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VINO, MINISTRO CENTINAIO: SUBITO TAVOLO CON MISE E MAECI PER PROMOZIONE UNITARIA WINE&FOOD
STUDIO VINITALY/NOMISMA: RECORD IN CHIAROSCURO PER IL VINO ITALIANO NEL 2018. +3,8% L’EXPORT SFIORA I 6,2 MLD DI EURO
VERONAFIERE: POCHI I MOTIVI PER GIOIRE, MOLTI PER RIFLETTERE SU PROMOZIONE
«Oggi il problema nel fare business all'estero è che l'Italia si presenta con troppi interlocutori che dicono cose e hanno esigenze diverse: servono nuove regole di ingaggio valide per tutti con strumenti di comunicazione e promozione univoci. Domani parlerò con i colleghi ministri dello Sviluppo economico e degli Esteri per istituire un tavolo che costruisca una promozione unica del Wine&Food italiano». Lo ha detto, oggi al wine2wine di Verona nel corso del convegno di apertura ilministro delle Politiche agricole alimentari, forestali e del Turismo, Gian Marco Centinaio.
Al convegno, cui ha partecipato tutta la filiera del settore, le stime di chiusura 2018 dell’export enologico del Belpaese. «Ci apprestiamo a registrare per il 9° anno consecutivo un nuovo record nelle esportazioni di vino – ha commentato il presidente di Veronafiere, Maurizio Danese –, con una crescita stimata per il 2018 più che doppia rispetto all’export globale del prodotto Italia. Ma dall’analisi dei dati del nostro Osservatorio Vinitaly-Nomisma Wine Monitor sono di più i motivi per rimboccarsi le maniche che per gioire: fatichiamo nei mercati chiave come Usa, Regno Unito, Canada, registriamo perdite in piazze storiche come la Germania e la Svizzera e cresciamo poco in Asia».
Le stime export presentate oggi dall’Osservatorio Vinitaly-Nomisma Wine Monitor (a fonte dogane) prevedono una crescita delle vendite sui 12 mesi 2018 del 3,8%, a quasi 6,2 miliardi di euro di prodotto tricolore esportato. Una variazione positiva che non trova riscontro nei volumi, in calo del 9%, dovuto principalmente dovuto alla scarsa vendemmia dello scorso anno. Ma la crescita, rileva l’analisi illustrata oggi al ministro Centinaio, è interamente da imputare all’ennesima performance positiva degli sparkling (prosecco in primis) che hanno contribuito a mantenere in timido segno positivo mercati decisivi come Stati Uniti, Regno Unito, Canada, Russia e Svezia e a limitare parzialmente i trend negativi di Giappone e Svizzera. Crisi ‘strutturale’ invece del partner Germania, dove la perdita tocca il 4,1% con un calo sia dei fermi imbottigliati che degli spumanti.
«Chiudiamo un export 2018 a luci e ombre – ha aggiunto il direttore generale di Veronafiere, Giovanni Mantovani – in un anno in cui il vino italiano ha ricevuto straordinari posizionamenti nelle guide di settore a livello internazionale. È evidente che stiamo assistendo a un cambiamento delle polarità nel mercato del vino, per questo serve un’armonizzazione delle politiche di promozione: oggi serve un salto di qualità come a metà degli anni ’80, dove erano forti le bandiere di aggregazione del made in Italy. Dal canto nostro – ha concluso Mantovani – il nuovo piano industriale prevede un ulteriore sviluppo di Vinitaly sui mercati esteri».
Nel confronto diretto con i principali competitor, l’Italia realizza trend inferiori rispetto alla leader Francia (a 9,54 miliardi di euro, +4,8% a valore) e della Spagna, che supera la soglia dei 3 miliardi di euro (+5,2%). Male i produttori del nuovo mondo, che nonostante gli accordi bilaterali favorevoli sul fronte dei dazi virano complessivamente in negativo. Con l’Australia a +0,1% che stacca il Cile, a -5,4%, gli Usa (-6,8%) e la Nuova Zelanda a -4,4%.
DATI: LA CRISI DEI VINI FERMI NEI PAESI CHIAVE. SOLO GLI SPUMANTI FANNO FESTA
Il consueto exploit degli spumanti (+16,3%), evita la crescita zero del made in Italy enologico. I fermi imbottigliati, destinati a chiudere a +1,2%, sono in sofferenza in particolare nei 3 principali Paesi buyer - Usa (-1,9%), Germania (5,4%), Regno Unito (-4,1%) -, ma anche in Giappone, Canada, Svizzera e Russia.
«Dall’analisi dei numeri – ha detto il responsabile di Nomisma Wine Monitor, Denis Pantini – quello che sembra emergere è che al di là di tutto, l’Italia cresce ma soprattutto grazie agli spumanti. Si tratta di un trend che va avanti ormai da alcuni anni e che nel 2018 si è maggiormente accentuato in alcuni Paesi come Usa e Germania dove nel primo caso sono i vini fermi francesi, in particolare i rosé, a togliere spazio di mercato ai nostri prodotti, mentre in Germania sono i domestic wine a crescere maggiormente».
Il dettaglio sui top 10 Paesi importatori (Usa, Uk, Germania, Cina, Canada, Giappone, Svizzera, Russia, Svezia, Brasile), che da soli valgono i 2/3 degli scambi globali di vino, segnala una perdita a volume dell’export italiano in tutte le aree considerate a eccezione degli Usa (+0,9%). Diverso lo scenario a valore, con decrementi in Germania, Giappone e Svizzera mentre sono positivi ma contenuti i trend nelle altre piazze, con Stati Uniti, Regno Unito, Canada, Svezia e Russia destinati a crescere non oltre i 2 punti percentuali. Diverso il discorso sulla Cina, che ha chiuso da 6 mesi le proprie fonti doganali e dove l’Italia, secondo i principali partner commerciali, cresce del 3,8%.
Metodologia Osservatorio Vinitaly-Nomisma Wine Monitor
Il modello economico-statistico utilizzato per le stime previsionali a tutto il 2018 considera le importazioni di vino totale e per principale categoria nei diversi mercati target, di fonte doganale che registra i flussi per origine e non provenienza. Questa diversa metodologia di rilevazione, unita alle differenze insite nei prezzi all’export rispetto all’import (i primi FOB, i secondi CIF), alle discrasie temporali intercorrenti tra registrazione della spedizione e dell’arrivo del prodotto, spiegano le differenze esistenti tra il vino esportato in un mercato da un paese e l’import del vino dallo stesso paese nel mercato target. Inoltre, per una diretta ed immediata comparazione delle tendenze in atto da parte degli stakeholder del settore e degli operatori italiani, il modello restituisce valori in euro e non nella valuta locale del mercato analizzato. Ciò fa sì che le variazioni calcolate sull’export incorporino anche le fluttuazioni avvenute nel tasso di cambio con l’euro.
