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“DONNE IN VIGNETO”: AL CENTRO DI VINEA TIROLENSIS 2018
Vinea Tirolensis 2018: mercoledì 17 ottobre 2018 alla fiera “Hotel 2018”
“Donne in vigneto”: al centro di Vinea Tirolensis 2018
Magdalena, Anita, Judith, Claire, Christine e Sylvia hanno qualcosa in comune: i loro vigneti fanno parte delle 100 aziende vitivinicole dell’associazione Vignaioli dell’Alto Adige. Viticoltrici, addette alla comunicazione o proprietarie – sempre guidate dalla grande passione che le lega alla vigna, ognuna a suo modo ricopre un ruolo fondamentale. Sei donne che rappresentano le tante, tantissime altre donne della viticoltura altoatesina. Ed è proprio “Donne in vigneto” il tema centrale della nuova edizione di Vinea Tirolensis, evento di presentazione prodotti e degustazione in programma il 17 ottobre all’interno della fiera Hotel 2018 a Bolzano.
Quest’anno Vinea Tirolensis giunge alla sua 19esima edizione, la settima in collaborazione con Fiera Bolzano che insieme ad Autochtona e a Lagrein Experience rappresentano le giornate del vino di Hotel. Un segnale chiaro dunque del successo che questo evento espositivo, a cura dei Vignaioli dell’Alto Adige, continua a riscuotere negli anni.
Subito dopo le due giornate dedicate ai vini autoctoni italiani, con oltre 80 aziende proveineiti da tutta la penisola (Autochtona 15 e 16 ottobre), come ogni anno più di 70 viticoltori associati altoatesini si riuniranno mercoledì 18 ottorbe per presentare i propri prodotti, disponibili anche alla degustazione: una selezione di oltre 350 vini diversi a testimoniare la ricca varietà che caratterizza i vigneti e le cantine dell’Alto Adige.
Il vignaiolo, il viticoltore, ilvigneto. Termini che ricorrono sempre al maschile e dietro cui si nasconde però il lavoro – e i vini – delle tante donne attive nelle aziende dei Vignaioli dell’Alto Adige: mogli, figlie, esperte. “Il tipico vigneto altoatesino è un’azienda a conduzione familiare. E ogni membro della famiglia contribuisce a portarla avanti”, conferma Hannes Baumgartner, presidente dell’associazione. Ecco perché il motto scelto per l’edizione 2018 di Vinea Tirolensis è proprio “Donne in vigneto”.
All’interno dell’azienda vitivinicola la donna ricopre ruoli diversissimi – dal lavoro in vigna all’affinamento in cantina fino all’attività di marketing. Qui di seguito l'esempio di sei donne attive in altrettante aziende associate ai Vignaioli dell’Alto Adige.
Enologa per passione
La giovane viticoltrice Magdalena Pratzner di Naturno, in Val Venosta, lavora attivamente nell’azienda di famiglia già da diversi anni ed è responsabile delle ultime fasi produttive in cantina. “Il mio lavoro mi affascina sempre come se fosse la prima volta”, racconta l’enologa, la schiena contro una botte in legno d’acacia, “lavoro nella vigna, prendo campioni, decido quando è il momento perfetto per la raccolta e accompagno le fasi di maturazione del vino in cantina. Attraverso le differenti condizioni climatiche e le mutevoli caratteristiche del terreno, nascono nuovi aromi. E vini sempre diversi”.
Le parole del vino
Completamente diversa la mansione di Judith Bertagnolli del Thurnhof, a Bolzano. Si occupa infatti della comunicazione e della redazione di testi. Portano la sua firma le etichette dei vini, così come i dépliant dell’azienda e tutti gli altri testi che riguardano il Thurnhof. Si vede anche come “traduttrice” dei complicati tecnicismi del produttore, che riformula per il cliente in un linguaggio accessibile. Riesce così trasmettere al lettore le conoscenze specialistiche del marito, descrivendo con parole semplici e comprensibili le attività nella vigna, i processi produttivi in cantina e le note aromatiche dei vini.
Varietà tra i filari
Anita Mitterer di Marlengo, invece, è coinvolta in quasi tutte le attività dell’azienda. Le donne vi ricoprono un ruolo importante da generazioni: già la madre di Anita aveva rilevato il Pardellerhof dai propri genitori e recentemente è toccato ad Anita subentrare alla guida dell’azienda. Insieme al marito Erwin gestisce la tenuta unendo tutti gli elementi in un’unica grande visione: “Qui al Pardellerhof siamo molto attenti a una coltivazione sostenibile e legata al territorio. Ecco perché tra i nostri filari trovano spazio per crescere e prosperare anche varietà antiche e piante resistenti”. Una varietà vissuta sul campo e che si ritrova anche nei vini: su due ettari di vigneto la famiglia Mitterer coltiva sette diverse tipologie di vino.
Dall’Inghilterra con (e per) amore
Dal Lieselehof il suo sguardo scivola sulle colline tra vigneti e boschi fino a raggiungere il Lago di Caldaro – in Alto Adige Claire ha trovato una seconda patria. Nata e cresciuta in Inghilterra, è arrivata in Alto Adige per amore: “Mi sono innamorata subito dei meravigliosi paesaggi e della simpatia della gente. Non ho mai avuto nostalgia – in Alto Adige mi sono trovata bene fin dall’inizio”.
