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UNIONE ITALIANA VINI: SVOLTA DEL MINISTRO CENTINAIO SU TEMI CALDI DEL SETTORE. ERNESTO ABBONA, UIV: PRONTI A COLLABORARE PER TRASFORMARE PAROLE IN AZIONI
anticipazione Corriere Vinicolo: Min. Centinaio su Enoturismo, Internazionalizzazione, Promozione
Parole chiare quelle espresse dal ministro Gian Marco Centinaio su enoturismo, promozione, internazionalizzazione, alcuni dei temi più caldi per il comparto vitivinicolo, in un’intervista esclusiva che uscirà sul prossimo numero del Corriere Vinicolo. Argomenti, questi, da sempre all’attenzione di Unione Italiana Vini e oggetto di confronto serrato con il Mipaaf, con il Mise e con ICE, al fine di consentire al sistema vitivinicolo italiano uno sviluppo virtuoso sia nel mercato interno, sia all’estero.
ENOTURISMO
Primo tema trattato, il Decreto Ministeriale sull’enoturismo, che attende il varo da gennaio 2018 e che potrebbe essere approvato entro fine anno. “Spero di portare a casa il decreto entro fine anno – spiega Gian Marco Centinaio, ministro Politiche Agricole e Turismo. Vogliamo alleggerire la burocrazia e l’obiettivo sul decreto è quello di concludere l’iter legislativo il più velocemente possibile, trovare i fondi per poterlo realizzare e se ci riuscirò sarò un ministro felice”.
“Stiamo perdendo occasioni preziose, e questo impegno del ministro Centinaio è veramente importante – commenta Ernesto Abbona, presidente Unione Italiana Vini. Abbiamo lavorato fattivamente con il Movimento Turismo del Vino per dare agli operatori che svolgono attività di enoturismo disposizioni chiare e semplificate, al riparo dalla “burocrazia”. Le aziende di tutte le dimensioni potranno beneficiarne, promuovendo il vino e contribuendo allo sviluppo socioeconomico dei territori. La legge di bilancio 2018 aveva stanziato risorse per le semplificazioni fiscali legate all’enoturismo per i prossimi tre anni ma, in assenza del DM attuativo, nessuno ha potuto usufruirne. Confidiamo che il Governo proceda celermente in tal senso”.
PROMOZIONE: Campagna straordinaria per i vini italiani negli USA
I fondi per la campagna straordinaria di promozione dei vini italiani degli USA per 20 milioni di euro avviata lo scorso anno, che sta dando buoni risultati, sono in attesa di essere confermati per il biennio 2019-2020. Dal ministro Centinaio arriva una chiara rassicurazione: “Vogliamo lavorare con il Ministro Luigi Di Maio affinché questa campagna da straordinaria diventi permanente. Le sperimentazioni non possono durare solo un anno, il nostro obiettivo, quindi, è quello di sperimentare a medio-lungo termine se le associazioni di categoria ci chiedono di andare in questa direzione”.
“La nuova strategia che abbiamo condiviso con ICE e le Associazioni dei produttori – aggiunge Ernesto Abbona – ha portato risultati positivi che ci stimolano a procedere con determinazione su questa strada. L’impegno del ministro Centinaio a lavorare insieme al ministro Di Maio per trasformare la campagna da straordinaria a ‘permanente’, è un segnale forte che accogliamo con grande soddisfazione. Il nostro export, oggi più che mai, ha necessità di un’azione di sistema come quella avviata con ICE fin dallo scorso anno”.