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RUBRICA - LE CESARINE E LE RICETTE DI IERI SULLA TAVOLA DI OGGI
NATALE: LA RICETTA DELL’ARROSTO DI NATALE FIRMATO DALLE CESARINE,
LA PIU’ GRANDE RETE DI CUOCHE CASALINGHE ITALIANE
NOCI, PRUGNE E CASTAGNE PER UN SECONDO PIATTO PERFETTO SULLA TAVOLA DELLE FESTE
Gli ingredienti ideali per creare un’atmosfera intima e accogliente a Natale sono le persone care, una tavola accuratamente imbandita e piatti preparati attingendo alla tradizione con, talvolta, un tocco di innovazione.
E’ questo il caso del piatto proposto da Sissi per natale, Cesarina di Milano e custode della tradizione culinaria lombarda, che alla tavola di casa sua ha ospitato molti commensali, con cui continua a rimanere in contatto e scambiarsi ricette.
60 anni, un lavoro che la entusiasma e una curiosità che la porta spesso in giro per il mondo, Sissi accoglie gli ospiti in una sala da pranzo in stile “jardin d’hiver” – vetrate, luce e colori di piante e fiori - per il Natale non ha dubbi: praticamente da sempre, e sempre con lo stesso successo, porta in tavola un arrosto di vitello con noci, prugne e castagne che, ancora prima di lei, preparavano la sua mamma e la sua nonna.
ARROSTO INVERNALE CON NOCI, PRUGNE E CASTAGNE
Ingredienti per 6 persone
* Magatello di vitello 1 kg.
* Noci sgusciate 50 gr.
* Prugne secche denocciolate 50 gr.
* Castagne bollite pelate 50 gr.
* 1 scalogno
* 1 bicchiere di marsala
* Brodo di carne
* Burro 30 gr.
* Olio
* Sale
* Pepe
Preparazione:
In una ciotola mettete le noci, le prugne e le castagne a bagno con il bicchiere di marsala. Mettete il burro, l’olio e lo scalogno tritato finemente in una casseruola larga, di altezza media, meglio se antiaderente. Fate soffriggere a fuoco medio fino a che lo scalogno sarà imbiondito e a quel punto mettete il magatello, salate, pepate e fatelo rosolare bene da tutte le parti fino a che la carne sarà ben sigillata. Aggiungete la frutta insieme al marsala, fate evaporare e aggiungete un bicchiere di brodo di carne caldo. Fate cuocere l’arrosto coperto e a fuoco medio per un’ora e mezza circa, girandolo di tanto in tanto e aggiungendo brodo se necessario. Affettare e servire ben caldo coprendolo con il sughetto di cottura che metterete anche a parte a disposizione degli ospiti.
Suggerimenti:
In commercio si trovano delle buonissime castagne cotte pelate sottovuoto: Sissi utilizza quelle per praticità! Preferite il magatello di vitello perché è magro e si affetta bene, ma potete utilizzare altri tagli di carne per arrosto purché di vitello. Potete sostituire il marsala con il porto.
In allegato il comunicato stampa e alcune immagini.
Ufficio stampa Le Cesarine
Laura Cometa
AICIG DIVENTA ORIGIN ITALIA, SVOLTA STORICA NEL MONDO DEI CONSORZI DI TUTELA
Baldrighi: “un momento di crescita per tutte le DOP e IGP, fondamentale essere sempre più uniti per aumentare la conoscenza del valore delle denominazioni”
Una svolta storica, per il mondo dei Consorzi di Tutela delle DOP e IGP italiane: l’Associazione Italiana Consorzi Indicazioni Geografiche AICIG - che fino ad oggi li ha rappresentati a livello nazionale e sovranazionale - cambia volto, per dar vita ad una nuova aggregazione che avrà come punti saldi il coinvolgimento tra i soci non più solo singole realtà consortili ma anche Associazioni dei Consorzi relativi a segmenti di prodotti a denominazione specifici. Su questi presupposti si sviluppa il progetto ORIGIN ITALIA, che nasce per allinearsi ancora di più alla prospettiva internazionale e per essere in rete con le Indicazioni Geografiche sotto lo stesso ombrello OriGIn Europa, alla cui nascita le realtà consortili italiane hanno incisivamente contribuito.
La presentazione ufficiale del nuovo organismo si è tenuta questa mattina al MiPAAFT con una conferenza stampa dal titolo “Da AICIG ad ORIGIN ITALIA, il significato di una svolta” – che si è tenuta a margine dell’Assemblea Straordinaria dei Soci - cui sono intervenuti, tra gli altri, il Primo Vicepresidente della Commissione agricoltura del Parlamento europeo, onorevole Paolo De Castro, il Capo Dipartimento DIQPAI Andrea Comacchio, Il Capo Dipartimento ICQRF Stefano Vaccari, il Presidente di AICIG Nicola Cesare Baldrighi, il Presidente di Afidop Domenico Raimondo, il Presidente di Isit Lorenzo Beretta ed il Direttore di OriGIn Massimo Vittori.
In sostanza, come spiega il Presidente di AICIG Cesare Baldrighi, “occorre essere sempre più uniti per aumentare la conoscenza del valore delle denominazioni e allo stesso tempo sensibilizzare i consumatori su temi di stretta attualità sulla tutela dei prodotti. I Consorzi di Tutela che gestiscono i prodotti DOP, IGP ed STG hanno a più riprese fatto capire di voler fare sistema. La svolta verso cui stiamo virando con la trasformazione da AICIG a ORIGIN ITALIA è rappresentata soprattutto dal fatto che anche le Associazioni dei Consorzi di Tutela per le varie categorie merceologiche,- con Afidop in primis per i formaggi DOP e Isit per i salumi sia DOP che IGP - hanno convenuto sulla necessità di dare origine ad una nuova realtà associativa, un nuovo punto di riferimento per aggregare gli organismi dei prodotti definiti nella politica di qualità UE con le Indicazioni Geografiche. Se oggi ci rendiamo protagonisti di questo importante cambiamento – ha aggiunto Baldrighi - è perché insieme crediamo di poter costruire un confronto sempre più incisivo con le istituzioni sia nazionali che sovranazionali”.
Tale operazione si contestualizza in un quadro di riferimento in continua evoluzione: il sistema delle DOP, IGP ed STG italiane, detiene il primato nella UE sia come numero di denominazioni, sia come valore e quantità prodotta . Assumendo il nome di ORIGIN ITALIA, si è inteso rendere evidente il fatto di essere parte del mondo che riunisce i produttori delle Indicazioni Geografiche non solo nell’Unione Europea ma in tutto il globo. Il Primo Vicepresidentedella Commissione agricoltura del Parlamento europeo, onorevole Paolo De Castro ha affermato:
"Legare le caratteristiche organolettiche dei prodotti e la loro origine geografica, costruendo a partire da questo filiere tutelate, è una grande conquista dell'Unione europea. Gli italiani, seguiti dagli altri produttori mediterranei, primeggiano nell'applicazione di questo concetto di qualità legato all'unicità, al gusto e al territorio. L’export agroalimentare Made in Italy ha concluso il 2017 con il record di 41 miliardi di euro con un aumento del 7% rispetto all'anno precedente e sono certo che la nuova aggregazione che oggi si costituisce non potrà che aumentare le possibilità di sviluppo dei consorzi, garantendo ai nostri prodotti una tutela se possibile, maggiore di quella ad oggi garantita".