Claire ha studiato scienze teatrali a Londra e dopo la laurea si è trasferita in Alto Adige. La viticoltura era per lei un terreno assolutamente inesplorato: con grande entusiasmo ha assolto svariati corsi all’Accademia del vino, partecipando anche a percorsi formativi dell’ONAV, l’Organizzazione Nazionale Assaggiatori Vino. Oggi conosce a menadito ogni vitigno, sa discernere tra origine e gusto, tenendo testa a ogni esperto d’enologia.
L’anima dell’azienda
Con l’immancabile grembiule blu legato in vita, sempre indaffarata tra mille compiti, Christine accoglie con un caloroso sorriso tutti gli ospiti della tenuta vitivinicola Haderburg. “Sono sempre qui in azienda”, racconta, “amo dare il benvenuto agli ospiti facendo degustare loro i nostri vini e spumanti. Ormai conosco personalmente tutti i clienti e sono sempre felice di accogliere volti nuovi qui all’Haderburg”.
Il contatto diretto con i clienti è per Christine di primaria importanza: ormai i clienti abituali vengono in azienda senza nemmeno avvisare. Tanto sanno che Christine c’è e si ritaglia volentieri del tempo per due chiacchiere davanti a un calice di spumante.
Simbiosi di vino e arte
Che il vino non è solo sinonimo di gusto, lo dimostra l’azienda vitivinicola Klaus Lentsch. Qui, dietro l’elegante bancone in marmo, Sylvia accoglie sorridendo gli ospiti dell’enoteca: “Non ci limitiamo a offrire vini eccezionali, vogliamo entusiasmare i nostri ospiti anche con arte e cultura”.
Oltre al vino, la tenuta Klaus Lentsch mette in scena molto altro. Più volte all’anno organizza “Teatro in vigna”: il giardino o la cantina si trasformano in palcoscenico e propongono spettacoli teatrali a cui assistere in compagnia di un buon bicchiere di vino. “L’arte e la cultura giocano per noi un ruolo fondamentale: amiamo anche invitare artisti, offrendo loro l’opportunità di esporre qui le proprie opere”, spiega Sylvia.
Sei donne, sei storie
Questi sei brevi ritratti mostrano quanto sia importante la presenza delle donne all’interno dell’azienda vitivinicola. Che sia nella vinificazione o nella gestione del vigneto, le viticoltrici sono parte integrante dell’attività. In occasione di Vinea Tirolensis 2018, le donne presenti agli stand della Fiera di Bolzano saranno certamente numerose e felici di raccontare dei loro vini straordinari.
Le date da segnare in agenda sono dunque dal 15 al 18 ottobre a Bolzano, per Autochtona (15-16 ottobre), Vinea Tirolensis (17 ottobre) e Lagrein Experience (18 ottobre).
L’associazione Vigniaioli dell’Alto Adige
L’associazione Vignaioli dell’Alto Adige rappresenta oggi 100 produttori di vino delle diverse regioni vitivinicole della provincia, dalla Val Venosta alla Valle Isarco fino alla Bassa Atesina. Tanti terroir, tanti caratteri diversi a cui si aggiunge l’inconfondibile impronta che ogni viticoltore conferisce ai propri vini.
Fondata nel 1999, l’associazione Vignaioli dell’Alto Adige ha come obiettivo rappresentare gli interessi dei propri soci, fornire servizi specifici e farsi ambasciatrice della cultura vitivinicola altoatesina.
Informazioni di contorno
Vinea Tirolensis 2018 ha luogo mercoledì 17 ottobre 2018 all’interno della fiera “Hotel 2018” a Bolzano (Alto Adige). Dalle 11:00 alle 18:00 sono offerti in degustazione più di 350 vini dei produttori associati ai Vignaioli dell’Alto Adige. Ogni anno la fiera alberghiera richiama a Bolzano oltre 20.000 visitatori
Jessica Busoli
IL GATTIMASSOBRIO ANNUNCIA LE 40 TAVOLE MEMORABILI DELL’ANNO
Esce la quarta edizione della guida ai ristoranti italiani, con 3.300 segnalazioni
Cresce ancora la guida ai ristoranti di Paolo Massobrio e Marco Gatti, che verrà presentata a Golosaria Milano il 29 ottobre: ben 3.300 segnalazioni, tra cui 332 corone radiose, il massimo della valutazione, accanto a 568 faccini radiosi, altro livello d’eccellenza utilizzato dalla squadra di 90 collaboratori della coppia col papillon.
Una guida che mette sul medesimo livello di giudizio la trattoria e il ristorante, la pizzeria e l’agriturismo.
Oggi vengono annunciate le 40 tavole “memorabili”, descritte sul portale del gusto IlGolosario.it, con il piatto migliore. Una miniguida, che apparirà anche con l’indicazione di un fondino nella recensione di questi 40 locali, che hanno lasciato il segno. Alessi e Acqua Lauretana gli sponsor, rispettivamente delle soste memorabili e delle corone radiose.