POLITICA COMMERCIALE – INTERNAZIONALIZZAZIONE: accordi di libero scambio per favorire la lotta contro l’italian sounding e abbattere i dazi sul vino
Per abbattere le barriere doganali (tariffarie e non) che oggi penalizzano l’esportazione dei vini italiani in alcuni Paesi, e per favorire accordi internazionali che ci aiutino a combattere l’italian sounding, sono necessari accordi seri di libero scambio. “Sono contrario a quegli accordi di libero scambio che penalizzano la nostra agricoltura – prosegue Gian Marco Centinaio. Spesso in questo tipo di accordi si favoriscono altri prodotti rispetto all’enogastronomia italiana. Sono, altresì, convinto che dazio chiami dazio e, in relazione a questo, penso a quei Paesi che inseriscono tasse proprio sul vino. Perciò, se dovessero servire accordi con questi Stati, sono disponibile a trattare con i miei colleghi ministri dell’Agricoltura per abbassare queste pesanti tariffe che penalizzano il nostro prodotto così come a stringere accordi con l’obiettivo di perseguire le contraffazioni delle nostre denominazioni d’origine”.
“Sulla politica commerciale si gioca uno dei pilastri dell’internazionalizzazione delle nostre imprese – conclude il presidente Ernesto Abbona. Gli accordi di libero scambio rappresentano una priorità per il nostro export perché portano all’abbattimento delle barriere doganali e favoriscono un’azione di controllo a tutela delle denominazioni di origine, rendendo produttivi gli investimenti promozionali. Apprezziamo, pertanto, questa ‘apertura’ del ministro Centinaio e siamo pronti a lavorare con lui mettendo a fattor comune l’esperienza di Unione Italiana Vini e delle proprie aziende associate, anche rispetto a proposte di miglioramento in fase di implementazione degli accordi stessi”.
FEDERICO FUSCA
VINETIA 2019: I 7 MIGLIORI VINI DELLA REGIONE PREMIATI DA AIS VENETO
Decretati i vincitori del Premio Fero, dedicato alle eccellenze enologiche venete. Area aziende e nuova grafica sensoriale le principali novità della nuova edizione di Vinetia
AIS Veneto ha decretato i vincitori del Premio Fero, dedicato ai 7 migliori vini della regione e consegnato ad altrettante cantine in occasione del lancio della nuova edizione di Vinetia, guida online ai vini del Veneto. Presentate in questa occasione anche la nuova grafica che rappresenta l'aspetto sensoriale dei vini, l'area riservata ai servizi specializzati rivolti alle cantine in guida, tra i quali in particolare la possibilità di allestire video di presentazione aziendale.
Il Premio Fero, dal nome del ferro di prua della gondola, viene assegnato ogni anno alle eccellenze enologiche individuate dai sommelier di AIS Veneto durante le degustazioni per la redazione della guida Vinetia. Sette le categorie individuate nel corso degli anni e altrettante le cantine premiate: tre della provincia di Verona, due di Treviso, una veneziana e una vicentina. Per la categoria "Miglior vino bianco" è risultata vincitrice l'etichetta Costalunga 2016 Colli Trevigiani Manzoni Bianco IGT di Cirotto e per "Miglior vino da dessert" il Dogale Veneto Bianco Passito IGT della cantina Le Carline. Premiate invece come "Miglior vino rosso da invecchiamento" il TB 2010 Amarone della Valpolicella di Tommaso Bussola, come "Miglior Vino Rosso" il Brol Grande 2015 Bardolino Classico DOC dell'azienda Le Fraghe e il Rosé Tre dell'Opificio del Pinot Nero si è aggiudicato il premio come "Miglior vino rosato". I due spumanti premiati sono stati il Valdobbiadene Superiore Cartizze Dry della cantina Ruggeri come "Miglior spumante metodo Charmat", mentre il Pas Dosé 2009 Lessini Durello Spumante Riserva DOC di Fongaro Spumanti è risultato essere il "Miglior spumante metodo Classico".
"Vinetia – spiega Marco Aldegheri, Presidente di AIS Veneto – è in continua espansione: le 500 aziende partecipanti e gli oltre 2200 vini analizzati sono il segnale che l’attento lavoro dei nostri degustatori ufficiali prosegue nella giusta direzione. Aver investito fin dalla prima edizione sulla trasparenza assoluta gratifica il nostro impegno: siamo ancora oggi l’unica guida che mette a disposizione delle aziende tutti i punteggi ottenuti.”