Al fine di comprendere meglio il passaggio da AICIG ad ORIGIN ITALIA, è utile sottolineare come i risultati ottenuti nel riconoscimento delle Indicazioni Geografiche a livello internazionale sia dovuto in maniera importante proprio alle azioni ed alla presenza dell’Italia nelle trattative che hanno condotto agli accordi internazionali sulla tutela di esse. Dalla Conferenza di Stresa del 1951 -primo accordo a tutela delle denominazioni di origine e tipiche dei formaggi che ha condotto nel 1954 alla prima legge nazionale e al riconoscimento dei Consorzi con attività di vigilanza su produzione e commercio – al Regolamento CEE 2081 e 2082 del 1992 che ha sancito il riconoscimento delle DOP, IGP ed STG a livello di Comunità Europea, allora composta da 12 Paesi. L'Italia ha avuto un ruolO di primo piano anche nel 2003 quando, con l’obiettivo di riunire i produttori delle IG anche di altri continenti, nasce di fatto la rete OriGIn, che nel 2018 ha poi trovato terreno fertile affinché si sviluppasse una omologa realtà anche a livello europeo prima ed italiano poi.
DICHIARAZIONI
Dichiarazione Onorevole Filippo Gallinella, Presidente Commissione Agricoltura Camera dei Deputati
“È un piacere essere presente oggi a questo importante momento che certifica l’attività di salvaguardia, tutela e certificazione del made in Italy agroalimentare nel mondo. Il passaggio da AICIG alla nuova denominazione dell’associazione Origin Italia, è testimone della volontà di rivolgere la tutela e informazione dei nostri prodotti in un contesto internazionale. Stiamo lavorando bene e per il futuro la chiave vincente sarà trasmettere anche il valore della sostenibilità dei nostri prodotti certificati”
Direttore di OriGin Europa Massimo Vittori
“I Consorzi e le Associazioni di Consorzi italiani hanno giocato un ruolo importante nella creazione di oriGIn prima, e più recentemente di oriGIn Europa. Se nel 2003, anno di creazioni della rete mondiale oriGIn, i Consorzi facevano ancora fatica ad essere incisivi ai principali tavoli negoziali, oggi non c’è trattativa e dibattito internazionale dove le indicazioni geografiche non siano protagoniste, non solo a livello di tutela, ma anche in merito a temi come la sostenibilità, cruciali per il futuro della nostra società. Siamo quindi orgogliosi che AICIG e i suoi soci, protagonisti di questa evoluzione insieme ad oriGIn, abbiano deciso di continuare il percorso intrapreso ponendo l’accento sull’importanza di presentarsi alle istituzioni nazionali, regionali e mondiali con una “denominazione” comune. Siamo certi che questa decisione contribuirà a rafforzare l’unità e la forza del messaggio in favore delle indicazioni geografiche”.
Presidente di Isit, Lorenzo Beretta
“Oggi è una giornata importante per il sistema delle Indicazioni Geografiche, poiché segna un ulteriore passo per lo sviluppo di un ancor più coordinato e coeso comparto, che deve essere unito nell’affrontare le sfide che i mercati ci presentano ogni giorno e nel dare il proprio contributo e sostegno alle Istituzioni per lo sviluppo di una politica di qualità delle IG che le tuteli e le valorizzi in maniera sempre più incisiva. La nascita di Origin Italia – continua Beretta- rappresenta in particolare l’opportunità di avere un confronto sempre più puntuale, democratico e strutturato tra Consorzi, loro Associazioni e Istituzioni, senza mai dimenticare di ascoltare anche la voce delle aziende produttrici, che io rappresento e che - sul mercato italiano ed estero - lottano ogni giorno per affermare il nostro Made in Italy. Noi come ISIT continueremo a rappresentare i nostri Consorzi e le nostre aziende della salumeria tutelata, svolgendo iniziative specifiche di supporto, ma potremo ora - grazie all’accesso diretto in Origin Italia - svolgere un confronto davvero costruttivo sulle questioni trasversali del comparto delle IG. Auspichiamo in tempi brevi di presentare la nostra formale adesione”.
Presidente Afidop Domenico Raimondo
“Abbiamo vissuto un cambio di prospettiva verso il nostro futuro. La scelta di oggi è il consolidamento della nostra radice comune, rafforza la spinta a stare insieme, all’unità. Non è una strada facile, ma è obbligata dai tempi che viviamo, dagli obiettivi che perseguiamo, dal lavoro sinergico già avviato e che ora ribadiamo. Occorre un rinnovato senso di responsabilità per permettere all’intero comparto delle Dop e Igp di continuare senza intoppi nella direzione della crescita e dello sviluppo. Una crescita che deve avere come caposaldo i giovani. Le nostre denominazioni, così come i Consorzi, hanno bisogno di investire nella formazione dei ragazzi. Non si cresce – continua il Presidente Raimondo- senza una adeguata cultura e competenza delle nuove generazioni, senza la messa a punto di percorsi nuovi di specializzazione. Loro sono la nostra grande risorsa e scommessa. Bisogna guardare ai giovani con uno sguardo nuovo e una prospettiva condivisa. L’obiettivo comune è da un lato creare cultura intorno alle Dop e Igp e dall’altro avere manager, comunicatori, dirigenti che nel prossimo futuro proseguano il grande lavoro realizzato fino ad oggi, che ha portato le nostre eccellenze ad essere apprezzate in tutto il mondo, generando economia e orgoglio per l’Italia”.
Marzia Morganti
ADOLESCENTI “ATTRAVERSO LO SPECCHIO”
Critici nei confronti della società che ancora penalizza le donne e preoccupati per i casi di violenza sulle donne (che considerano in aumento), ma inaspettatamente convinti (48%) che la donna sia – almeno in parte – corresponsabile delle violenze che subisce. Abbastanza studiosi (a sentir loro) e generalmente soddisfatti riguardo la scelta della scuola superiore, ma preoccupati di non riuscire a trovare lavoro. Stili alimentari tra luci (la frutta e la verdura piacciono poco, ma vengono consumate abitualmente) e ombre (ancora disertata in massa la prima colazione). Poco sport, ma molti “social” (senza preoccuparsi molto di difendere la propria privacy) e una grave disinformazione su temi delicati come la prevenzione delle malattie a trasmissione sessuale. Sensibili ai temi della sostenibilità (che associano prevalentemente al concetto di “rispetto”), ma non molto impegnati in attività sociali. È questo, in estrema sintesi, il profilo degli adolescenti italiani che emerge dall’indagine “Adolescenti e Stili di Vita” realizzata da Laboratorio Adolescenza e Istituto di Ricerca IARD su un campione nazionale rappresentativo di 2654 studenti frequentati le scuole medie superiori.