Iniziamo dunque dal miglior ristorante assoluto: quest’anno è in Piemonte, dopo che negli anni precedenti aveva preso casa in Sicilia (La Madia di Licata e Accursio a Modica). Si tratta del ristorante La Madernassa di Guarene (Cuneo), dove lavora lo chef Michelangelo Mammoliti.
Migliore pizza assoluta è invece quella di Simone Padoan, ai Tigli di San Bonifacio, campione della pizza contemporanea.
L’accoglienza migliore va a un locale di Finale Emilia, la Fefa, con l’ostessa Giovanna Guidetti, mentre la promessa per il GattiMassobrio è in Veneto, a Montagnana, al ristorante Moro, con la cucina superba di Silvia Moro.
E le migliori tavole delle principali città e delle regioni?
Eccole
VALLE D’AOSTA
Gignod (Ao) - La Clusaz
PIEMONTE
Cervere (Cn) - Antica Corona Reale
Torino - La Piazza
LIGURIA
Levante Ligure - Ne (Ge) - La Brinca
Ponente Ligure - Alassio (Sv) - Nove • Villa della Pergola
LOMBARDIA
Albavilla (Co) - Cantuccio
Milano - Daniel Cucina Italiana Contemporanea
VENETO
Altissimo (Vi) - Casin del Gamba
Venezia - Glam by Enrico Bartolini
TRENTINO
Pergine Valsugana (Tn) - Antica Trattoria Morelli
Trento - Locanda Margon
ALTO ADIGE
Sarentino (Bz) - Terra - Hotel Auener Hof
FRIULI VENEZIA GIULIA
San Quirino (Pn) - La Primula
EMILIA
Agazzano (Pc) - Or - Cucina d’Arte
Bologna - Osteria Bottega
ROMAGNA
Cattolica (Rn) - Liuzzi
TOSCANA
Castiglione d’Orcia (Si) - Osteria Perillà
Firenze - Il Palagio - Four Season Hotel Firenze
MARCHE
Loreto (An) - Andreina
UMBRIA
Orvieto (TAR) - I Sette Consoli
LAZIO
San Cesareo (Rm) - Osteria di San Cesario
Roma - Metamorfosi
ABRUZZO
Guardiagrele (Ch) - Villa Maiella
MOLISE
Termoli (Cb) - Osteria dentro le mura
CAMPANIA
Eboli (Sa) - Papavero
Napoli - Eccellenze Campane (via Brin)
BASILICATA
Bernalda (Mt) - La Locandiera
Potenza - Antica Osteria Marconi
PUGLIA
Orsara di Puglia (Fg) - Peppe Zullo
Bari - La Bul
CALABRIA
Longobardi (Cs) - Magnatum Degusteria
Catanzaro - Abbruzzino
SICILIA
Licata (Ag) - La Madia
Palermo - Gigi Mangia
SARDEGNA
Sardegna del Nord: Olbia (Ss) - Dolceacqua
Sardegna del Sud: Calasetta (Su) - Oasi Blu
Federica Borasio
L’’Astemia Pentita
L’’Astemia Pentita - Barolo, via Crosia 40. da lunedì 1 ottobre 2018. apertura wine shop: lun/dom, 10.00-18.30
L’’Astemia Pentita, la prima cantina vitivinicola pop nata dalla volontà dell’eclettica e visionaria imprenditrice piemontese Sandra Vezza, annuncia la sua apertura ufficiale. Nel territorio di Barolo – dichiarato nel 2014 Patrimonio Mondiale dell’Unesco insieme ai paesaggi vitivinicoli di Langa-Roero e del Monferrato – proprio sulla collina dei Cannubi, dove storicamente è nato il Barolo e dove il crinale che ospita i vigneti più preziosi delle Langhe inizia a salire verso il centro del paese, sorge la scultorea cantina de L’’Astemia Pentita.
Ed è proprio l’imprenditrice Sandra Vezza a dichiararsi con questa avventura “astemia pentita”; il nome della cantina, infatti, racconta già in sé la nascita del progetto: Sandra Vezza, da sempre astemia, con la decisione di dedicarsi alla produzione vitivinicola annuncia definitivamente il proprio pentimento. Un amore quello per il territorio delle Langhe e per il vino che, fin da piccola, l’imprenditrice ha sviluppato tramite il nonno – lui, già all’età di quattro anni, prendendola per mano, la portava a passeggiare tra i filari, insegnandole come lavorare le viti – e a cui, oggi, è riuscita a dare seguito con un progetto dalla connotazione innovativa e dirompente.
“Sono sempre stata innamorata delle mie Langhe, dove sono cresciuta e dove vivo”, racconta Sandra Vezza, “la mia passione è da sempre camminare tra i vigneti, e rimanerci ore a pensare, guardando questo paesaggio spettacolare che cambia continuamente colore ogni mese dell’anno. Fin quando un giorno, proprio camminando, ho conosciuto una coppia di anziani signori, fratello e sorella, Teobaldo e Livia De Magistris, che, avendo quasi 90 anni, da tempo volevano vendere i propri terreni, ma solo a chi il cuore avrebbe detto sì. Nell’istante in cui ci siamo incontrati, tra di noi c’è stata subito una grande intesa e il Signor Teobaldo, guardandomi negli occhi, mi ha detto ‘lei mi piace, è una langarola, sarei felice di poterle vendere la mia vigna’. E cosi è iniziata la mia avventura nel vino”. Il progetto de L’’Astemia Pentita è stato così concepito e sviluppato nella sua totalità sulla base della volontà di Sandra Vezza di poter realizzare una cantina innovativa e diversa che ne rispecchiasse la personalità, cosi la sua visione è stata tradotta dal progettista nell’architettura della cantina.
