Home
Dalla manifestazione Forme-B2Cheese di Bergamo al workshop in Germania
Alla scoperta del Montasio in tutte le sue “Forme”
Degustazioni, laboratori e convegni per far conoscere e apprezzare questa eccellenza casearia.
Degustazioni, convegni, workshop e fiere: continua il percorso divulgativo del Consorzio di tutela del Montasio Dop impegnato in una importante attività di promozione volta ad accrescere e approfondire la conoscenza di questa eccellenza casearia.
E sono diversi gli appuntamenti da segnalare che consentono di immergersi nel mondo del formaggio, a cominciare dalla manifestazione dedicata all’arte casearia italiana “Forme” che torna a Bergamo dal 17 al 20 ottobre con un calendario ricco di iniziative e attività.
Un format fieristico in grado di soddisfare tutti i palati, professionali e non, che permette di conoscere meglio il formaggio Montasio approfondendone le tecniche di produzione, il territorio d’origine e la sua storia attraverso eventi B2B dedicati agli operatori del settore in un’ottica di sviluppo e collaborazione, e con appuntamenti aperti al pubblico per assaporare e vivere esperienze dirette di degustazione.
“Un’esperienza unica per ampliare la cultura e affinare la propria tecnica d’assaggio seguendo alcune semplici regole, come il taglio e la porzionatura per esaltare gusti e proprietà organolettiche – commenta il presidente del Consorzio, Valentino Pivetta. Degustazioni che porteremo prossimamente anche nelle città di Milano, Firenze, Torino e Ancona ma che esporteremo anche all’estero. In collaborazione con il Consorzio dei vini del Collio Orientale parteciperemo anche ad un workshop a Monaco e Berlino con l’intento di aprire una strada verso il mercato tedesco”.
Sabato 26 ottobre invece si gioca in casa in quel di Venzone. In occasione della 27° Festa della Zucca, in collaborazione con il Consorzio Agrario, durante la mattinata - previa prenotazione - sarà possibile partecipare (max 20 persone) a una tra le tre visite guidate gratuite proposte all'interno del caseificio della Latteria di Venzone. Qui si potrà scoprire come il latte (anche di Pezzata Rossa) degli allevatori friulani si trasforma in formaggio. Accompagnati da tecnici e casari si potrà assistere a tutte le fasi della produzione con la possibilità a fine visita di assaggiare i prodotti della Latteria di Venzone e portarsi a casa un bel grembiale firmato Montasio Dop..
Maggiori info sui siti www.montasio.com e www.consorzioagrariofvg.it.
Marzia Zanchin
“APPASSIMENTI APERTI”, TUTTI I SAPORI DELLA VERNACCIA NERA
Nelle domeniche del 10 e del 17 novembre a Serrapetrona degustazioni e visite in cantina per conoscere questo straordinario vitigno direttamente nei luoghi di produzione. Un evento organizzato dall’Istituto Marchigiano di Tutela Vini
Due domeniche di gusto, bellezza e cultura del vino. Torna il 10 e il 17 novembre nell’incantevole borgo di Serrapetrona (Macerata) “Appassimenti aperti”, l’evento dedicato alla valorizzazione del vitigno autoctono Vernaccia nera e alle sue due espressioni: la Vernaccia di Serrapetrona docg e il Serrapetrona doc. La manifestazione, giunta alla tredicesima edizione, è organizzata dall'Istituto Marchigiano di Tutela Vini (Imt) nell’ambito del piano di promozione sostenuto dal Programma di Sviluppo rurale 2014 – 2020 (misura 3.2) della Regione Marche.
Visite in cantina e degustazioni in piazza per conoscere da vicino questa “chicca” del patrimonio vitivinicolo delle Marche e cogliere l’opportunità di scoprire gli “appassimenti”: in questi suggestivi spazi le uve vengono conservate dopo la vendemmia ed impiegate via via nella lavorazione in procedimenti lunghi e complessi. La tecnica antica dei grappoli appesi è da sempre uno degli aspetti più affascinanti di Appassimenti aperti.
Una produzione che vanta diversi primati: prima docg delle Marche ed un legame così stretto con il territorio da rendere il vino da Vernaccia nera il prodotto tipico per eccellenza: “Tutto il procedimento – spiega Alberto Mazzoni, direttore di Imt –, dalla coltivazione all’imbottigliamento, viene mantenuto in questa piccola zona del Maceratese (70 ettari vitati), dando vita a vini unici, non riproducibili altrove, che meritano di essere apprezzati nei luoghi di produzione. Con questa filosofia è nata Appassimenti aperti”.