Presentati oggi (30 novembre) a Milano i risultati dell’indagine nazionale “Adolescenti e Stili di Vita”, realizzata da Laboratorio Adolescenza e Istituto di Ricerca IARD con la collaborazione della Società Italiana di Medicina dell’Adolescenza. L’indagine – realizzata con il sostegno incondizionato di ANCC-COOP (Associazione Nazionale Cooperative Consumatori) e Mediatyche – Compagnia di Comunicazione – è stata coordinata da Carlo Buzzi ordinario di Sociologia dell’Università di Trento, referente dell’area sociologica di Laboratorio Adolescenza e membro del Comitato Scientifico di Istituto IARD – e si è svolta tra i mesi di novembre 2017 e maggio 2018 su un campione nazionale rappresentativo di 2654 studenti frequentati le scuole medie superiori (età 14-19 anni; età media 16,5 anni).
Un dossier speciale con tutti gli approfondimenti sulla ricerca sarà pubblicato sul prossimo numero della rivista on-line “Adò”, organo ufficiale di Laboratorio Adolescenza, scaricabile attraverso il sito www.laboratorioadolescenza.org
“Due le novità di quest’anno – riferisce Maurizio Tucci, Presidente di Laboratorio Adolescenza– l’avvio di una importante collaborazione con l’Istituto di Ricerca IARD e la scelta di realizzare – per la prima volta - la nostra tradizionale indagine sugli stili di vita degli adolescenti su un target di studenti delle scuole superiori e non delle scuole medie. L’obiettivo strategico è proprio quello di alternare annualmente il campione (l’edizione 2018-2019 attualmente in corso ritorna nelle scuole medie) in modo da avere un quadro complessivo su uno spettro di età più ampio. In questo modo avremo anche la possibilità di rincontrare – a distanza di qualche anno – le medesime coorti di età e osservare eventuali modifiche comportamentali intervenute con l’aumentare dell’età”.
“Il “nuovo IARD” – aggiunge Paolo Paroni, Presidente di Rete ITER-Istituto IARD– vuole unire la prerogativa storica dell’Istituto, ovvero la ricerca sociale in profondità, con il sostegno all’implementazione di politiche e progetti orientati alla piena inclusione sociale delle giovani generazioni. La collaborazione con Laboratorio Adolescenza è un’importante opportunità per mettere l’attenzione sugli adolescenti italiani, una generazione che si affaccia al presente della società e che porta elementi di innovazione sociale e culturale, soprattutto nell’ottica degli stili di vita orientati alla legalità, alla giustizia, all’interculturalità, alla mobilità internazionale, all’integrazione delle discipline. La capacità di ascoltare la loro voce, le loro idee sulla società, sui valori, è un criterio per il buon funzionamento della democrazia”.
Sintesi dei principali risultati suddivisi per argomento e commenti
N.B. Nelle tabelle relative a domande a risposta esclusiva, il complemento al 100% (non indicato) è la percentuale dei “non risponder”.
Scuola, studio, lavoro e impegno sociale.
Solo il 4,2% degli intervistati ammette di andare male a scuola; la maggioranza (50,7% dei maschi e 58,3% delle femmine) ritiene di andare bene, mentre il rimanente 40% risponde con un prudente “così così”. La media di ore di studio al giorno si attesta tra le 2 e le 3 ore, ma c’è un 20% (32% dei maschi) che ammette di studiare meno di un’ora al giorno e un altro 20% (28% delle femmine) che passa sui libri più di 3 ore al giorno.
In maggioranza (59%) coloro i quali affermano di essere soddisfatti della scuola superiore che hanno scelto, mentre il rimanente si suddivide tra chi forse non rifarebbe la stessa scelta (31,8%) e chi certamente non la rifarebbe (9%). E, circa la scelta della scuola superiore, il campione si divide sostanzialmente a metà tra chi afferma che la scelta è stata solo sua e chi di dice di averla discussa con i genitori (tra cui un 5% che dice esplicitamente di essere stato condizionato dai genitori).
Riguardo l’università, le risposte cambiano molto a seconda la scuola che si sta frequentando, con il 60% dei liceali che la dà per scontata, contro il 20% di chi frequenta istituti tecnici o professionali. Mentre sono decisamente pessimisti circa la facilità di trovare un lavoro dopo la scuola o l’università. Tra le garanzie considerate di massima importanza che il lavoro dovrebbe assicurare la più indicata dai maschi è la stabilità (sicurezza di non perdere il lavoro) e dalle femmine il soddisfacimento dei propri interessi.
Dopo il diploma di maturità pensi di iscriverti all'Università?
|
Tot |
Maschi |
Femmine |
Certamente si |
41,3 |
35,0 |
46,3 |
Probabilmente si |
35,5 |
33,8 |
36,9 |
Probabilmente no |
15,0 |
18,8 |
12,0 |
Certamente no |
7,9 |
12,1 |
4,5 |
Cosa pensi del tuo futuro lavorativo?
|
Tot |
Maschi |
Femmine |
Sono sicuro che troverò facilmente lavoro |
20,3 |
25,3 |
16,3 |
Temo non sarà facile trovare un lavoro |
61,6 |
53,2 |
68,3 |
Non penso al lavoro, è un problema che non mi pongo adesso |
17,2 |
20,7 |
14,4 |
Il lavoro dovrebbe garantirti essenzialmente… (riportata la percentuale di chi ha considerato di “massimo interesse” – in una scala da 1 a 5 – la caratteristica indicata)
|
Maschi |
Femmine |
Buona retribuzione |
46,8 |
43,8 |
Sicurezza di non perdere il lavoro |
60,4 |
66,3 |
Prestigio |
21,0 |
15,0 |
Possibilità di carriera |
38,4 |
39,2 |
Buone relazioni con i colleghi |
35,0 |
33,0 |
Soddisfacimento delle proprie passioni e interessi |
56,8 |
67,1 |
Più tempo libero possibile |
22,5 |
13,3 |
La vicinanza a casa |
17,1 |
12,3 |
Buon rapporto con i capi |
31,1 |
35,4 |
Possibilità di incontri/viaggi ecc |
30,6 |
39.6 |
Poche responsabilità |
10,3 |
5,4 |
Riguardo l’impegno sociale attivo, più del 20% fa una qualche attività di volontariato, ma solo il 15% delle ragazze e il 6% dei maschi si dice convinto che da adulto farà attività di volontariato.
Sulla carta il 64% sarebbe disponibile – quale attività socialmente utile – ad effettuare commissioni fuori casa per persone anziane o malate ed il 62% ad aiutare nello studio compagni con qualche difficoltà. Netto il divario tra le risposte delle ragazze e dei ragazzi, con le prime che offrono disponibilità con percentuali mediamente superiori del 20% rispetto ai loro coetanei maschi.