Lei stessa ha voluto guidare la progettazione del dimensionamento di tutti gli spazi interni, disegnare e progettare il design degli interni – wine shop, sala degustazione e zona produttiva – nei minimi dettagli, dalle decorazioni delle pareti, ai soffitti, alla pavimentazione, fino alla scelta degli arredi, di cui alcuni progettati dalla stessa imprenditrice (come ad esempio gli espositori delle bottiglie). Non solo l’immagine della cantina, ma anche l’estetica del marchio, il design delle bottiglie e la comunicazione dell’intero progetto sono frutto delle sue intuizioni.
LA PRODUZIONE VITIVINICOLA
Tra i comuni di Barolo e Monforte L’’Astemia Pentita detiene 30 ettari. Dieci le etichette prodotte, dal Barolo, il signore del territorio, al Langhe Nebbiolo, al Barbera, al Dolcetto d’Alba, fino ai bianchi come il Riesling: tra questi, l’azienda ha attuato un recupero dei vitigni autoctoni e meno conosciuti come il Nascetta, che dal 2010 ha acquistato la sua denominazione autonoma e che oggi viene prodotto da soli 30 produttori al mondo. Tre le punte di diamante de L’’Astemia Pentita spicca il Barolo Cannubi DOCG, il cru è il biglietto da visita della cantina dal colore granato e dalle peculiari note fruttate e speziate che con i suoi 36 mesi in botte sprigiona tutta l’essenza delle Langhe.
Per i veri intenditori e amanti del territorio il Barolo Cannubi Riserva 2011 rappresenta il vino più prezioso della cantina: 36 mesi in botte e 24 mesi in bottiglia, regala un ampio ventaglio di sensazioni olfattive e una setosità di tannini che ne attestano lo status di un vino maturo e complesso. Meno noto ma non meno importante, il Barolo cru Terlo, un po’ più scontroso, un po’ rustico, ma di grande stoffa e longevità.
Il design delle bottiglie Bottiglie iconiche, da collezione, che diventano oggetto di design, raffigurando gentiluomini e dame in abito elegante. Le bottiglie Uomo e Donna de L’’Astemia Pentita sono nelle loro forme “un omaggio alle persone”, afferma Sandra Vezza. L’imprenditrice ha infatti voluto rendere un omaggio a tutti gli uomini e le donne che con impegno costante e passione lavorano per ottenere i vini che rappresentano l’eccellenza delle Langhe, realizzando due bottiglie che raffigurano il lato “maschile” e “femminile” del vino.
In cantina Durante le visite in cantina si apprezza il racconto dell’enologo dell’azienda, Mauro Daniele che ha 40 anni di esperienza nel mondo dei vini piemontesi, e dei giovani ragazzi che raccontano a tutti i visitatori l’essenza di questo “radical wine”, come ama chiamarlo Sandra Vezza, dal design accattivante. Mauro Daniele accompagna i gruppi lungo i diversi livelli della cantina, concludendo il percorso con la degustazione dei vini nel patio che gode di un ampio panorama sulle vigne di Barolo. Da prenotare su appuntamento.
L’enologo Donato Lanati L’Astemia Pentita si avvale della consulenza dell’enologo scienziato Donato Lanati, apprezzato a livello internazionale per il suo metodo di lavoro che, attraverso il centro di ricerca Enosis da lui fondato, punta ad ottenere vini di elevata qualità.
IL PROGETTO ARCHITETTONICO
Progettista: architetto Gianni Arnaudo Progettista degli interni: Sandra Vezza Data progetto: 2009
Gli esterni: un’estetica di rottura e controcorrente L’architettura dell’edificio si contraddistingue per un’estetica dichiaratamente pop: appoggiata come una scultura sulla dolce collina tra i filari dei vigneti, la cantina è infatti costituita da due grandi volumi sovrapposti, che evocano le forme di due casse da vino fuori scala e ospitano il wine shop a piano terra e la sala degustazioni e ricevimento clienti al primo piano. Se il progetto iniziale prevedeva i due grandi volumi in cemento a vista, per volontà di Sandra Vezza – che ha sempre amato, dove possibile, L’impiego di materiali naturali per un maggiore rispetto dell’ambiente è quello che ha portato Sandra Vezza a volere fortemente il rivestimento in legno.