Con tracce che arrivano fino al XV secolo, la Vernaccia racconta una storia antica e oggi raggiunge una nuova maturità grazie al lavoro dei produttori che alla voglia di esaltare la tradizione uniscono quella di sperimentare nuove strade. Ecco le cantine protagoniste di Appassimenti aperti 2019, impegnate nell’organizzazione dell’evento insieme con l’Amministrazione comunale: l’Azienda agricola Alberto Quacquarini, Cantine Fontezoppa, Terre di Serrapetrona, Podere sul lago e Vitivinicola Serboni.
È grazie al loro lavoro se oggi questa produzione riesce ad esprimere una grande versatilità e ad accompagnare ogni occasione dove il gusto della cucina italiana è protagonista. Le bollicine rosso rubino della docg sono perfette accanto ai dolci della tradizione; la versione secca si sposa con formaggi e salumi ma è sempre più apprezzata per accompagnare tutto il pasto, accanto a sapori corposi. Il Serrapetrona doc, vino fermo, è ottimo con salumi e antipasti in genere, primi piatti saporiti, carni rosse, al forno e alla griglia, formaggi stagionati. A legare questa varietà, i sentori speziati e minerali tipici del vitigno.
Nelle due domeniche di Appassimenti aperti i visitatori potranno godere anche di un paesaggio d’incanto, dipinto dalle calde cromie autunnali, e conoscere un territorio ricco di risorse naturalistiche e culturali. Da visitare a Serrapetrona Palazzo Claudi, la Chiesa di San Francesco che conserva capolavori come lo splendido Polittico di Lorenzo d'Alessandro e la Chiesa di Santa Maria di Piazza, riaperta lo scorso anno dopo il sisma e tornata a vivere come deposito attrezzato per le opere d’arte provenienti dai luoghi della cultura inagibili.
Appassimenti aperti
Domenica 10 e domenica 17 novembre 2019
Serrapetrona (Macerata)
web: www.appassimentiaperti.it
facebook: Appassimenti aperti
email: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.; Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.;
tel: 0733.908321 (Comune di Serrapetrona)
Letizia Larici
Consorzio Vino Chianti
OCM Vino, Il Consorzio Vino Chianti investe 1,5 milioni di euro nella promozione
Assegnati i fondi comunitari dalla Regione Toscana. Busi: “Soddisfatti, importante il ruolo del Consorzio nella promozione delle piccole e medie imprese”
Il Consorzio Vino Chianti è pronto a investire 1,5 milioni di euro nella promozione della denominazione. Sono stati infatti assegnati i fondi per la promozione del vino toscano nel mondo, le risorse comunitarie della cosiddetta OCM Vino per il 2019/2020
“Aspettavamo questa notizia da tempo – commenta il presidente del Consorzio Vino Chianti, Giovanni Busi - e siamo soddisfatti”. Il Consorzio Vino Chianti ha già programmato la sua attività di promozione estera per il 2020. “Ci siamo orientati in particolare verso Cina e Giappone dove prevediamo ci siano le miglior performance di sviluppo – spiega Busi - ma anche verso la Federazione Russa e l’area del sud est asiatico. Lavoreremo molto poi in Sud America, come in Brasile e Messico”
In totale, la Regione Toscana ha stanziato più di 11 milioni di euro per finanziare progetti mirati ad aumentare la competitività attraverso azioni di promozione e di pubblicità che evidenzino soprattutto gli elevati standard del prodotto in termini di qualità, ma anche di sicurezza alimentare e salvaguardia dell’ambiente. Sono stati finanziati anche partecipazioni a fiere e manifestazioni internazionali oltre che studi per valutare le azioni intraprese.
“E’ importante e sostanziale il ruolo e il valore del Consorzio nella valorizzazione e promozione delle produzioni di qualità certificata – conclude il presidente - Un'azione consortile fondamentale soprattutto per le piccole e medie aziende che senza il sostegno di una struttura ben organizzata non potrebbero mai far conoscere all'estero, in mercati lontani e spesso difficili, i propri prodotti”.
Consorzio Vino Chianti
Tel. +39 055 -333600
Mail. Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Clara D'Acunto
Cel. +39 338-4706653
IL TEMPO DI GIACOMETTI DA CHAGALL A KANDINSKY
DAL 16 NOVEMBRE IN GRAN GUARDIA A VERONA LA GRANDE MOSTRA
Il Comune di Verona e Linea d’ombra, assieme alla Fondazione Marguerite e Aimé Maeght, con l’apporto fondamentale del Gruppo Baccini in qualità di main sponsor, hanno siglato un accordo che porterà a Verona, nel Palazzo della Gran Guardia, una grande mostra organizzata da Linea d’ombra e curata da Marco Goldin, che così tornano in città a cinque anni di distanza dagli ultimi successi scaligeri.
