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TOSCANA, IN VENDITA IL CASTELLO DEL BRUNELLESCHI
Progettato dal celebre architetto durante i primi anni della costruzione della Cupola del Duomo di Firenze
Vi soggiornarono tre Papi: Leone X e Clemente VII e Paolo III Farnese
La proprietà comprende oltre al castello, 25 case coloniche e un borgo con una villa settecentesca per un totale di 35 mila mq di interni e 1.200 ettari di terreni
Al grande architetto Filippo Brunelleschi si deve un castello in Toscana, edificato durante i primi anni della costruzione della Cupola del Duomo di Firenze, nel 1424, appartenuto alla nobile famiglia dei Pucci. In vendita da Lionard Luxury Real Estate, il castello, nei pressi di Firenze, si presenta con quattro torri angolari e le mura merlate percorribili per tutto il perimetro (http://www.lionard.it/antico-castello-vendita-firenze.html). In ottime condizioni di manutenzione, il castello fa parte di una tenuta che comprende anche 25 case coloniche, un borgo con una villa settecentesca e una cappella nel bosco per un totale di circa 35 mila mq di interni e 1.200 ettari di terreni agricoli - vigneti e oliveti - e boschivi. “Si tratta - afferma Dimitri Corti, presidente della Lionard Luxury Real Estate - di una delle più prestigiose proprietà mai avute in vendita”.
La conferma che il castello in Toscana sia stato progettato da Filippo Brunelleschi si deve al professor Massimo Ricci, uno dei maggiori esperti al mondo dell’architettura brunelleschiana. Tra gli inizi del 1400 e il 1446, anno della sua morte, Filippo Brunelleschi è incaricato dalla Repubblica Fiorentina di progettare e costruire fortificazioni militari nei territori attorno alla città di Firenze, nonostante che sia impegnato nel cantiere della Cupola del Duomo di Firenze. Brunelleschi è l’unico esperto di fortificazioni militari attivo in quegli anni. Nello stesso periodo, anche i signori delle grandi ville-castello di campagna sono costretti a fortificare le loro dimore con imponenti cerchie murarie dotate di torri, merlature e altri dispositivi per difendersi dagli attacchi dei nemici. E proprio a Filippo Brunelleschi fu affidata la progettazione e la conduzione dei lavori di una di queste ville - castello nei pressi di Firenze, di proprietà della famiglia fiorentina dei Pucci, del tutto simile alla celebre Villa medicea della Petraia, quest’ultima già attribuita al grande architetto da tempo.
Molti sono i motivi che hanno portato ad attribuire questo castello al Brunelleschi, tra questi che l’edificio sia interamente costruito in mattoni, con la stessa “tecnologia” impiegata nella Cupola. Negli anni in cui viene edificato il castello, il Brunelleschi abbandona l’utilizzo della pietra nella costruzione della Cupola del Duomo di Firenze e inizia ad adoperare i mattoni. In questo castello la perfezione nell’utilizzo dei mattoni è spinta a tal punto che strutture architettoniche normalmente realizzate in pietra sono state sistematicamente costruite con questo materiale. Nessun altro in quegli anni, se non Filippo Brunelleschi, poteva essere in grado di fare una cosa del genere. Non solo, all’interno del castello ci sono numerose opere architettoniche (portali, finestre, peducci, arredi) tutte realizzate in perfetto stile brunelleschiano. Agli inizi del 1400, con lui ancora vivente, nessuno sarebbe stato in grado di copiarle. La prova definitiva, secondo lo studioso, è uno strano ballatoio che poggia su un sistema di mezze volte che non potrebbe stare in piedi e avrebbe dovuto collassare su se stesso. Uno dei dispositivi impossibili del grande Brunelleschi, che solo lui poteva concepire e realizzare.
Di notevole importanza è anche la notizia che il fratello dell’allora proprietario del castello, Giovanni di Antonio Pucci, fosse fornitore di calce e sabbia per la costruzione della Cupola del Duomo: questo dimostra come esistesse un contatto diretto tra la famiglia Pucci e il Brunelleschi, che come è risaputo controllava di persona la qualità e i costi di tutti i materiali utilizzati in questa grande impresa.