I due volumi evocano le cassette, non solo per le forme e i materiali usati, ma anche per i tipici elementi grafici dei contenitori in legno per vini, appunto, che diventano così decorazione dell’architettura insieme all’anno di inizio (2010) e a quello di fine costruzione (2016) dichiarati in facciata. I prospetti si aprono su quattro versanti, rivolti sui vigneti e sulle dolci colline delle Langhe: una grande vetrata continua definisce il piano inferiore, così come quello superiore, mentre le altre tre superfici dei rispettivi parallelepipedi presentano prospetti totalmente chiusi. Nessuna recinzione protegge la cantina, che è circondata solo da filari di vite proprio per sottolineare la sua appartenenza al paesaggio; anche i cancelli di ingresso all’edificio si integrano nel paesaggio come filari, su disegno di Sandra Vezza.
Un cuore produttivo ipogeo per la salvaguardia del paesaggio La volumetria esterna della cantina si sviluppa per circa 400 mq (lo spazio di ciascuna cassetta è pari a circa 200 mq), mentre la parte ipogea, che ospita tutte le fasi del processo produttivo – il reparto di produzione, l’invecchiamento delle botti, l’imbottigliamento, lo stoccaggio, il reparto spedizioni –, si sviluppa su due piani con un totale di 3200 mq, una superficie di oltre 8 volte maggiore rispetto ai piani esterni. Il cuore produttivo della cantina è stato completamente interrato con l’esplicita volontà di rispettare il più possibile il paesaggio: la distribuzione degli spazi è conseguenza di un’attenzione particolare rivolta allo studio del processo produttivo che si sviluppa nelle sue fasi attraverso un sistema “a caduta”, dall’alto verso il basso. Questo tipo di impianto ha inoltre consentito di ridurre, rispetto agli edifici preesistenti, la volumetria fuori terra in favore del paesaggio, recuperando terreno per i filari di viti.
Sandra Vezza ha voluto creare ambienti che richiamassero le varie fasi del processo produttivo del vino: le superfici superiori dell’area dedicata alla vendemmia, alla lavorazione e all’invecchiamento, rappresentano così una decorazione a foglie di vite (foglie di nebbiolo ingrandite) colte nei colori autunnali, periodo in cui iniziano questi processi di produzione; l’ambiente sottostante, in cui avviene l’imbottigliamento, lo stoccaggio in bottiglie, il confezionamento, evoca invece la primavera con le tonalità dei verdi brillanti, periodo in cui inizia questa parte del processo. Gli spazi proseguono con il tunnel che collega la cantina all’esterno e che rappresenta la fase successiva al processo produttivo, il risposo. È uno spazio per il relax del visitatore che si ritrova così in un ambiente che riproduce un cielo sereno, l’erba verde, con un pavimento naturale in ghiaino e alle pareti sono appese riproduzioni dei cappelli tradizionali in paglia usati dai contadini per ripararsi dal sole.
Gli interni delle “cassette” Per gli spazi interni sono stati privilegiati quei materiali naturali che tradizionalmente hanno un legame con la produzione vitivinicola, come ad esempio la rafia, usata per avvolgere le bottiglie e proteggerle durante il trasporto, ma anche strumento in passato per legare le viti. Realizzati da maestranze locali appositamente per la cantina, secondo i disegni e le indicazioni di Sandra Vezza, i pavimenti presentano un rivestimento costituito da rafia che esalta la naturalezza dando allo spazio un’estetica inedita e unica.
Tradizione e audacia si contrappongono così – idealmente e fisicamente – fondendosi, in tutto il progetto. Infatti, alla pavimentazione che evoca la natura e la tradizione, si contrappongono i soffitti della cantina che presentano grandi dipinti murali, realizzati da artisti locali, dall’estetica pop e surrealista, che creano nel visitatore l’illusione di essere realmente all’interno di una cassa di vino nel momento in cui una mano sta estraendo una bottiglia. L’attenzione ai materiali si rivela anche nell’utilizzo della corda naturale che, usata nelle vigne, diventa il modulo per il rivestimento di alcune pareti, o della sottilissima ghiaia, che riveste il pavimento del tunnel di ingresso interrato, spazio limbo tra la natura esterna e l’artificio degli interni.
Gli arredi Per l’arredo della cantina, immancabili alcuni dei prodotti iconici di Gufram, come il divano Bocca (Studio 65, 1970), il Cactus (Guido Drocco e Franco Mello, 1972), ma anche progetti più recenti come la poltrona Roxanne (Michael Young, 2017). Al piano interrato, nell’area dedicata all’invecchiamento, si trova inoltre la poltrona gigante Mikey dei Sogni disegnata nel 1972 da Studio 65 che, come “un trono contemporaneo per il Barolo, il re dei vini”, sovrasta le grandi botti. Il legno chiaro degli esterni e la sua estetica calda si ritrova anche in alcuni degli arredi interni come la sedia Leggera di Ponti, e le poltroncine Chignon disegnate da LucidiPevere per Gebrüder Thonet Vienna. Dopo aver scelto con grande cura gli arredi per l’esposizione delle bottiglie, Sandra Vezza ha progettato degli espositori pensati appositamente per L’’Astemia Pentita: sagome fuori scala delle bottiglie tagliate a metà che sottolineano l’estetica particolare proprio delle bottiglie della cantina. Scendendo dal piano terra del wine shop all’area ipogea, grandi librerie ospitano documenti, ricerche, prototipi legati alla storia della cantina, da quando è nata ad oggi, e che raccoglierà i materiali futuri come un grande archivio in costruzione.
