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Villa le Corti: vendemmia da manuale
A Villa le Corti una vendemmia da manuale, espressione diretta della terra e sintesi perfetta tra natura e lavoro dell’uomo
Qualità eccellente nella Fattoria toscana della storica Famiglia
Villa Le Corti
A Villa Le Corti la vendemmia del Sangiovese è una delle prime della zona del Chianti Classico e di norma avviene tra il 20 di settembre e l’inizio di ottobre, circa dieci giorni in anticipo rispetto alle zone più centrali della denominazione. Quest’anno è iniziata nei tempi tradizionali nel rispetto di una stagionalità quasi perfetta. Dal 2 al 4 settembre è iniziato il diradamento delle uve sangiovese per la base spumante del Rosé, seguito dalla raccolta delle uve destinate al rosato, un nuovo esperimento reintrodotto a Villa Le Corti dopo diversi anni in cui la produzione era stata interrotta. I colori eccellenti, foglia di cipolla che richiamata alla mente la cipria d’antan della nonna, lasciano preludere un risultato interessante.
Dal 6 settembre fino al 16 abbiamo raccolto un fantastico Merlot ed a seguire il Colorino per poi iniziare il Sangiovese e concludere la vendemmia l’8 ottobre.
L’andamento lineare ha permesso di portare in cantina le uve con tempi tranquilli e regolari.
«La qualità è eccellente, sottolinea Duccio Corsini, a guida dell’azienda chiantigiana, erede della storica famiglia che affonda le sue radici nel XIII secolo - senz’altro superiore agli ultimi 4, 5 anni che ci avevano abituato a produzioni più basse. Il peso ha ritrovato una quantità di liquido e di polpa come da tradizione. Eccellente quindi il rapporto quantità-qualità con una produzione media di 55 quintali uva per ettaro».
L’andamento meteorologico in generale equilibrato ha favorito le uve che hanno beneficiato dello sbalzo termico tra le giornate soleggiate e il fresco notturno, sviluppando così al massimo la parte aromatica.
IN VIGNA
«La campagna è stata gestita molto bene, le piante non hanno sofferto di stress idrico: un’annata quindi molto buona per l’apparato vegetale, nonostante sia stata senza dubbio agronomicamente difficile» sintetizza Laura Lenzi, l’agronoma di Principe Corsini. «Ci troviamo ad avere a che fare con tutte le differenti anomalie climatiche che hanno un riscontro importante e diretto sul lavoro in vigna».
Una primavera con temperature molto basse e abbondanti piogge ha portato la conseguente necessità di trattamenti frequenti, bloccati da un naturale quanto anomalo rialzo delle temperature da giugno in poi, nel periodo della fioritura e dell’allegagione.
Un’annata che ha richiesto un grande sforzo sul campo, attento e mirato, reso possibile grazie anche all’ottimo lavoro di squadra.
«Dal punto di vista della conduzione biologica e biodinamica il risultato è stato eccellente, continua Laura Lenzi, grazie ad interventi mirati e ripetuti nel tempo con dosaggi omeopatici uniti alla sperimentazione degli olii essenziali, utilizzo quest’ultimo che in futuro sarà sempre più frequente».
Le uve sono così giunte in cantina non solo sane ma con una sanità eco sostenibile derivante da pratiche di agricoltura green, nel rispetto della conduzione del vigneto biologica, iniziata nel 2012 e consolidatasi nel 2015 con l’ottenimento della certificazione e la prima vendemmia certificata biologica.
Un lavoro artigianale che sempre più si allontana da una pianificazione standardizzata delle operazioni per lasciare spazio ad un agire su misura di stagione e di singolo vigneto.
IN CANTINA
L’obiettivo della vinificazione non è quello di stravolgere il lavoro condotto in vigna, ma completarlo, esaltando la naturale identità delle uve. Questo è il mantra che riassume il pensiero e l’azione concreta di Principe Corsini in un’ottica di semplicità e controllo, applicando un modello non standardizzato a favore di un lavoro sul frutto sempre più rispettoso.
In cantina l’uva arriva intatta. Si parte con una selezione manuale sul grappolo, seguita dalla macchina sgranellatrice e selezionatrice che opera in modo molto delicato in sostituzione della classica pigia diraspatrice, per arrivare al tavolo di selezione sui singoli acini, anch’esso manuale.
