno che è valso a entrambi i giovani vincitori l’unanime riconoscimento della giuria e una borsa di studio per partecipare all’intero corso di formazione professionale AIS.
L’evento ha mostrato ancora una volta l’importanza di un istituto, quello alberghiero, capace di rivelarsi, nelle mani di docenti preparati e studenti appassionati, fulcro della rivoluzione del servizio in sala.
Ufficio Stampa Associazione Italiana Sommelier Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. www.aisitalia.it Tel. 02 284623
NUOVE TENDENZE DELL'ENOTURISMO NEL TERRITORIO DEL GALLO NERO
Un’indagine condotta dal Consorzio sulle aziende socie rivela nuove tendenze e un profilo un po’ diverso dell’enoturista in visita nel territorio di produzione del Chianti Classico
La parola “enoturismo” in questi giorni è tornata sotto i riflettori, grazie al nuovo decreto MIPAAFT che regolarizza l’accoglienza in cantina e al primo articolo così recita “sono considerate enoturistiche tutte le attività formative e informative rivolte alle produzioni vitivinicole del territorio e la conoscenza del vino”.
Il turismo enologico è quindi vacanza di relax e al tempo stesso viaggio culturale, alla scoperta di territori e prodotti vinicoli di eccellenza, asset fondamentali del patrimonio economico e culturale del Bel Paese.
In Chianti, l’offerta enoturistica di qualità esiste da sempre, legata a due fattori principali: il fattore trainante del fascino del paesaggio, apprezzato nei secoli anche da profondi conoscitori del bello come Michelangelo e Leonardo, e nei decenni più recenti anche dalla qualità dei vini del territorio, sempre più apprezzata.
Il quadro che emerge da un questionario rivolto ai soci del Consorzio Vino Chianti Classico è piuttosto preciso: la terra del Gallo Nero è amata dagli stranieri, attrae gli amanti del turismo slow, offre esperienze enogastronomiche indimenticabili.
Con permanenze medie per lo più tra il weekend lungo e la settimana intera (oltre il 60 dei visitatori), il tempo a disposizione non manca: degustazioni e visite guidate nelle aziende (oltre il 90% delle aziende del Gallo Nero offrono questo servizio, di cui il 43% in maniera continuativa durante l’anno), corsi di cucina (27%) oppure una visita didattica (un’azienda su dieci le organizza) o un giro in bicicletta.
L’offerta così modulata e varia intercetta un bisogno sempre crescente di viaggiare per vivere un’esperienza: i borghi del Chianti hanno molto da offrire tra splendide espressioni del Romanico e antiche mura medioevali, ma il turista di oggi cerca di calarsi nel lifestyle chiantigiano per qualche giorno, un approccio in cui l’enogastronomia è regina in una terra come la Toscana, ed è sempre accompagnata dalla riscoperta delle radici storiche.
Il fascino del territorio del Chianti è stato apprezzato dagli stranieri, ancor prima che dagli italiani, tanto da essere diventato noto come contea inglese, il Chiantishire, data la predominanza dei sudditi sua Maestà tra i primi appassionati della zona del Gallo Nero.
Gli stranieri non hanno mai abbandonato il Chianti, anzi, la loro presenza è anche oggi predominante rispetto agli italiani, contando l’85% delle presenze sul milione e mezzo che ha registrato il territorio nel 2018. Cambia però la provenienza. Oggi gli USA detengono saldamente il primo posto con un terzo circa dei visitatori, e il dato non stupisce: negli Stati Uniti viene venduto il 34% della produzione totale della denominazione. La Germania, mercato storico per il Chianti Classico, registra un calo rispetto al passato, ma comunque si attesta sul 15% dei visitatori. A sorpresa la tendenza in forte crescita nell’ultimo quinquennio è quella del turismo dalla Francia: oltre un quarto delle aziende vitivinicole hanno ricevuto visitatori francesi nell’ultimo anno, con una media di quasi un visitatore su cinque.
I cugini di Oltralpe rappresentano bene la crescita di un turismo enologicamente consapevole, anzi, di come il prodotto vino possa essere driver del turismo. Parallelamente al crescente interesse verso il prodotto, crescono infatti anche i visitatori dall’Europa dell’Est e dall’Europa del Nord: Norvegia, Svezia, Danimarca, Finlandia si aggiudicano un significativo 5%, mentre Russia e Polonia sono in pole position tra i paesi dell’est.
In generale, il turismo rispecchia pienamente il trend di crescita in conoscenza e passione del vino Gallo Nero che si è stata osservata sui mercati negli ultimi anni: enoturismo in aumento sì, ma con consapevolezza.
Ufficio Stampa Consorzio Vino Chianti Classico
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Silvia Fiorentini