Il tempo di Giacometti da Chagall a Kandinsky. Capolavori dalla Fondazione Maeght (dal 16 novembre 2019 al 5 aprile 2020, tutto su www.lineadombra.it, call center di Linea d’ombra 0422 429999) è una superba incursione, con un centinaio di opere tra sculture, dipinti e disegni, nel terreno del più alto Novecento internazionale, avendo Parigi quale centro. Una vera e propria monografica dedicata ad Alberto Giacometti, con oltre settanta opere, unitamente ad altri artisti che gravitavano nella Parigi soprattutto degli anni tra le due guerre ma anche nel decennio successivo, da Kandinsky a Braque, da Chagall a Miró, con un’ulteriore ventina di dipinti celebri, spesso di grande formato.
“L’Amministrazione Comunale di Verona è particolarmente lieta di presentare questa mostra –affermano all’unisono il Sindaco, Federico Sboarina e Francesca Briani, Assessore alla Cultura e al Turismo ?, mostra prodotta e organizzata da Linea d’ombra, secondo il progetto di Marco Goldin. Si tratta di uno splendido spaccato dell’ambiente che ha caratterizzato la vita e l’opera di Alberto Giacometti, considerato a ragione il più importante scultore del XX secolo. Un intero mondo fatto anche di straordinarie relazioni con altri artisti famosi come lui, tutto ciò reso possibile grazie all’intervento della Galleria prima, e della Fondazione poi, fondate da Aimé e Marguerite Maeght. Si tratta quindi di una storia corale e non di una, pur bellissima, monografia sull’opera di un artista straordinario come Alberto Giacometti”.
Dal canto suo Elisa Baccini, presidente del Gruppo Baccini che sponsorizza la mostra, sottolinea come “abbiamo scelto di assumerci un impegno di grande rilevanza nei confronti di un’Amministrazione, di un’impresa e del pubblico, diventando il main sponsor di questa mostra. Mirare a progetti di alta qualità e portarli alla loro riuscita, non sempre è cosa scontata. Lavori siffatti richiedono tra l’altro il giusto tempo per essere compresi, in un mondo, qual è quello nel quale viviamo, abituato piuttosto a cogliere rapidamente e consumare in fretta. Come Famiglia Baccini cerchiamo invece di percorrere una strada diversa, attraverso varie tipologie di impresa e di prodotto. Quello che vogliamo immaginare, all’inizio di questa bella storia realizzata anche con il nostro sforzo economico e imprenditoriale, è che tanto di noi e della bellezza resterà vivo nel tempo e nelle memorie”.
Marco Goldin cura l’esposizione, tornando in questo modo al suo amore per il XX secolo e agli studi sul Novecento, da cui è partito fin dagli anni universitari: “Giacometti è stato una delle mie primissime passioni nel campo dell’arte, poco dopo i vent’anni. Lo cercavo nei libri, nelle mostre e nei musei d’Europa. Ho immensamente amato dapprincipio i suoi disegni, diversi dei quali ho infatti scelto di portare in Gran Guardia. Poi i suoi quadri così sincopati, soprattutto le figure e le nature morte, anch’essi presenti a Verona, e naturalmente le celeberrime sculture. Sono felice di poter rendere omaggio a Giacometti in Italia con questa mostra così vasta, con opere che ne attraversano tutta la carriera, dal suo tempo giovanile in Svizzera alle sculture inaugurali attorno ai quindici anni fino alle prove surrealiste e a quelle, ormai facenti parte dell’immaginario collettivo, della maturità”.
E’ giusto dire che questa mostra servirà anche a rievocare una delle più straordinarie avventure culturali in Europa dalla metà del secolo in poi, quella di Aimé e Marguerite Maeght, che prima dell’inizio della Seconda guerra mondiale fondano a Cannes una loro galleria. Nell’ottobre 1945 aprirà la galleria parigina, dove due anni dopo verrà presentata, con un successo senza precedenti, l’Esposizione internazionale del Surrealismo, in collaborazione con Duchamp e Breton. Nel 1964 poi viene inaugurata a Saint-Paul-de-Vence la Fondazione Maeght, con un insieme architettonico concepito per presentare l’arte moderna e contemporanea in tutte le sue forme. La Fondazione possiede oggi una delle più importanti collezioni in Europa di dipinti, disegni, sculture e opere grafiche del XX secolo, con nomi di grande importanza che sono stati legati alla famiglia Maeght per decenni, Giacometti in primis.