L’importanza assoluta data all’integrità del chicco, al fine di ottenere un risultato ottimale nel vino, ha portato a modificare il sistema stesso di trasporto dell’uva. Nel 2019 il classico trasporto con pompa mono e tubi larghi è stato sostituito da un sistema di nastri trasportatori studiato ad hoc, ben integrato nella storica cornice della cantina, così da mantenere intero il chicco sin al suo arrivo dentro le vasche di fermentazione.
«Cerchiamo di valorizzare al massimo la qualità della materia prima, di rispettarla intervenendo il meno possibile anche con i prodotti, racconta l’enologo Claudio Giglioni, responsabile a Villa Le Corti della cantina e del processo di vinificazione. In quest’ottica anche il lievito stesso, utilizzato, è stato selezionato in loco nei primi anni ’90. La tecnologia, invasiva, si riduce al minimo: semplici follature per affondare il cappello durante la fermentazione, limitando al massimo i rimontaggi con la pompa.
«L’idea, spiega Giglioni, nasce dall’approccio utilizzato per la produzione (limitata) di FICO dove l’intervento è minimo e vista la differenza di risultato così alta si è deciso di applicarla alla vinificazione in generale, per tutta la produzione. L’obiettivo è quindi quello di riportare il risultato di FICO su una massa più grande. Vini più fruttati, meno concentrati sugli aromi dell’invecchiamento».
Ottima la resa e la qualità delle uve arrivate in cantina: un’annata dunque che porterà con sé buoni risultati.
«Possiamo parlare di una vendemmia classica, che ben rappresenta il territorio di San Casciano e in particolare di Villa Le Corti, prevedendo dei risultati dove l’enfasi è posta sull’eleganza, sulla finezza e verticalità dei potenziali vini» conclude Duccio Corsini.
Una voce unanime quella dello staff di Villa le Corti, che sottolinea l’eccellenza non solo nella qualità percepita ma nell’unicità territoriale trasmessa dal vino, frutto di attenzione e umana cura.
Well Com
FEELINGFOOD MILANO PREMIA L’ECCELLENZA: RICONOSCIMENTO ALLA CARRIERA A GIUSEPPE VACCARINI
Conferito ieri sera a Milano il riconoscimento alla carriera al Sommelier Giuseppe Vaccarini, Presidente di ASPI – Associazione Sommellerie Professionale Italiana, nell’ambito della prima edizione di “FeelingFood Milano premia l'Eccellenza. La Festa del Cuoco”
Sommelier professionista, fondatore e Presidente di ASPI – Associazione Sommellerie Professionale Italiana, Giuseppe Vaccarini è stato protagonista, nella serata di ieri, lunedì 28 ottobre, dell’evento di FeelingFood Milano dedicato all’eccellenza enogastronomica e intitolata “La Festa del Cuoco”. Una serata di scambio culturale e convivialità in cui i 6 grandi chef Sergio Mei, Roberto Okabe, Elio Sironi, Vito Mollica, Ernst Knam e Roberto Di Pinto hanno trasmesso la loro filosofia e coinvolto oltre duecento colleghi da tutta Italia all’insegna della professionalità e della condivisione.
L’evento, nato da un’idea di MGM Alimentari e organizzato con il Patrocinio di Regione Lombardia e la collaborazione di AIME - Associazione Imprenditori Europei, ha visto un importante momento dedicato ai riconoscimenti alla carriera a chi si sia rivelato grande maestro dell’enogastronomia: è il caso di Giuseppe Vaccarini, che, originario del piccolo comune di Miradolo Terme (PV), è oggi emblema della sommellerie a livello internazionale. Una scelta d’obbligo, risultato della sua lunga e premiata carriera, per aver contribuito a dare voce e valore alla cultura enogastronomica italiana nel mondo e per aver trasmesso il suo know-how a quelli che oggi sono grandi professionisti del settore.