Vinetia si rivolge sia al pubblico, aiutandolo ad orientarsi facilmente tra le tante valutazioni, sia alle cantine, con una serie di servizi dedicati. Con l'edizione 2019 l’area aziendale si arricchirà infatti di nuove implementazioni: dalla grafica dedicata all'aspetto sensoriale dei vini, alla traduzione in cinese, che si aggiunge alle cinque lingue già presenti, fino alla possibilità di richiedere la realizzazione di un video di presentazione, che sarà creato in collaborazione con Venezie Channel.
Carlotta Faccio
TOMMASI LANCIA UN NUOVO CLASSICO DEL FUTURO: NASCE IL LUXURY BRAND DE BURIS
Un nuovo grande Amarone Classico Riserva 2008 che esalta il valore del tempo, e molto di più: un ambizioso progetto di ospitalità e di social responsibility.
#tastethetime #deburisdebut
La storica famiglia Tommasi inaugura una nuova era. Nasce il brand De Buris. In primis un nuovo grande Amarone Classico Riserva 2008, che mira a posizionarsi nel settore luxury con una promessa: far vivere un tempo di valore ma non solo.
De Buris è anche un progetto di recupero e valorizzazione che porta a compimento un percorso di crescita avviato vent’anni fa dalla famiglia che ha fatto la storia dell’Amarone e della Valpolicella e che oggi, con la quarta generazione, finalmente si realizza.
Dall'Amarone a De Buris
Tecnica, passione, intuito e tempo. Dieci anni di pazienza e dedizione. Prodotto in un numero limitato di bottiglie, De Buris Amarone Riserva 2008 nasce dall’esperienza di un’azienda con 116 anni di storia e dalla sapienza tecnica dell’enologo Giancarlo Tommasi, artigiano contemporaneo.
Un classico, perché realizzato secondo il rigore che il metodo storicamente impone; del futuro, proprio per il suo classicismo senza tempo. Il risultato è un vino austero, potente, raffinato e seducente. Un’icona di stile e di eleganza.
De Buris è un sogno che ha radici lontane, quando vent’anni fa la famiglia Tommasi acquistò le vigne de La Groletta, riconosciuto territorio vocato di produzione dell’Amarone e cru simbolo della Valpolicella Classica.
Dieci ettari di vigneto di cui 1,9 dedicati esclusivamente a De Buris per catturare l’essenza del terroir; collocati nella porzione più alta e caratterizzati dalla particolare composizione argillosa del terreno ed un’esposizione a sud ovest, che gode del clima mite del Lago di Garda.
Una materia prima di altissima qualità, ulteriormente esaltata dall’assemblaggio delle uve autoctone, che contraddistingue l’annata, composto per il 62% di Corvina, 25% di Corvinone, 5% di Rondinella e per l’ 8% di Oseleta.
Un vino nato per nobilitare e omaggiare questa terra e la sua denominazione più prestigiosa e rappresentativa: l’Amarone.
De Buris è sostenibilità
Rigore produttivo, gestione sapiente degli elementi naturali, applicazione di tecnologie a basso impatto lungo l’intera filiera, attenzione alle persone.
Per la famiglia Tommasi tutto ciò è un’attitudine, una filosofia abbracciata ormai da anni come naturale espressione dei valori che hanno guidato quattro generazioni di viticoltori.
De Buris è ospitalità e Social Responsibility
L’ospitalità è da sempre un valore fondante per la famiglia Tommasi. Da qui la volontà di recuperare Villa De Buris, sede della cantina, un unicum storico-architettonico di straordinaria rilevanza, di base romana, con successivi interventi risalenti alle epoche medievale e rinascimentale e con preziosi affreschi custoditi al suo interno. Entro il 2022, a restauro completato, si trasformerà in un luogo di accoglienza di lusso. Ma l’obiettivo è ancora più ambizioso: creare, nel 2019, una Fondazione a tutela dei tesori della terra e dell’arte, attraverso la quale sviluppare azioni di valorizzazione del patrimonio storico-culturale e sostenere, nel contempo, la ricerca in campo enologico-vitivinicolo. L’oggi e il domani da condividere e restituire alle generazioni future.