SANDRA VEZZA – BIOGRAFIA
“Dinamica anche da ferma”, “Dynamic even when still”, diventato il pay-off de L’’Astemia Pentita, è come ama definirsi Sandra Vezza, ricordando le parole che la nonna usava per descriverla da bambina; la nonna, infatti, le diceva di essere così vivace che, pur se legata ad una sedia, con la mente era comunque capace di andare ovunque. Sandra Vezza è un’imprenditrice nata e cresciuta tra le colline più alte delle Langhe. Da bambina sognava di diventare stilista di moda, amava dipingere e costruirsi i propri giocattoli. A 29 anni, prende le redini dell’azienda di gelatina alimentare e farmaceutica fondata dal marito. La passione per l’arte, il design e l’architettura la portano nel 2012 all’acquisizione di Gufram, storico e irriverente marchio del design italiano. Ma il richiamo della terra e della natura è stato così forte da convincere un’astemia incallita a pentirsi e a portare tutta la sua energia imprenditoriale nel mondo del vino. L’’Astemia Pentita è un cerchio che si chiude con ironia: c’era il food, c’era il design e ora c’è anche il vino a completare in casa Vezza l’impegno nei tre settori chiave del Made in Italy.
INFO PUBBLICO L’’Astemia Pentita via Crosia 40, Barolo (CN) Apertura al pubblico wine shop: lun/dom, 10.00 – 18.30 Visita cantina solo su prenotazione: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. / 0173 560501
Camilla Rocca | Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. – 392 0531 |
23ma FESTA DELLA GRAPPA BARILE
L’antica Distilleria Artigiana GRAPPA BARILE organizza la
23ma FESTA DELLAGRAPPA BARILE
che si terrà a Silvano d’Orba (AL), in Distilleria, domenica 14 OTTOBRE 2018 , a partire dalle ore 15.30.
E’ oramai il tradizionale evento che richiama appassionati da tutta Italia a Silvano d’Orba - dove il Piemonte profuma ancora di Liguria – in provincia di Alessandria, in un’area storica dell’Alto Monferrato, che recentemente è stata inserita nelle zone tutelate dall’Unesco insieme alla Langhe e al Roero e dove la grappa è una tradizione locale, ben consolidata in questa distilleria d’epoca attiva dalla metà dell’800.
Oltre alla consueta degustazione, gratuita, delle migliori grappe prodotte da Gino Barile, novità di questa edizione è la presentazione in anteprima mondiale della Over 40, una grappa invecchiata per più di 40 anni, ovvero a partire dal 1976.
E’ stata recentemente messa in bottiglia, con elegante confezione, munita di certificato di autenticità e di un DVD contenente un filmato, realizzato dal regista Claudio Del Signore, che sarà proiettato in prima assoluta durante la Festa.
Il filmato, oltre a raccontare alcune peculiarità del temperamento di Gino e della grappa Over 40 da lui prodotta, ben documenta le varie fasi della distillazione, alla quale peraltro si potrà assistere in diretta, con alambicchi a bagnomaria scaldati con fuoco a legna, profumi, sensazioni olfattive e visive straordinarie. E’ questo il modo in cui Gino produce un distillato di rara eccellenza, ricco di sapore, complesso e raffinato negli aromi …chi non l’ha mai assaggiato ancora non sa cosa può essere la grappa.
La distilleria, che per il prezioso valore dei suoi alambicchi e delle sue strutture uniche al mondo è già stata location di interesse per le giornate del FAI nel 2015, merita di essere tramandata ai posteri, ed è per questo motivo che il Mastro distillatore Luigi Barile, insieme alla Sindaca di Silvano d’Orba Sig.ra Ivana Maggiolino, ha iniziato il percorso per la messa in tutela da parte dell’Unesco come patrimonio culturale, affinché diventi fonte di ispirazione e di insegnamento di vita per le generazioni future.
Il compianto Luigi Veronelli scrisse che “una grappa così non l’aveva mai bevuta in vita sua…” e definì appunto Luigi Barile, già nel 2000, il miglior distillatore italiano.
Non è un caso se la grappa Barile è stata scelta per ben due volte a rappresentare l’Italia al massimo livello mondiale e donata ai Capi di Stato al G8 di Genova nel 2001 e al G20 del Canada nel 2010.
E questo prodotto ha incantato la severa giuria di “Wine & Spirit Competition 2003” di Londra, ricevendo il Premio considerato l’Oscar del settore.
Senza contare tutti gli altri premi e gli articoli dei più grandi esperti del campo.
Quest’ anno ospite d’onore sarà il Cav. Uff. CARLO PETRINI(detto Carlin) – Fondatore e Presidente mondiale di Slow Food - Ideatore e Fondatore dell’Agenzia di Pollenzo – Filosofo del cibo sano, buono e giusto – Ambasciatore della FAO in Europa- Uomo di pace e di giustizia sociale – benefattore dell’umanità, realizzatore dell’incontro dei contadini del mondo denominato “terra madre”, sociologo e scrittore, il qualeconsegnerà i Premi Grappa Barile 2018a due personaggi eccezionali:
SEN. GIANLUIGI PARAGONE – Giornalista, Conduttore televisivo, scrittore e
DR. DAVIDE VECCHI, grande giornalista d’inchiesta e scrittore.