Miglior Sommelier del Mondo ASI 1978, già Presidente ASI (dal 1996 al 2004) e AIS, Giuseppe Vaccarini è il fondatore e attuale Presidente di ASPI, l’unica associazione italiana ad essere membro di ASI – Association de la Sommellerie Internationale e l’unica abilitata alla selezione dei candidati italiani per i concorsi continentali e mondiali dei sommelier. Tra le sue numerose esperienze, si ricordano il suo ruolo di Sommelier e poi di Direttore del ristorante di Gualtiero Marchesi a Milano, la gestione, affidatagli dal Ministero degli Affari Esteri, dei servizi di ristorazione per i Capi di Stato per il G7 di Venezia e il G8 di Genova, le decennali collaborazioni con le principali riviste enogastronomiche italiane ed internazionali, le numerose pubblicazioni di libri e manuali, fino alle prestigiose collaborazioni in ambito formativo con l’Istituto Carlo Porta di Milano, l’Università Cattolica del Sacro Cuore, il dipartimento di Enologia di Piacenza, e la SDA Bocconi per il Master in Fine Food & Beverage.
Negli ultimi anni Vaccarini è impegnato in Italia per il riconoscimento giuridico della professione di sommelier e in Asia con progetti volti a far conoscere la cucina ed i vini italiani sui mercati esteri.
Il premio, assegnato nel corso della serata anche al grande chef Sergio Mei, è stato consegnato a Giuseppe Vaccarini da Emanuele Monti, Presidente della Commissione Sanità RL, intervenuto per conto del Presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana.
«È per me un grande onore ricevere questo riconoscimento - ha dichiarato Giuseppe Vaccarini. È un incoraggiamento a proseguire con il mio lavoro di far conoscere l’alta professionalità e l’eccellenza italiana in campo enogastronomico in tutto il mondo».
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ASPI - Associazione Sommellerie Professionale Italiana. Si propone come punto di riferimento per la Sommellerie professionale, con l'obiettivo di offrire opportunità di crescita ed affermazione ai Sommelier. Dal 2007, anno della sua nascita, è il solo membro per l'Italia dell'Association de la Sommellerie Internationale, ASI. I principali obiettivi di ASPI sono la formazione, a livello professionale, e la diffusione della cultura sul mondo del cibo e delle bevande. ASPI è presente, sul territorio nazionale, con corsi ed attività.
Alessandra Perrucchini Cell. 340 4212323Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Il Gallo Nero a Milano
Stampa, professionisti del settore e istituzioni: il Chianti Classico incontra il capoluogo lombardo in una giornata a tutto… Gallo Nero
Al Sindaco Sala, una bottiglia di Chianti Classico 1946
Erano passati alcuni anni da quando il Consorzio Vino Chianti Classico si era presentato l’ultima volta a Milano con un evento ufficiale, ciò nonostante l’accoglienza del capoluogo lombardo è stata davvero calorosa.
Il Chianti Classico ha scelto di dedicare a Milano una giornata con due momenti distinti: il primo, con una masterclass sul Chianti Classico Gran Selezione 2016 riservata ad un’audience ristretta, che si è tenuta ieri, in tarda mattinata, presso la prestigiosa sede di Identità Golose; l’altro nel pomeriggio, con una grande degustazione alla presenza di 64 produttori di Gallo Nero al Westin Palace. Quest’ultimo evento, organizzato in collaborazione con AIS Milano e aperto a stampa, trade e al mondo della sommellerie, ha visto la partecipazione entusiastica di oltre 700 ospiti, arrivati al Westin dalla città e dal suo hinterland, per scoprire o riscoprire i profumi e i sapori della storica denominazione Toscana.
Ma l’emozione di tornare a Milano non è finita qui.
Nella splendida cornice di Palazzo Marino il Presidente del Consorzio Vino Classico, Giovanni Manetti, ha consegnato nelle mani del primo cittadino una bottiglia di Chianti Classico millesimo 1946, dalla collezione storica di Badia a Coltibuono. Con questo omaggio il Consorzio Vino Chianti Classico ha voluto sottolineare nuovamente l’importanza del rapporto fra il mondo della produzione vitivinicola e le Istituzioni, dopo le bottiglie di Gallo Nero omaggiate al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella lo scorso febbraio e al Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, in occasione dell’ultima edizione di Vinitaly.