De Buris è il lusso del tempo
De Buris rappresenta un modo contemporaneo di vivere il lusso, la promessa di un’esperienza che dà valore ad ogni attimo. Un vino che nasce dall’autenticità, ovvero da materie prime selezionate e lavorate con cura e che custodiscono l’esperienza e il sapere di una lunga tradizione di famiglia. Un dono della terra e del tempo.
Tommasi Family Estates
Una famiglia e un’azienda che lavorano per il presente e il futuro del vino italiano: Tommasi rappresenta la storia della Valpolicella e non solo. Con sei tenute vitivinicole in cinque regioni d’Italia –Tommasi in Veneto, Caseo in Lombardia, Casisano a Montalcino e Poggio al Tufo in Maremma Toscana, Surani in Puglia e Paternoster in Basilicata - l’azienda ha l’obiettivo di creare grandi vini, valorizzando territori vocati all’eccellenza.
Quattro generazioni di pionieri, esploratori, precursori e soprattutto visionari, attenti al valore della qualità in ogni fase produttiva, rispettosi dei procedimenti tradizionali ma aperti alla sperimentazione. Con l’esperienza e il sapere unici coltivati e custoditi nel tempo, la famiglia Tommasi intende valorizzare ogni territorio, legandosi a un percorso di sostenibilità e di ospitalità. La cura per l'accoglienza si esprime attraverso le strutture di Villa Quaranta in Valpolicella, Albergo Mazzanti e Caffè Dante Bistrot a Verona e Agriturismo Poggio al Tufo a Pitigliano, Maremma Toscana.
De Buris rientra in questa filosofia: un vino, un luogo e un patrimonio da condividere. Un progetto che riporta la famiglia alle sue origini, dove tutto è iniziato.
Riccardo Gabriele
CUCINA LIGURE OGGI
La Sezione Cucina dell'Università Popolare Sestrese
INVITA AL SHOW COOKING
martedì 23 Ottobre 2018 ore 16,30
CUCINA LIGURE OGGI
con Renato Grasso
Patron del Ristorante Santa Caterina di Varazze
Ingresso libero presso la sede dell'Uni.:Pop.Sestrese
Da sin. Marco Benvenuto e Renato Grasso
Sogegross comunica:
Martedì 16 Ottobre 2018 alle ore 14:30 presso l’Area Didattica di Sogegross Valbisagno ci sarà un corso gratuito di formazione in collaborazione con Barry - Callebaut dal tema:
“Cioccolato 3.0 in 3 ricette”
Per conferma
Pier Ugo Tammaro Presidente Sezione gastronomia. Tel: 010/6043262
L’ASSOCIAZIONE ALLEVATORI DEL PIEMONTE IN CAMPO CONTRO LA CATTIVA INFORMAZIONE SU CARNE E LATTE
Controllo e qualità della filiera agroalimentare per il benessere in tavola
L’occasione è il Meeting nazionale Laboratori Analisi del Sistema Allevatori organizzato dall’Associazione a Torino giovedì 11 e venerdì 12 ottobre 2018
Latte, formaggi e carne sono tra i protagonisti della tavola italiana e alla base della dieta mediterranea. Elementi fondamentali per la salute non solo degli adulti, ma soprattutto dei bambini. La qualità e i controlli su tutta la filiera agroalimentare “dalla stalla alle nostre case” rappresentano un tema importante sul quale, da sempre, si sovrappongono diverse tesi. Far chiarezza e combattere la “cattiva informazione” è tra gli obiettivi dell’Associazione Regionale Allevatori del Piemonte (ARAP) promotrice, in collaborazione con AIA (l’Associazione Italiana Allevatori) del Meeting nazionale dei Laboratori Analisi del Sistema Allevatori in corso oggi e domani a Torino.