Presenterà l’evento la regista-filmaker Wilma Massucco– autrice del documentario sulla vita di Luigi Barile dal titolo “Chi l’avrebbe mai detto?”- mentre Virgilio Pronzati, profondo conoscitore dei terroir dei vini di tutto il mondo, grandissimo sommelier, enogastronomo, poeta e insegnante nelle scuole alberghiere “racconterà” i sapori delle diverse Grappe ed in particolare della “Over 40”.
Come di consueto verrà offerto un buffet realizzato dalla prestigiosa Ditta di Silvano d’Orba Bottaro & Campora Ricevimenti,che preparerà una mega-torta.
Gli “onori di casa” saranno fatti dai titolari: Luigi Barile e la moglie Saveria De Palo.
La manifestazione si svolgerà anche in caso di pioggia. Ampio parcheggio gratuito a 90 mt dalla distilleria.
Per maggiori informazioni sulla festa, sulle grappe e quant’altro si rimanda al sito www.grappabarile.it.
BOR BAR SNC GRAPPA BARILE
Distilleria Artigiana Grappa
di S. De Palo e L. Barile
Grappificio e mag.invecch.in Silvano d’Orba
Via Roccagrimalda 17
Sede in Genova Via W. Fillak
Tel. 010/6442326 Fax 010/466362
e-mail: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Website: www.grappabarile.it
2018: ECCELLENTE PER LA VENDEMMIA E.... PER LA BICI. SUCCESSO STREPITOSO PER LA SESTA GRANFONDO DEL GALLO NERO
Domenica è andata in scena a Radda in Chianti la VI edizione della Granfondo del Gallo Nero. Oltre 1500 gli iscritti alla gara che ha visto primi assoluti Alessandro Biacchi per il medio e Federico Pozzetto per il lungo. In quota rosa Chiara Turchi per la Mediofondo e Arianna Marchesini per la Granfondo.
L’appuntamento il prossimo 22 settembre 2019 per tornare a vivere l’emozione di correre tra i filari del Chianti Classico
Si è conclusa da poche ore la VI edizione della Granfondo del Gallo Nero, che con oltre 1500 iscritti è di diritto una delle gare più partecipate della Toscana, prodotta dal Consorzio Vino Chianti Classico in collaborazione con la Ciclistica Grevigiana.
La gara. Al via il direttore del Consorzio Chianti Classico Carlotta Gori il Sindaco di Radda Pierpaolo Mugnaini, mentre in griglia con il pettorale 1716, il neoeletto Presidente del Consorzio Giovanni Manetti, che ha letteralmente portato indosso la storia della denominazione, il cui territorio è stato delimitato per la prima volta dal bando del penultimo dei Medici, Cosimo III, il 24 settembre 1716.
Due i percorsi, La Granfondo di 135 km (2.620 mt di dislivello complessivo) ha attraversato prima il versante fiorentino per poi scendere a sud verso quello senese; e la meno impegnativa Mediofondo di 83 km (1.525 mt dislivello), sull’anello nord.
Un percorso di grande attrattiva per i suoi scorci mozzafiato, che è stato apprezzato in particolare grazie alle condizioni meteo che hanno regalato una giornata di estate a fine settembre in piena vendemmia, animata da centinaia di ciclisti che hanno indossato la maglia firmata Gallo Nero tra le colline del Chianti Classico.
Tanti gli appassionati da fuori regione e dall’estero, per oltre il 60% degli iscritti, conquistati dalla bellezza delle colline del Gallo Nero e dalla qualità organizzativa, confermata dai primi commenti a caldo:
Ulrich Fluhme, padre della Granfondo New York, “Un percorso ottimo, con asfalto perfetto nelle discese, con panorami stupendi. Complimenti all’organizzazione per il pasta party di grande qualità…e per il vino eccellente!”
Eros Poli, campione olimpionico nel 1984 e vincitore di una tappa del Tour de France rimasta nella storia, “senz’altro una delle più bella Granfondo d’Italia, fluida e veloce: una gara che permette di godersi il Chianti, un luogo unico al mondo, da correre in compagnia”
Patrizio Rampazzo, velocista e più volte campione italiano, “Fortunata la giornata di tempo perfetto, mentre il paessaggio non delude, un bel percorso, dolce e ondulato. Granfondo da rifare!”
Dario Cioni, campione italiano della prova a cronometro nel 2004 ed ex professionista protagonista del Giro d’Italia, “Un’edizione speciale baciata dal sole, su un percorso impegnativo al punto giusto che lascia il tempo di girare la testa e ammirare il paesaggio. Organizzazione ottima… e si vede anche dal numero di partecipanti!”
I premiati. Il primo a tagliare il traguardo è il veneto Alessandro Bianchin, mentre il testa a testa sul lungo vede vincitore Federico Pozzetto. In quota rosa strappano lo scalino più alto del podio Chiara Turchi nella mediofondo e Arianna Marchesini nella Granfondo.