Al Sindaco Giuseppe Sala il Presidente Giovanni Manetti ha voluto anche ricordare con questo dono la rilevanza per la Nazione del 1946, anno in cui fu inaugurato il Teatro alla Scala, dopo un restauro post bellico effettuato in tempi record. Fu un atto di speranza e di apertura al mondo che, ancora oggi, anima Milano, città dinamica, innovativa e accogliente.
In occasione dell’incontro, Giovanni Manetti ha ricordato come “Milano all’epoca divenne simbolo, attraverso il suo teatro principale, di una speranza per tutto il Paese, e il suo spirito di rinascita si coglie ancora oggi nello slancio verso il futuro e nel suo dinamismo. Questo la rende lo scenario ideale per presentare i vini Chianti Classico, ed è nostra volontà mettere nell’agenda di questa città un grande evento di denominazione ogni anno”
Il Sindaco Sala, ringraziando, ha sottolineato “Milano è una città dove si respira freschezza. Una città che ha una visione del futuro. Ed è una città aperta. Questa apertura verso l’esterno implica un grande impegno, e a volte dei sacrifici, ma ci restituisce anche importanti valori economici, sociali e culturali.”
Silvia Fiorentini
TORNA ARCHITETTO IN CANTINA: TOSCANA WINE ARCHITECTURE, IL VINO TRA FORMA E CONTENUTO
Sabato 16 novembre la rete organizza visite delle cantine di design, guidate da architetti. Focus su sostenibilità e architettura “verde”
Una giornata dedicata all'architettura, il 16 novembre 2019, organizzata da Toscana Wine Architecture la rete di cantine, primo esempio in Italia a valorizzare vino, design e turismo.
Torna “Architetto in cantina” il grande evento collettivo, diffuso sul territorio che ribadisce l'unione d'intenti e risorse all'insegna della grande qualità dei vini e dei luoghi in cui vengono prodotti. A condurre le visite guidate delle cantine di design, come nella precedente edizione, saranno infatti proprio gli architetti.
Un percorso tra i luoghi di produzione, ma dedicato in maniera più mirata alla struttura e alle scelte architettoniche. Ogni cantina declinerà il percorso in maniera diversa e lo arricchirà secondo il proprio stile: lezioni di architettura, degustazioni “green”, mostre, spesso alla presenza degli stessi architetti autori dei progetti originali (dettaglio in allegato).
Quest'anno, più che mai, il tema della sostenibilità sarà protagonista e la presenza degli architetti metterà in luce quanto il “verde” in queste cantine, non abbia solo una funzione decorativa, ma un ruolo fondamentale e funzionale. La natura, sia essa luce, pianta o un'anima di roccia, diventa materia vera e propria della costruzione, non un semplice decoro, ma elemento sostanziale del progetto.
Elementi comuni e costanti saranno la visita guidata a cura di un architetto, la presentazione della rete di Toscana Wine Architecture e la degustazione dei vini. L'evento, che ha il supporto della Fondazione Architetti Firenze, rappresenta una bella occasione per mostrare ai visitatori come la forma e il contenuto si fondano in un legame profondo. E' importante capire come dietro ogni scelta non si celi soltanto un'attenzione estetica e il senso del bello, ma una scelta etica legata al rispetto dell'ambiente e dell'uomo che ci lavora.
Il percorso che porta dal grappolo alla bottiglia è costellato di tanti piccoli passi, scelte che poi si ritrovano tutte nel bicchiere, perché il vino non è frutto solo della terra e della sapienza dell'uomo, ma anche della cultura che lo ha prodotto. Per questo l'ambiente, inteso nel senso più ampio del termine, è così importante.
Ogni cantina rappresenta una diversa lettura del territorio perché racconta zone e storie differenti, interpretati da architetti che si sono ispirati alla cultura e alla storia dei luoghi, ma molti sono i tratti comuni che caratterizzano la rete.
La vinificazione “per gravità” che consente di rispettare il vino e ottenere una qualità superiore, ridurre il consumo di energia e al contempo di facilitare il lavoro in cantina; l'uso sapiente della luce, con affacci capaci di illuminarne gli spazi interni, grazie a fonti luminose naturali che coniugano il risparmio con l'arte visiva. L'utilizzo dello spazio che combina l’esigenza funzionale, per la produzione e la conservazione del vino, alla capacità di creare scenari unici, dove la bellezza e l'emozione non vanno a scapito della sicurezza e del lavoro. Il profondo rispetto per il territorio che vede l'utilizzo di materiali naturali, talvolta di recupero, basso impiego di energia, per produrre al meglio, salvaguardando l'ambiente.