“Il consumatore quando sente parlare di associazione allevatori ignora spesso l'esistenza di una struttura tecnica di sostegno alla produzione di alimenti che arrivano sulla nostra tavola, come il nostro laboratorio di Cuneo che rappresenta, con le sue tecnologie innovative, una vera eccellenza a livello nazionale. L'appuntamento di Torino serve anche a confrontarci al nostro interno per trovare il modo più corretto ed efficace per rendere consapevole il consumatore dei nostri interventi per tutelare la salubrità dei prodotti", commenta Daniele Giaccone, Responsabile Laboratorio Analisi di Ara Piemonte.
L’incontro - che vede la partecipazione di ricercatori dell’Università di Torino, del Cnr, dell’Università di Milano, ma anche di centri di ricerca internazionali come la Cornell University, oltre agli esperti di Ara Piemonte - vuole essere un momento di confronto, aggiornamento e discussione sulle buone pratiche applicate dai laboratori di analisi italiani a supporto delle filiere del latte e della carne, oltre che di stimolo per una sempre maggiore presa di coscienza da parte degli allevatori sull’importanza di monitorare la produzione non solo delle materie prime, ma partendo anche dal benessere animale. Fondamentale inoltre, una maggiore coscienza dei sistemi di controllo e di gestione dell’intero processo al fine di ottimizzare l’attività e renderla ancora più efficiente.
Ha dichiarato il Direttore ARAP, Tiziano Valperga: “Gli asset sui quali puntiamo sono prevenzione, benessere animale, rispetto dell’ambiente, contenimento e ottimizzazione dei costi di produzione, miglioramento della qualità e garanzia di sicurezza delle produzioni: questi elementi sono alla base dell’attività di controllo e sostegno agli allevatori che si sostanzia nell’attuazione del miglioramento genetico e dell’assistenza tecnica specialistica. Le realtà che seguiamo sono costituite prevalentemente da piccole e medie imprese zootecniche che già operano in equilibrio con il territorio dalla pianura alla collina all’alta montagna. I dati che raccogliamo con in nostri tecnici e attraverso le analisi di laboratorio contribuiscono a rafforzare la sostenibilità dell’attività zootecnica sul nostro territorio.”
In Piemonte la zootecnia rappresenta uno dei settori di maggiore rilevanza (dal punto di vista economico commerciale): in particolare per la filiera bovina e suina da cui si ottengono molti prodotti DOP e IGP. Per i bovini, il 40% dei capi allevati è di razza Piemontese, perlopiù destinata alla produzione di carne; rilevante anche il ruolo della Frisona razza specializzata da latte. Circa il 10% del latte italiano è di provenienza piemontese.
Diversi i temi discussi durante il meeting nazionale. Di seguito una sintesi degli interventi più emblematici.
L’IMPORTANZA DEL CONTROLLO E DELL’AUTOCONTROLLO
“In campo zootecnico la nostra Associazione è l’interfaccia a livello nazionale grazie a tutte le sedi regionali tra la ricerca sviluppata dalle università e dai centri scientifici di eccellenza e i nostri allevatori, traducendo l’innovazione in servizi utili all’attività quotidiana nelle stalle verso l’obiettivo di salute unica, ossia riunire la salute del consumatore, il benessere e la salute degli animali e la salvaguardia dell’ambiente” afferma Roberto Nocentini, Presidente AIA.
In Piemonte l’ARAP analizza un milione di campioni di latte all'anno, vengono monitorate 120mila vacche da latte che rappresentano l'80% del patrimonio zootecnico regionale. I laboratori sono a stretto contatto con il territorio e con tutta la filiera e hanno una grande responsabilità nell'autocontrollo degli allevatori, dei caseifici e delle aziende agroalimentari.