“Se per molti aspetti maschi e femmine, sull’onda delle trasformazioni culturali delle società contemporanee, hanno raggiunto una sostanziale omologazione manifestando una identità di atteggiamenti e di comportamenti – riferisce Carlo Buzzi, ordinario di Sociologia dell’Università di Trento e curatore scientifico della ricerca – l’indagine mostra come in altri ambiti prevalgono delle divergenze anche cospicue, tanto da far pensare che tra le nuove generazioni, superate le tradizionali caratterizzazioni di genere, si stiano presentando nuove differenze sul piano comportamentale e motivazionale tra il mondo giovanile maschile e quello femminile. In particolare, il coinvolgimento delle giovani donne nel percorso scolastico risulta essere assai più evidente rispetto a quello dei coetanei (si dimostrano più impegnate, più studiose, più orientate a valorizzare i processi di apprendimento, tanto da manifestare una tendenza superiore verso la continuazione degli studi all’università). E se per quanto riguarda lo studio questi dati sono in parte già conosciuti, la novità sembra coinvolgere anche il mondo del lavoro. Se in molti maschi il lavoro futuro viene valorizzato da un punto di vista soprattutto strumentale (guadagno, sicurezza) con il sospetto che si cerchino al di fuori di esso le condizioni della propria autorealizzazione (deve lasciare molto tempo libero), tra le ragazze, pur non sottovalutando gli aspetti più concreti, l’accento viene soprattutto posto sulle potenzialità realizzative del lavoro in sé (soddisfacimento delle proprie passioni, relazionalità e possibilità di viaggi). È come dire che per gli uni la dimensione professionale abbia perso un po’ della sua centralità esistenziale mentre per le altre sia ancora un territorio su cui giocare la propria identità e il proprio coinvolgimento anche emozionale. E un altro aspetto che differenzia i generi – aggiunge Buzzi – riguarda il volontariato, ambito in cui è assai più evidente l’orientamento delle ragazze a farsi carico di responsabilità in campo solidaristico e nel lavoro di cura (aiutare gli altri bisognosi, siano essi anziani, bambini, malati, stranieri, compagni di scuola in difficoltà). Il tratto maschile rivela invece un maggiore orientamento individualista, meno portato all’azione solidale”.
Social e dintorni
Continua la parabola discendente di Facebook e la crescita di Instagram, mentre Whatsapp (le cui funzioni lo stanno sempre più avvicinando ad un vero e proprio social) è utilizzato pressoché dalla totalità del campione. Meno della metà degli intervistati afferma, però, di utilizzare abitualmente gli strumenti per la tutela della privacy che i social mettono a disposizione.
Si affaccia in modo significativo il gioco d’azzardo online a cui dichiara di aver giocato (una o più volte) l’11% del sottocampione di chi ha meno di 16 anni (età in cui l’accesso ai casinò on line è vietato dalla legge).
Utilizzi i seguenti “social network”? (risposta multipla)
|
Tot Naz si |
Maschi si |
Femmine si |
Non lo conosco (totale) |
|
61,9 |
63,8 |
60,4 |
0,5 |
|
13,7 |
14,3 |
13,2 |
2,1 |
|
98,9 |
98,4 |
99,4 |
0,3 |
Ask |
15,5 |
15,5 |
15.5 |
9,7 |
|
91,1 |
88,7 |
93,0 |
0,5 |
Snap Chat |
39,6 |
28,3 |
48,6 |
2,1 |
|
2,2 |
2,7 |
1,8 |
30,5 |
Utilizzi gli strumenti a disposizione sui social network per tutelare la privacy?
|
Totale |
Maschi |
Femmine |
No |
11,9 |
16,4 |
8,4 |
Si, ma poco |
46,1 |
49,6 |
43,3 |
Si, abitualmente |
41,2 |
32,9 |
47,8 |
“Dobbiamo renderci conto che lo scarso utilizzo, da parte degli adolescenti, degli strumenti messi a disposizione dai social per la sicurezza e la difesa della privacy – afferma Maurizio Tucci, presidente di Laboratorio Adolescenza – non deriva da pigrizia o disinformazione, ma da un utilizzo dei social che è “filosoficamente” diverso da quello che può immaginare un adulto. Per gli adolescenti i social sono essenzialmente “vetrina”, dove l’obiettivo è proprio esporsi. Non è un caso il successo di Instagram basato essenzialmente sulle immagini. Desiderio di esporsi (ben oltre la propria stretta cerchia amicale) e proteggere la propria immagine (e più complessivamente la propria “social reputation”) diventa, quindi, una sorta di contraddizione in termini. L’impegno di noi adulti dovrebbe perciò essere rivolto non tanto a continuare a ripetere loro, come un triste mantra, raccomandazioni di tipo “tecnico”, ma a cercare di frenare questa deriva valoriale in cui tutto è lecito per qualche “like” o qualche “follower” in più”.
Parità e rispetto tra i generi
Per il 73% delle ragazze e per il 49% dei maschi in Italia non c’è ancora una assoluta parità di diritti, doveri e opportunità tra uomini e donne. Ad essere penalizzata è la donna, per l’88% delle femmine e il 79% dei maschi. E la penalizzazione maggiore è proprio sul lavoro.
In quale ambito, secondo te, si manifestano maggiormente le penalizzazioni delle donne nei confronti degli uomini?
|
Totale |
Maschi |
Femmine |
Lavoro |
57,6 |
56,4 |
58,5 |
Famiglia |
13,7 |
16,7 |
11,7 |
Rapporti sociali |
23,7 |
22,1 |
24,7 |
Altro |
2,1 |
2,5 |
2,1 |
Circa il fenomeno della violenza sulle donne, secondo il 54% è aumentato rispetto al passato, mentre il 19% sostiene che sia diminuito. Circa le possibili cause, quella maggiormente indicata è stata “la presunzione dell’uomo che la donna sia di sua proprietà”.
Quali sono, secondo te, le cause principali degli atti di violenza (fisica, psicologica, sessuale) sulle donne? (risposta multipla)
|
Maschi |
Femmine |
La presunzione dell’uomo che la donna sia di sua “proprietà” |
42,3 |
57,6 |
La scarsa tutela che viene assicurata ad una donna che denuncia una situazione critica |
39,2 |
51,2 |
L’incapacità dell’uomo di accettare che la donna goda di una sua autonomia e libertà |
31,1 |
49,3 |
Problemi psichici e/o abuso di alcol o di sostanze da parte dell’uomo che esercita la violenza |
45,7 |
36,4 |
L’incapacità dell’uomo ad accettare una separazione voluta dalla donna |
37,8 |
33,7 |
L’incapacità della donna di troncare relazioni o frequentazioni a rischio |
23 |
27,5 |
L’ aggressività e la naturale violenza dell’uomo |
15,0 |
10,7 |
L’uomo è diventato più violento, perché sente di aver perso il ruolo predominante che aveva in passato |
9,6 |
12,7 |
Gli atteggiamenti provocatori della donna |
13,9 |
2,7 |
Un repentino cambio di atteggiamento della donna nei confronti del proprio compagno |
5,4 |
1,3 |
Sconcerta un po’ che il 56,8% dei ragazzi ma, soprattutto, il 38,8% delle ragazze sia d’accordo con l’affermazione “La donna è, almeno in parte, corresponsabile delle violenze che subisce”.
“Il dato che emerge da questa indagine – commenta Cinzia Marroccoli, psicologa e presidente di Telefono Donna Potenza– è l’amara dimostrazione che anche ragazze e ragazzi sono ancora impregnati di una cultura dominante per cui quando si parla della violenza degli uomini contro le donne si cerca sempre di minimizzare l'accaduto e di deresponsabilizzare l'autore della violenza. La “provocazione” vale sempre, sia per i maltrattamenti in famiglia, che per le violenze sessuali esterne alla famiglia. La “narrazione” della violenza – anche in casi estremi e incontrovertibili come il femminicidio – è piena di “lui l'ha uccisa, ma lei...”. Il “se l'è andata a cercare” è purtroppo valido per tutti: per le donne, per un meccanismo difensivo che le porta a pensare che a loro non può accadere; per gli uomini, perché spostano la colpa sulle donne che “se la sono cercata””.