Sia che dialoghino con la natura, integrandosi perfettamente nel territorio, fino quasi a mimetizzarsi nel paesaggio, sia che si staglino nello skyline come punti di riferimento dell'orizzonte circostante, le cantine di Toscana Wine Architecture hanno la capacità di coniugare funzione e forma, saldando tra loro la dimensione etica e quella estetica, evidenziando l’eccezionale qualità sia del contenitore che del suo contenuto.
“Più che innamorarti di un luogo, lo fai tuo. Cominci a proiettarci un’idea. E allora il gioco è fatto”. Renzo Piano
Grazie alla collaborazione con FAF, la partecipazione alla visita fornisce un credito formativo per l'aggiornamento professionale agli iscritti all'Ordine degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori. Sarà sufficiente un'autocertificazione, richiedendo alla cantina, in cui viene effettuata la visita, l'apposito coupon.
Toscana Wine Architecture è una rete, costituita nel 2017, che riunisce 14 cantine di design (Cantina Antinori nel Chianti Classico, Caiarossa, Cantina di Montalcino, Castello di Fonterutoli, Colle Massari, Fattoria delle Ripalte, Il Borro, Le Mortelle, Petra, Podere di Pomaio, Rocca di Frassinello, Salcheto, Tenuta Ammiraglia - Frescobaldi, Tenuta Argentiera) che hanno fatto singolarmente investimenti significativi e hanno deciso di puntare su una strategia comune, per accogliere turisti e visitatori da tutto il mondo. Toscana Wine Architecture viene promosso da Regione Toscana in collaborazione con Vetrina Toscana, Federazione Strade del Vino, dell'Olio e dei sapori di Toscana in collaborazione con Fondazione Sistema Toscana.
Daniela Mugnai - COFFEE 347 8288287 - Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Go Wine: “Incontri di…vini” al Ristorante “A Spurcacciunn’a”
LUNEDI’ 11 NOVEMBRE 2019
Mare Hotel **** - Ristorante “A Spurcacciunn’a”
Via Nizza, 41 – SAVONA
“Incontri di…vini”
Cantine che valgono un viaggio si incontrano a Savona
Go Wine, associazione nazionale di consumatori-turisti del vino, in collaborazione con i soci del Club Go Wine di Savona, organizza l’ottava edizione dell’evento autunnale di degustazione in città.
Un banco d’assaggio sfizioso che presenta un ideale incontro fra cantine liguri e di altre regioni.
Nel corso della serata il Club Go Wine di Savona assegnerà alcuni riconoscimenti a locali del gusto di Savona e dintorni, che si sono in particolare distinti per la diffusione della cultura del vino.
Vi aspettiamo!
Le cantine al banco d’assaggio
Abbona Anna Maria – Dogliani (Cn); Boschis Francesco – Dogliani (Cn);
Bricco Maiolica – Diano d’Alba (Cn); Cascina Belvedere 1932 – Mornese (Al);
Marisa Cuomo – Furore (Sa); De Tarczal – Marano d’Isera (Tn);
Erede di Chiappone Armando – Nizza Monferrato (At);
Eredi Ing. Guglierame – Pornassio (Im); Fattoria San Francesco – Cirò Marina (Kr);
Forteto della Luja – Loazzolo (At); Zaccagnini – Bolognano (Pe).
Una selezione di vini Malvasia, da differenti regioni italiane
Programma e orari
Il banco d’assaggio si svolge con orario 17.00-22.00.
Alle ore 18 si terrà una breve presentazione dell’evento e la consegna dei riconoscimenti ad alcuni locali liguri del comparto ristorazione/enoteca.
Il costo della degustazione per il pubblico è di € 15,00 (€ 10,00 riduzione Soci Go Wine).
ATTENZIONE: Per una migliore accoglienza è consigliabile confermare la presenza alla serata ed il numero di eventuali accompagnatori all’Associazione Go Wine, telefonando al n°0173/364631 oppure inviando un fax al n°0173/361147 o un’e-mail a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. entro le ore 12.00 di lunedì 11 novembre.