La squadra quest’anno va a Bicisport, il team più nutrito a partecipare.
Podio Mediofondo - maschile
Pos |
Pett |
Cognome |
Nome |
Sesso |
Cat |
Pos Cat |
Nome Squadra |
Tempo |
Km/h |
1 |
139 |
BIANCHIN |
ALESSANDRO |
M |
ASSM |
1 |
SPEZZOTTO BIKE TEAM MORGANTINI WORLD ASD |
02:06:50.19 |
39,26 |
2 |
131 |
LANZILLO |
SIMONE |
M |
ASSM |
2 |
DI GIOIA CYCLING |
02:06:52.01 |
39,25 |
3 |
55 |
LICCIONE |
RODOLFO |
M |
ASSM |
3 |
ASD CICLOSOVIGLIANA |
02:06:52.29 |
39,25 |
Podio Mediofondo – femminile
Pos Ass F |
Pett |
Cognome |
Nome |
Sesso |
Cat |
Pos Cat |
Nome Squadra |
Tempo |
Km/h |
1 |
145 |
TURCHI |
CHIARA |
F |
ASSF |
1 |
CICLO TEAM SAN GINESE |
02:23:48.68 |
34,63 |
2 |
85 |
FONTANELLI |
ANNALISA |
F |
ASSF |
2 |
ASD CICLOSPORT POGGIBONSI |
02:25:31.11 |
34,22 |
3 |
110 |
MORRI |
DEBORA |
F |
ASSF |
3 |
TEAM DEL CAPITANO ASD |
02:25:49.11 |
34,15 |
Podio Granfondo - maschile
Pos |
Pett |
Cognome |
Nome |
Sesso |
Cat |
Pos Cat |
Nome Squadra |
Tempo |
Km/h |
1 |
149 |
POZZETTO |
FEDERICO |
M |
ASSM |
1 |
ASD CICLI COPPARO |
03:35:03.98 |
37,67 |
2 |
167 |
SCOTTI |
FEDERICO |
M |
ASSM |
2 |
CANNONDALE-GOBBI-FSA |
03:35:04.71 |
37,66 |
3 |
153 |
CHIESA |
LUCA |
M |
ASSM |
3 |
SCOTT TEAM GRANFONDO |
03:35:06.33 |
37,66 |
Podio Granfondo – Femminile
Pos Ass F |
Pett |
Cognome |
Nome |
Sesso |
Cat |
Pos Cat |
Nome Squadra |
Tempo |
Km/h |
1 |
154 |
MARCHESINI |
ARIANNA |
F |
ASSF |
1 |
SOMEC-MG.K VIS-LGL |
04:15:29.13 |
31,7 |
2 |
1039 |
GORETTI |
ORIANA |
F |
ASSF |
2 |
ASD MBM LE QUERCE |
04:21:40.74 |
30,96 |
3 |
21 |
PRATI |
MARIA CRISTINA |
F |
ASSF |
3 |
TEAM DEL CAPITANO ASD |
04:24:13.44 |
30,66 |
I premi. Come consuetudine, il premio per i primi di categoria è stata una bottiglia formato magnum delle aziende del Chianti Classico. Ai primi assoluti anche un trofeo realizzato dall’artista del territorio Francesco Bruni, già mano che ha disegnato la maglia 2017, e che anche quest’anno ha reso omaggio al Gallo Nero e alle sue colline. I premi speciali Premio Wilier- Triestina per i 110 anni dell’azienda veneta, Premio Ghiott, Premio Antica Macelleria Falorni che nel 2018 festeggia i 112 anni di attività.
Il pasta party. Uno dei fiori all’occhiello della gara, il pranzo finale con le eccellenze gastronomiche abbinate al vino Gallo Nero, servito nel nuovo calice RCR dedicato al Chianti Classico, in omaggio a tutti i partecipanti. Sono stati serviti 1700 pasti agli atleti e ai loro accompagnatori.
Gli amici della GF del Gallo Nero. Partner dell’evento sono stati anche quest’anno i main sponsor ChiantiBanca e Wilier Triestina, all’apice di un parterre di sostenitori che ha visto la partecipazione attiva del Comune di Radda in Chianti e di Sportful, +Watt, Selerbe, Mukki, Ghiott e RudyProject.
L’anima enogastronomica dell’evento è stata garantita, oltre che dal vino Chianti Classico, dai Consorzio Olio DOP Chianti Classico, Parmigiano Reggiano, Mozzarella di Bufala Campana, Pane Toscano e dalla Macelleria Falorni, artigiano enogastronomico di eccellenza del territorio.
La realizzazione della Granfondo del Gallo Nero è stata resa possibile anche dalla collaborazione di alcune delle migliori energie locali che fanno capo all’associazionismo del territorio, come la Misericordia di Radda in Chianti, l’Associazione Culturale Pro Loco di San Donato in Poggio, La Racchetta Onlus, Circolo il Castagno di Castagnoli, Podistica Valdipesa di San Casciano, la Bulletta Bike di Castelnuovo Berardenga.
Ufficio Stampa Consorzio Vino Chianti Classico
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Silvia Fiorentini
Tel. 055 8228522 – 348 8278802