Alimentazione
I consumi
Continua ad esserci una ampia fascia di popolazione adolescenziale (34% dei maschi e 43% delle femmine) che non consuma la prima colazione. Così come sono meno di un terzo gli adolescenti che consumano regolarmente una merenda pomeridiana, ma più dell’80% consuma snack dolci e salati, caramelle, cioccolata, gelati ecc… durante la giornata e fuori dai pasti principali.
Il pranzo è di gran lunga il pasto principale della giornata solo al sud e nelle isole. Nel resto d’Italia pranzo e cena sono percentualmente molto vicini (leggera prevalenza del pranzo), mentre nelle aree metropolitane lo scenario cambia ed è la cena ad essere maggiormente indicata come pasto principale. Il “record” a Milano, dove la cena è il pasto principale per il 62% degli adolescenti intervistati.
La pasta è di gran lunga l’alimento più consumato (lo mangia pressoché quotidianamente il 74,4%). Seguono il pane (65,2%), la frutta (58%), la verdura (52,9%) e la carne (50,3%). Legumi, uova e pesce sono gli alimenti meno consumati e indicati come presenti nella dieta quotidiana occasionalmente o raramente.
Beve quotidianamente vino ai pasti il 6,4% e birra il 6,9%, mentre il 37,8% consuma abitualmente caffè.
Consumi e gusti – tranne che per pasta e carne che piacciono molto – non sempre sono allineati. Dolci e salumi (ma anche il pesce) piacciono molto di più di quanto non si consumino, mentre verdura e frutta molto meno.
Riguardo le cucine etniche, il campione si divide tra un 40% di “estimatori” (la cucina che piace di più è quella giapponese), un 30% di “curiosi”, che non le hanno mai sperimentate ma vorrebbero farlo (la cucina che incuriosisce di più è quella indiana), ed un 30% di “refrattari”, che le hanno provate ma non gradite o, soprattutto, che non hanno alcuna voglia di sperimentarle (quella che insospettisce di più è la cucina africana).
“Il combinato disposto della prima colazione disertata e dello spostamento del pasto principale dal pranzo alla cena – afferma Gianni Bona, ordinario di Pediatria all’Università di Novara e membro del Consiglio direttivo di Laboratorio Adolescenza– evidenzia un dannoso squilibrio dell’apporto nutrizionale quotidiano verso l’ultima parte della giornata, proprio quando il consumo energetico diminuisce. Non rispettare le indicazioni ottimali (25% dell’apporto nutrizionale quotidiano la mattina, 50% a pranzo e 25% a cena) compromette il corretto metabolismo e accresce enormemente i rischi di sovrappeso e obesità”.
Le scelte
L’abitudine di accompagnare i genitori a fare la spesa alimentare è tendenzialmente alta (oltre il 70%), ma mentre per le femmine è più sistematica (il 42% lo fa spesso), per i maschi è più occasionale (la maggioranza, 43,7%, lo fa qualche volta).
Sul versante consumi, la spinta maggiore ad acquistare per la prima volta un nuovo prodotto alimentare arriva dal suggerimento dagli amici (80,9%) e, in seconda battuta, dalla curiosità vedendolo esposto (73,1%). L’influenza della pubblicità televisiva è tale sul 41% degli intervistati, mentre fa la sua comparsa anche la pubblicità attraverso Internet (influenza il 15% degli adolescenti). Scarso appeal, in quella fascia di età, raccolte a punti o premi legati all’acquisto di un prodotto.
Circa il “dove” si va prevalentemente a fare la spesa alimentare, netta prevalenza del supermercato al nord e al centro, mentre nelle isole e soprattutto al sud si equilibra nei confronti della scelta del negozio specifico.
La consapevolezza
Mediamente buona (ma ci sono ancora lacune da colmare) la conoscenza delle principali caratteristiche nutrizionali dei principali alimenti.
Secondo te quale delle tre componenti indicate “contengono” – in prevalenza – i seguenti alimenti?
|
Proteine |
Vitamine |
Carboidrati |
Pasta |
5,9 |
0,7 |
91,1 |
Riso |
13,7 |
5,2 |
77,3 |
Carne |
87,8 |
4,4 |
5,1 |
Pesce |
81,2 |
13,0 |
2,1 |
Verdura |
15,1 |
79,2 |
2,5 |
Pane |
5,1 |
2,8 |
88,9 |
Frutta |
4,5 |
90,4 |
2,4 |
Formaggi |
68,5 |
9,2 |
18,2 |
Legumi |
63,8 |
23,7 |
9,0 |
Uova |
80,9 |
7,4 |
8,3 |
Latte |
66,7 |
20,8 |
8,9 |
Il 61% è consapevole di cosa significhi “commercio equo e solidale”, mentre solo il 24% riesce a dare una definizione corretta di “filiera corta”. Buone, invece, le conoscenze riguardo i prodotti ogm. Gli studenti dei licei appaiono mediamente più informati dei loro colleghi delle scuole tecniche e professionali.
Riguardo il fenomeno dello “spreco alimentare” nelle famiglie, la causa maggiormente indicata (dal 40%) è stata: “Si comprano, per sbagliata valutazione, più prodotti alimentari di quelli che in realtà sono necessari”.
“Creare cultura su queste tematiche, fin da giovanissimi – afferma Carmela Favarulo, responsabile Progetti Educativi dell’Associazione Nazionale Cooperative Consumatori (ANCC-COOP)– è uno dei nostri principali obiettivi, perché da un consumo consapevole, specie in ambito alimentare, deriva non solo attenzione verso la propria salute, ma anche attenzione verso l’ambiente. I dati che emergono da indagini come questa sono quindi preziose indicazioni per elaborare i percorsi educativi che da anni offriamo alle scuole”.
Lo Sport
Insufficienti, per quelle che sarebbero le indicazioni dei medici, le ore di sport praticate: il 31% dei maschi e il 53% delle ragazze, oltre le due ore settimanali scolastiche, o non pratica alcuno sport o lo pratica per meno di due ore alla settimana.
La motivazione più indicata – relativa al non praticare sport extrascolastico – è la mancanza di tempo (66%), ma il 5,4% dei maschi e il 7,9% delle femmine lo collega a problemi di tipo economico. Anche su questo aspetto la differenza di percentuale tra maschi e femmine appare un chiaro indicatore di come le famiglie in difficoltà economiche favoriscano comunque i maschi.
Lo sport più praticato risulta essere di gran lunga il calcio per i maschi e la pallavolo (ma con una percentuale molto minoritaria) per le femmine. Cresce, rispetto al passato, l’abitudine di praticare attività sportiva in palestra.