Tra le tante curiosità che riguardano la storia di questo castello vi è che vi soggiornarono ben tre Papi: Leone X e Clemente VII e Paolo III Farnese, per diciassette giorni nel 1541. Altri grandi personaggi hanno visitato questo luogo: da Lorenzo Il Magnifico al Granduca di Toscana Ferdinando III e il Re d’Italia Vittorio Emanuele III. Nel 1944 il castello fu utilizzato come comando militare dal Generale Mark Clark durante le operazioni di liberazione dell’Italia.
Ambra Nepi Comunicazione, Firenze
Cell. 348 - 6543173 - Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Lionard Luxury Real Estate S.p.A. fondata nel 2008 da un imprenditore fiorentino, Dimitri Corti, in pochi anni è diventata l'azienda leader in Italia nel settore immobiliare della fascia luxury. Attualmente Lionard S.p.A. ha in portfolio 2.328 proprietà immobiliari, con un target medio di riferimento di 5,12 milioni di euro, per un valore complessivo di 11,91 miliardi di euro.
CANTABRICHE DELLA NUOVA LINEA MSC
Rizzoli presenta le Cantabriche della nuova linea MSC: solo i migliori filetti di alici nelle due referenze arrotolate in olio d’oliva e con peperoncino
Provenienti da pesca sostenibile certificata MSC e garantite dall’esclusivo marchio Tradizione Consapevole dal 1906, i nuovi filetti di alici del Mar Cantabrico sono lavorati a mano sul luogo di pesca per mantenere tutte le caratteristiche e il sapore delle acciughe appena pescate.
La sostenibilità è tra i fattori più importanti che guidano la scelta dei prodotti ittici. Da una recente analisi di MSC (Marine Stewardship Council) è emerso che il 77% degli intervistati preferisce acquistare conserve ittiche sostenibili, contribuendo così a tutelare la salute degli oceani. Ecco perché Rizzoli Emanuelli ha scelto di certificare le alici Cantabriche MSC, evidenziando il grande impegno dell’azienda per la salvaguardia dell’ecosistema marino, in un’ottica di trasparenza e garanzia verso i consumatori.
Morbide e carnose, le alici del Mar Cantabrico sono le più gustose e ricercate. Rizzoli Emanuelli, storica azienda di Parma dal 1906 punto di riferimento delle conserve ittiche di qualità, presenta le Cantabriche della nuova Linea MSC, due referenze arrotolate in vaso in vetro da 80 g nelle versione in olio d’oliva e con peperoncino.
Ricche di proteine, vitamine, minerali e grassi insaturi, le alici pescate nei freddi mari al largo delle coste nord ovest della Spagna, sono un prodotto gourmet, per veri intenditori. Appartenenti alla specie Engraulis Encrasicolus, vengono pescate da Rizzoli solo in primavera quando gli esemplari sono più grandi e saporiti, con il metodo di pesca sostenibile al cerchio, certificato secondo lo standard MSC, che garantisce la salvaguardia dell'ecosistema marino e dell’integrità del pesce.
Ma non solo. Le Cantabriche, come tutte le alici Rizzoli, sono anche valorizzate dal marchio Tradizione Consapevole dal 1906, una certificazione volontaria e distintiva, basata su un disciplinare rigoroso fondato su tre pilastri: sostenibilità della pesca, tracciabilità di filiera e qualità del prodotto.
Saporite e polpose, sono disponibili in due versioni: in olio d’oliva per preparazioni più classiche o con peperoncino per piatti sfiziosi e speziati. Buonissime da gustare da sole su una fetta di pane per apprezzarne a pieno il sapore deciso e unico o come ingrediente di ricette originali e appetitose.
Disponibili in vaso di vetro da 80 g, le Cantabriche Rizzoli in olio d’oliva e le Cantabriche Rizzoli con peperoncino sono disponibili al prezzo di 4.49 €
Con sede a Parma, Rizzoli Emanuelli è un’azienda storica nel mercato delle conserve ittiche, attiva dal 1906. Elevati standard qualitativi, grande attenzione alla selezione delle materie prime, la scelta di una pesca sostenibile rispettosa dell'ecosistema marino, l’utilizzo di packaging innovativi sono gli asset distintivi di questa società che coniuga nuove tecnologie di produzione con una lavorazione artigianale per mantenere inalterato tutto il gusto fresco di mare e le proprietà nutrizionali dei propri prodotti.
Rizzoli Emanuelli propone un’ampia selezione premium che comprende alici, tonno e sgombro in diverse linee per la famiglia e la ristorazione.