“E’ affascinante già ora immaginare – conclude Marco Goldin – nel vasto salone centrale della Gran Guardia la Grande donna in piedi, scultura filiforme di quasi tre metri di altezza, fino alla scultura più celebre tra tutte, L’uomo che cammina, che sarà esposto al suo fianco. Nel mezzo la ricostruzione precisa, e poetica, dell’intera vita di Giacometti, tra disegni e pitture e soprattutto tante tra le sue famosissime sculture, dai busti e le teste del fratello Diego, ai cani, ai gatti, alle foreste fatte di figure quasi liquefatte. Fino alla notissima figura femminile del 1956, detta Donna di Venezia, esposta alla Biennale veneziana di quell’anno e che tanto successo riscosse. Ebbene, di quella figura la Fondazione Maeght possiede tutte le nove variazioni, che puntualmente giungeranno a Verona per essere esposte, per un confronto che rare volte nel mondo intero si è fatto”.
Organizzazione
Linea d’ombra
Tel 04223095
Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Ufficio Stampa
Studio ESSECI di Sergio Campagnolo
ASOLO PROSECCO, VENDITE IN AUMENTO DEL 23% RISPETTO AL 2018
Zamperoni: “Abbiamo investito sull’identità territoriale con risultati evidenti. Ora puntiamo ai 15 milioni di bottiglie entro fine anno”
La marcia dell’Asolo Prosecco non si ferma: nei primi nove mesi del 2019 le vendite sono aumentate del 23% rispetto a quelle dell’anno precedente. Nello stesso arco di tempo sono state collocate sul mercato circa 12 milioni di bottiglie, di fatto quasi quanto in tutto il 2018, che aveva chiuso l’anno a quota 12,6 milioni.
“Investire sulla propria identità territoriale – dichiara Ugo Zamperoni, presidente del Consorzio di Tutela dell’Asolo Prosecco - è la scelta migliore che si possa fare nel mondo del vino. Noi abbiamo investito sull’identità di un Prosecco Superiore che esprima il carattere delle colline di uno dei borghi più belli d’Italia, Asolo, e ora raccogliamo i risultati”.
A vendemmia appena conclusa, Zamperoni traccia anche le prime considerazioni sull’annata: “Il risultato dell’investimento fatto dai nostri viticoltori sulla capacità di leggere e interpretare il territorio e gli andamenti stagionali lo si è toccato con mano soprattutto quest’anno. L’avvio della stagione viticola era stato infatti estremamente complicato. Arrivando da un inverno molto secco, il clima è evoluto in una primavera tra le più difficili degli ultimi anni: di fatto, l’estate è esplosa praticamente senza una vera traccia di primavera. Ma è proprio qui che si è rivelata vincente l’esperienza della nostra filiera e dunque, pur nella complessità dell’annata, abbiamo saputo portare in cantina delle uve dotate di caratteristiche addirittura al di sopra dei canoni qualitativi consueti, il che ci fa pensare che possa proseguire la marcia spedita imboccata dall’Asolo Prosecco nel 2019”.
Le aspettative sono di una crescita costante: “Abbiamo visto un’accelerazione nei tre mesi estivi – continua Zamperoni - durante i quali abbiamo certificato 4,7 milioni di bottiglie contro la media di 3,5 milioni dei due trimestri precedenti. Pensare che ci era sembrato già un successo senza precedenti aver superato per la prima volta i 3 milioni di bottiglie nel trimestre estivo del 2018. Ovviamente nei numeri siamo lontani dalle altre denominazioni del Prosecco, ma non essendoci motivi per ipotizzare dei rallentamenti da qui alla fine dell’anno, prevediamo comunque di sfondare per la prima volta entro fine 2019 la quota di 15 milioni di bottiglie, che per la nostra viticoltura collinare rappresenta un volume importante e che costituisce anche un chiaro segnale di emancipazione del nostro Asolo Prosecco nell’offerta degli spumanti italiani di pregio. Dai mercati, del resto, ci stanno arrivando segnali di attenzione molto incoraggianti nei confronti della nostra denominazione e della nostra identità collinare e noi a questa ci teniamo tantissimo, perché la consideriamo il nostro vero patrimonio”.
Chiara Brunato