Qual è lo sport che pratichi maggiormente? (domanda aperta)
|
Maschi |
|
Femmine |
Calcio |
34,6 |
Palestra |
17,5 |
Palestra |
14,4 |
Danza |
10,3 |
Basket |
4,9 |
Pallavolo |
10,2 |
Nuoto |
4,8 |
Nuoto |
6,6 |
Arti marziali |
4,7 |
Corsa |
4,1 |
Pallavolo |
4,0 |
Arti marziali |
2,9 |
Tennis |
2,3 |
Ginnastica ritmica |
2,2 |
Corsa |
1,9 |
Atletica |
1,8 |
Atletica |
1,4 |
Calcio |
1,8 |
Ciclismo |
1,2 |
Tennis |
1,8 |
Pugilato |
1,2 |
Basket |
1,4 |
Rugby |
1,1 |
Equitazione |
1,3 |
La Sostenibilità
Riguardo la “sostenibilità”, la maggioranza la associa al concetto di “rispetto” e l’82% è convinto che in Italia ci sia poca attenzione a questo aspetto. Ma meno di un adolescente su quattro è consapevole del fatto che il concetto di sostenibilità non va solo riferito alla salvaguardia dell’ambiente
Quale dei seguenti termini ti sembra più appropriato per riferirlo al concetto di “sostenibilità”
|
Totale |
Maschi |
Femmine |
Rispetto |
50,8 |
48,6 |
52,6 |
Senso civico |
32,1 |
31,2 |
32,9 |
Convenienza |
8,0 |
10,1 |
6,3 |
Prudenza |
6,0 |
6,9 |
5,3 |
Generosità |
2,1 |
2,2 |
2,0 |
Secondo te, “sostenibilità” e “comportamenti sostenibili” sono concetti riferibili solo alla salvaguardia dell’ambiente?
|
Totale |
Licei |
Altre scuole |
Solo l’ambiente |
35,8 |
37,2 |
34,4 |
Anche altri ambiti |
23,7 |
24,7 |
22,7 |
Non lo so |
39,6 |
37,4 |
41,8 |
Ma cosa fanno o faranno per orientare verso la sostenibilità i loro comportamenti?
|
Totale |
|||
|
Lo adotto già |
NON lo adotto ma credo che lo adotterò |
NON lo adotto e non so come mi comporterò in futuro |
NON lo adotto e certamente NON lo adotterò |
Utilizzare il car sharing |
7,6 |
23,1 |
45,8 |
18,0 |
Privilegiare l’uso della bicicletta per spostamenti in città |
30,3 |
29,4 |
25,8 |
12,1 |
Utilizzare, tutte le volte che si può, il treno invece dell’auto |
25,2 |
25,4 |
32,0 |
15,1 |
Ridurre l’uso dei sistemi di aria condizionata |
28,2 |
16,0 |
28,7 |
24,4 |
Avere un’auto elettrica |
3,6 |
30,7 |
39,9 |
20,5 |
Utilizzare i doppi vetri alle finestre delle abitazioni per ridurre la dispersione termica |
30,2 |
30,0 |
29,7 |
7,5 |
Bere acqua del rubinetto |
49,5 |
8,7 |
15,7 |
23,4 |
Portare, quando si va a fare la spesa, un proprio sacchetto e non chiederne sempre di nuovi al negoziante |
71,8 |
12,0 |
8,7 |
4,7 |
Utilizzare lampadine a basso consumo energetico |
65,0 |
18,1 |
11,3 |
3,1 |
Spegnere sempre la luce quando si esce da una stanza |
85,2 |
7,4 |
3,0 |
1,6 |
Fare attenzione alla biodegradabilità delle confezioni dei prodotti che si acquistano |
35,2 |
32,5 |
23,5 |
6,3 |
Cercare di evitare lo spreco di alimenti |
74,9 |
14,4 |
5,9 |
2,4 |
Acquistare preferibilmente i prodotti di aziende che so essere attente alla sostenibilità |
28,0 |
33,8 |
29,1 |
6,6 |
Malattie a trasmissione sessuale
Molto poco incoraggianti i dati circa la conoscenza – da parte degli adolescenti – delle malattie sessualmente trasmissibili (MST) e di come fare per prevenirle.
Se si esclude l’AIDS (conosciuta dal 94,5% degli intervistati), solo il papilloma virus (verosimilmente per via della vaccinazione proposta ai dodicenni) è conosciuto dalla maggioranza del campione (61% delle ragazze e 53,8% dei maschi), mentre la conoscenza delle altre più comuni oscilla tra 45% (candida) e l’11% (condilomi).
Ma il dato più preoccupante riguarda le idee confuse che (specie i maschi) hanno sulla prevenzione.
Quali tra i seguenti comportamenti ritieni sia efficace per prevenire le malattie sessualmente trasmissibili?
|
Totale |
Maschi |
Femmine |
Uso del preservativo |
94,8 |
93,0 |
96,3 |
Una igiene accurata dopo un rapporto sessuale |
84,9 |
84,6 |
85,2 |
Fare periodicamente gli esami del sangue |
79,3 |
80,5 |
78,4 |
Uso di un qualunque metodo anticoncezionale |
58,7 |
55,7 |
61,6 |
Una dieta alimentare corretta |
19,6 |
24,9 |
15,3 |
L’unico aspetto positivo è che sia diffusa la conoscenza che il preservativo sia uno strumento generalmente efficace per proteggersi dalle MST (ma pochi sanno che per proteggersi dall’HPV non è sufficiente). Peccato, però, che ancora siano fortemente radicati pregiudizi (il 30,5% ritiene che “non sta bene” che una ragazza porti con sé dei preservativi) o convinzioni errate (per il 31% una MST non può essere trasmessa attraverso un rapporto orale).
La fonte di informazione più utile su questo tema (indicata dal 34% del campione) è risultata essere la scuola (e l’82% sostiene che sia proprio la scuola a dover garantire questo tipo di informazioni). Più della “mamma” (indicata dal 31%). D’altra parte, il 73,8% ha affermato che è difficile parlare di questi argomenti in famiglia.
“Di questa esigenza di informazioni espressa direttamente dai ragazzi terremo certamente conto nella progettazione dei nostri percorsi di formazione nelle scuole – spiega Simona Mazzolini, coordinatrice delle attività per la scuola di Laboratorio Adolescenza– lavorando in stretta sinergia con esperti della materia da un lato e dirigenti scolastici dall’altro. Già quest’anno Laboratorio Adolescenza, in collaborazione con AIMaC (Associazione Italiana Malati Cancro), ha avviato un progetto pilota per far creare, proprio agli studenti, una campagna di comunicazione per la prevenzione dell’HPV”.
“In questo contesto – aggiunge Carlo Alfaro, pediatra adolescentologo e membro del Direttivo Nazionale SIMA– un medico preparato e formato a comunicare con gli adolescenti potrebbe rappresentare una valida alternativa al rischio che gli adolescenti stessi vadano a cercare le informazioni di cui necessitano in modo improvvisato e confuso, attraverso il gruppo, i media o i social”.