Silvia Voltan
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I PRINCIPI DELLA DIETA TAO
Limone sul Garda, 23 maggio 2018 – Il Centro Tao del Park Hotel Imperial***** propone dei soggiorni durante i quali agli ospiti viene introdotta la Dieta Tao, perfetta sintesi tra i principi della Ritmonutrizione, gli orientamenti scientifici della dietologia moderna e la medicina tradizionale cinese.
La Ritmonutrizione è un moderno concetto dietetico per cui il cibo cura, riequilibra, sostiene, rafforza, depura ma solo se scelto e combinato con il bioritmo giusto.
Diventa quindi importante quanto e cosa si mangia, ma anche quando e come.
Per la medicina cinese la via che porta alla malattia inizia quando viene a mancare l’armonia dei ritmi biologici naturali dell’organismo e l’ambiente esterno. Lo stile di vita deve quindi conformarsi il più possibile alle leggi naturali, perchè solo dal rispetto del bioritmo naturale dell’organismo scaturisce l’equilibrio che garantisce lo stato di salute.
Il Programma Dietetico Tao, quindi, opera una riprogrammazione del ritmo e del comportamento alimentare. Il successo della dieta non dipende solo dai chili che si perdono, ma soprattutto da ciò che gli ospiti hanno appreso alla fine del loro percorso Tao.
L’obiettivo è riacquistare il bioritmo alimentare naturale dell’organismo, per prevenire le patologie da malnutrizione e ripristinare e mantenere lo stato di benessere psicofisico.
Nello specifico, la dieta Tao è un menu dietetico bilanciato, a basso contenuto di colesterolo e trigliceridi, particolarmente ricco di fibra, sali minerali e vitamine. Agendo in sinergia con gli integratori naturali Tao, antiossidanti, alcalinizzanti, drenanti, esercita sull’organismo un’intensa azione disintossicante e depurante. Il tenore calorico e la scelta dei piatti, sono stabiliti durante la visita medica dal nutrizionista Tao.
La particolarità della dieta Tao si fonda su un’originale sintesi tra la moderna scienza della nutrizione occidentale e gli antichi principi della dietetica cinese: nel cibo, come nel nostro organismo, esistono due energie opposte Yin e Yang.
Queste due energie sono presenti in tutti i tipi di cibo e si manifestano attraverso il sapore e la natura degli alimenti. Ogni soggetto nella sua crescita può avere maggiormente sviluppata una o l’altra di queste strutture energetiche.
Negli alimenti ci sono quattro nature: fredda, calda, tiepida e fresca, e cinque sapori: salato, agro, dolce, amaro e piccante. L’energia yin è legata al principio femminile, alla terra, al freddo ed è contenuta per esempio nel formaggio, nelle verdure e nella frutta. L’energia yang è invece correlata al principio maschile, al calore, al movimento ed è contenuta nella carne e nelle spezie.
Per dimagrire e star bene questi due poli energetici devono essere mantenuti il più possibile in equilibrio nell’organismo.
Sono stati necessari anni di studio e di paziente lavoro di formazione in cui sono stati affrontati argomenti come le malattie del metabolismo (in primo luogo il diabete), la fisiologia della nutrizione ed i principi della dietetica, per fornire allo chef quelle conoscenze necessarie per collaborare efficacemente con medici e dietisti, realizzando piatti gustosi, ma in linea con le loro raccomandazioni.
Ecco perché oggi con la dieta Tao non si vuole solo proporre un semplice schema di dieta dimagrante o detox, ma insegnare un nuovo modo di mangiare.
A STOCCARDA PER IL VILLAGGIO DEL VINO…E NON SOLO!
Dal 29 agosto al 9 settembre il Weindorf è la festa del vino più grande di tutta la Germania
Locande, tour fra i vigneti, la patria dello spumante tedesco e un Museo della Viticoltura sono spunti per visite lungo tutto il corso dell’anno
Adagiata fra colline verdeggianti nei pressi del fiume Neckar, Stoccarda è l’unica città tedesca a poter vantare poderi e vigneti che si protendono fino al centro città, definendone il paesaggio e l’identità. La vite arriva qui al tempo dei romani, e, successivamente, Stoccarda e la sua regione sono fra i massimi produttori di vino del Sacro Romano Impero. Tipico del luogo è il Trollinger, un rosso fruttato e ottimo anche bevuto fresco, mentre fra i bianchi si annoverano il Riesling, il Müller-Thurgaue il Sauvignon Blanc. Massima espressione della passione di Stoccarda per il vino è il suo Weindorf, la festa del vino che si tiene tutti gli anni a fine estate. Ma grazie alle tante Weinstuben, ai percorsi tematici dedicati alla viticoltura e ai tour eno-gastronomici, Stoccarda e i suoi vini si possono celebrare lungo tutto il corso dell’anno.