USO DI ANTIBIOTICI: COME RIDURNE L’IMPATTO SU CARNE E LATTE
Si può dire che il latte sia il primo alimento di cui ci si nutre: fin da neonati questo alimento è parte integrante della dieta e per questo è fondamentale attivare tutte le procedure possibili di prevenzione sull’animale per razionalizzare l’utilizzo di antibiotici. Quando si ricorre a questi farmaci il monitoraggio della loro presenza e il controllo del possibile trasferimento sul prodotto finito sono da ritenersi aspetti fondamentali sui cui concentrare le ricerche dei laboratori di analisi.
“Sicuramente l’attenzione attuale ad una più efficiente gestione in stalla delle mastiti rappresenta un momento tecnico fondamentale in un’ottica di riduzione dell’utilizzo dei farmaci. Il ruolo delle Associazioni Allevatori e dei dati che esse raccolgono sul territorio è uno strumento indispensabile per sviluppare in stalla un’assistenza tecnica mirata”. dichiara Paolo Moroni, Università degli Studi di Milano e Cornell University.
LATTE E DERIVATI: ELEMENTI PREZIOSI DI SALUTE
Ultimamente si assiste ad una crociata contro il latte. Eppure ci sono nutrizionisti che lo hanno rivalutato, alcun grassi contenuti nel latte sono protettivi, antitumorali e hanno una importanza da un punto di vista nutrizionale positivo.
Laura Cavallarin, di ISPA CNR di Grugliasco commenta:“ Negli ultimi 10 anni abbiamo assistito a una completa revisione delle conoscenze e delle convinzioni sul latte vaccino sulla base di ricerche scientifiche: oggi possiamo affermare che il latte non solo non fa male, ma che alcuni tipi possono fare bene. Non tutti i latti sono in ogni caso uguali e l’alimentazione dell’animale incide in modo fondamentale. Infine, sono in corso lavori di ricerca sulle proprietà di alcuni latti di nicchia come quello di asina, che offre prospettive molte interessanti in particolare per l’alimentazione dei neonati”.
L’operato dei laboratori di analisi italiani supporta gli allevatori anche nella prevenzione in stalla: “parlando di qualità e sicurezza del latte, possiamo dire che il fattore prevenzione è essenziale per evitare la presenza nel prodotto finale di batteri dannosi, come gli sporigeni. L’attenzione da parte dell’allevatore deve concentrarsi sulla adeguata conservazione e qualità degli alimenti forniti agli animali e sulla gestione dell’igiene durante la mungitura” commenta Giorgio Borreani, Professore Associato presso il Dipartimento di Scienze Agrarie, Forestali e Alimentari dell’Università degli Studi di Torino.
ARAP
L’Associazione Regionale Allevatori del Piemonte (A.R.A.P - www.arapiemonte.it ) nasce il 27 ottobre 1970 con l’obiettivo di supportare gli allevatori sul territorio piemontese nella loro attività quotidiana fornendo un’attenta e costante assistenza tecnica, terza e indipendente. Le aziende di bovini, ovo-caprini, equini, suini, ecc. possono dunque avvalersi di molteplici servizi volti a migliorare costantemente il livello qualitativo delle produzioni, ottimizzare il benessere degli animali, individuare le migliori soluzioni tecniche e gestionali per ridurre i costi di produzione e aumentare il grado di remunerabilità. Strettamente connesso alla sua mission originaria, è anche il secondo ramo di intervento dell’A.R.A.P: educare e sensibilizzare opinione pubblica, consumatori e famiglie sui temi della qualità e sostenibilità degli allevamenti e dell’intera filiera. L’A.R.A.P è costituita da 7 sezioni territoriali Allevatori (STA) distribuite tra Piemonte e Liguria. Le sedi piemontesi sono suddivise per Alessandria, Asti, Cuneo (sede legale), Novara V.C.O, Torino, Biella e Vercelli e Masone in Liguria. Attualmente i soci sono 6.053 per un totale di 312.189 capi sottoposti a controlli funzionali.
Claudio Zitoli