Cefalea
L’obiettivo dello studio è stato quello di raccogliere informazioni, direttamente dagli adolescenti, su come vengono vissuti e affrontati gli episodi di cefalea – che risulta essere uno dei disturbi maggiormente accusati dagli adolescenti a scuola e in famiglia – e a quali cause vengono maggiormente associati. Dichiara di soffrire di cefalea il 60% del campione di adolescenti intervistati e, di questi, circa il 15% (8,5% dei maschi e 18,5% delle femmine) accusa problemi di cefalea una o più volte alla settimana.
Tra le cause che scatenano gli episodi di cefalea al primo posto risulta esserci la scuola. Seguono gli stress emotivi, gli stress fisici e la vista.Oltre la metà del campione, inoltre, collega il mal di testa all’utilizzo prolungato del computer o dello smartphone; l’80% delle ragazze ha indicato le mestruazioni tra le cause a cui attribuire il mal di testa.
Che il mal di testa sia diffusissimo a scuola lo confermano gli insegnanti. Qualche volta come scusa per sottrarsi ad un’interrogazione, giustificare un’impreparazione o un’assenza, ma nella maggior parte dei casi il disturbo risulta essere reale ed è spesso legato a fattori emotivi.
Il 40% dei giovani intervistati ha affermato, inoltre, che quando ha un episodio di cefalea il dolore è generalmente forte o molto forte, mentre la durata media del singolo episodio va da una a molte ore. Per il 47% la localizzazione del mal di testa è sempre la stessa, per un terzo del campione gli episodi di cefalea sono generalmente associati ad altri sintomi, mentre per oltre il 70% il fenomeno scaturisce all’improvviso senza segnali premonitori.
La maggioranza (56%) riesce comunque a convivere con il mal di testa senza modificare – se non occasionalmente – le normali attività, mentre il 14% è costretto a smettere di fare ciò che stava facendo ed attendere che passi, e il 7% deve addirittura mettersi a letto.
Il dato certamente non positivo è che più della metà (57%) di chi soffre spesso o molto spesso di cefalea non ne ha mai parlato con il proprio medico. Percentuale che sale addirittura all’83% tra chi ha episodi sporadici di cefalea. Ne consegue che anche l’utilizzo dei farmaci (li usa abitualmente oltre il 45% degli intervistati) è spesso fuori dal diretto controllo medico. Solo il 18% prende farmaci contro la cefalea prescritti dal medico, mentre la maggioranza si affida ai genitori.
“Ciò che emerge dall’indagine non sono dati clinici – commenta Alberto Verrotti, direttore della Clinica Pediatrica dell'Università dell'Aquila– ma questa sorta di autocertificazione da parte dei ragazzi è per noi di grandissimo interesse. Sarà molto importante, ad esempio, riuscire a decodificare cosa c’è dietro questa diffusissima associazione tra mal di testa e scuola. Tra le due cose non ci può essere un rapporto clinico di causa-effetto, ma è una coincidenza da non sottovalutare per cercare di individuare gli strumenti più adatti a prevenire o a curare la cefalea in adolescenza. Piena concordanza con i dati clinici, invece, sulla significativa maggior frequenza del fenomeno tra le donne”.
Per informazioni Dr. Maurizio Tucci
Deborah Moleri
RASSEGNA POESIE D’AMORE SAN VALENTINO … 2019
EMANATO IL BANDO RASSEGNA POESIE D’AMORE SAN VALENTINO … INAMORATI A CAMOGLI - 2019 - SAN VALENTINO CAMOGLI 2019
EMANATO IL BANDO
RASSEGNA POESIE D’AMORE
SAN VALENTINO … INAMORATI A CAMOGLI
32a edizione
È un’iniziativa promossa da l'Associazione Commercianti ed Operatori Turistici di Camogli e Comune di Camogli con il patrocinio Regione Liguria e Camera di Commercio di Genova
in collaborazione con Pro Loco di Camogli
Iniziativa d’immagine e di promozione turistica, SAN VALENTINO … INNAMORATI A CAMOGLI nel corso del tempo è riuscita a coinvolgere tutti i comparti economici, commerciali e turistici della città, dando vita a molteplici iniziative d’intrattenimento. Fra queste, salite alla ribalta nazionale, si ricorda il PIATTO RICORDO di SAN VALENTINO A CAMOGLI, ogni anno dalla diversa immagine, dato in omaggio dai ristoratori durante le giornate dedicata alla festa degli innamorati (il successo è stato tale da aver innescato nel corso del tempo una vera mania da collezionismo, con scambi di quei piatti collezione ormai considerati quasi introvabili dagli appassionati di questi pezzi) e la RASSEGNA POESIE d’AMORE che da anni vede arrivare a Camogli, da tutta Italia e dall’estero, centinaia e centinaia di opere. Anche per la prossimo anno, nell’ambito della 32a edizione di “San Valentino …. Innamorati a Camogli”, l’Assessorato alla Cultura del Comune di Camogli e l’Associazione Commercianti ed Operatori Turistici di Camogli ripropongono la Rassegna “Poesie d’amore” con la pubblicazione del relativo bando.
Questo l’estratto del BANDO DI PARTECIPAZIONE
Da sabato 9 a domenica 17 febbraio 2019 le venti migliori poesie, selezionate fra quelle pervenute in concorso, saranno stampate in artistici poster esposti sul molo del porticciolo di Camogli e nelle frazioni di Ruta e San Rocco, location che garantiscono la migliore visibilità alla rassegna valorizzandone i contenuti. Il pubblico potrà esprimere le proprie preferenze presso l’info Point “San Valentino a Camogli” sabato 9 e domenica 10 fino alle ore 15,00; alle ore 16,00 avverranno le consegne degli attestati di “Opera selezionata” agli autori delle 20 poesie pubblicate.
Premio Speciale. Una giuria accreditata assegnerà il “Premio Speciale” ad una delle delle 20 poesie selezionate. L’ autore riceverà in premio un week end a Camogli con cena presso uno dei ristoranti di San Valentino a Camogli oltre ad una visita personalizzata guidata dal direttore nell’affascinante Abbazia di San Fruttuoso (costruita tra il X e il XIII secolo, restaurata e aperta al pubblico dal FAI – Fondo Ambiente Italiano dal 1988, un luogo magico immerso nella natura, raggiungibile esclusivamente via mare o attraverso i sentieri del Parco di Portofino).
Si invitano quindi i poeti e appassionati a partecipare alla rassegna, inviando tramite posta o via mail ai recapiti sotto riportati, entro il 13 gennaio 2019, una sola poesia inedita della lunghezza non oltre a 12 (dodici) righe (escluso il titolo ed eventuali righe bianche di spazio se necessarie) in lingua italiana con versi composti al massimo da endecassilabi. Le poesie selezionate e pubblicate verranno firmate con le iniziali dell’autore al fine di distinguerle nel caso di titoli simili; eventuali dediche dovranno essere contenute in una sola riga, che sarà riportata in calce in carattere più piccolo.
La poesia conferita e i dati dell’autore dovranno essere riportati in due cartelle differenti.
Per invio:
E.MAIL: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Indirizzo : Comune di Camogli, Assessorato alla Cultura, Via XX Settembre 1, 16032 Camogli. Rassegna Poesie d’amore a Camogli 2018 - le poesie pubblicate lungo il romantico molo di Camogli
Daniela Bernini