Foto: Vigna Moenchshalde, credits@Stuttgart Marketing GmbH
PROSIT, SALUTE! UN VILLAGGIO CHE CELEBRA IL VINO
Dal 29 agosto al 9 settembrele centralissime Schillerplatz, Kirchstrasse e Marktplatz di Stoccarda si popolano di stand e chalet in legno abbelliti da foglie di vite per il Villaggio del Vino– la festa dedicata al vino più grande di tutta la Germania. Per 12 giorni, dalla tarda mattinata a sera inoltrata, i visitatori hanno la possibilità di passare di stand in stand e assaggiare i diversi vini locali, accompagnati dalle specialità regionali come i deliziosi ravioli ripieni Maultaschen, gli gnocchetti Spätzleo una deliziosa Flädlesuppe. Le etichette presentate sono oltre 500 – dagli amati rossi Trollinger e Lemberger ai bianchi Gewürztraminer e Weißburgunder, fino ai vini rosé – e se è difficile trovare il proprio preferito, non resta che provare! Il Villaggio del Vino di Stoccarda è anche una grande celebrazione dell’identità popolare della città, sempre accompagnata da musica, intrattenimento – anche per bambini e famiglie – e da una Reginetta del Vino.
Foto: Weindorf Stoccarda, credits@Stuttgart Marketing GmbH, Christopher Dueppler
LOCANDE “TEMPORARY”, PASSEGGIATE E IL MUSEO DELLA VITICOLTURA
Se il Weindorf arriva sempre a fine estate, il tema del vino ricorre a Stoccarda tutto l’anno, e rappresenta anche un fil rougeper scoprire la città. Il miglior vino locale si degusta nei tanti ristoranti stellati, ma anche nelle piacevolissime Weinstuben– locande della tradizione dove viene servita la cucina regionale più autentica, fatta di ingredienti genuini e di gustosi piatti a base di carne, pasta e patate. Tipiche di Stoccarda e della sua regione sono poi le Besenwirtschaften
(letteralmente le “locande della scopa”), condotte dai vignaioli e aperte per un massimo di 16 settimane all’anno. Se sulla porta è appesa una scopa, la locanda è aperta e si può entrare per provare il vino – rigorosamente del contadino – solitamente accompagnato da specialità stagionali e tipiche della cucina sveva. Voglia di un po’ di movimento per smaltire tanti assaggi? Sentieri e scalinate – le cosidette Stäffele – permettono di salire e scendere i fianchi delle colline che formano la conca di Stoccarda, e chi vuole provarle tutte avrà, alla fine, percorso ben 20 chilometri. Per una passeggiata anche panoramica, il Sentiero del Vino di StoccardaStuttgarter Wanderweg è un percorso circolare ben segnalato e percorribile liberamente alla scoperta di splendide colline, scorci idilliaci, paesaggi e luoghi d’interesse sparsi fra i vigneti. E per sapere proprio tutto sulla tradizione vitivinicola di Stoccarda c’è anche il Museo della Viticoltura: ospitato in una tipica casa a graticcio, combina un’architettura moderna a strumenti antichi, e conduce il visitatore attraverso 2000 anni di cultura enologica, con reperti quali vasi per il vino di epoca romana, botti d’epoca e un antico torchio per la pressa dell’uva.
Suggerimento: Ogni venerdì al Museo della Viticoltura si tengono degustazioni di circa un’ora, per provare tre diverse tipologie di vini locali, incluso piccolo tagliere di assaggi, a 16€ a persona. Non è necessaria alcuna prenotazione. Ingresso al Museo: 3€ a persona, bambini fino a 14 anni gratis
Foto: Museo della Viticoltura di Stoccarda, credits@ Stuttgart Marketing GmbH, Roland Halbe
BOLLICINE ALLA TEDESCA
Viva le bollicine! A Esslingen, nel circondario di Stoccarda, si produce lo spumantepiù antico di tutta la Germania: nel 1826, infatti, Georg Christian Kessler importò qui la méthode traditionelle dalla regione dello Champagne francese. La famiglia Kessler produce da più di 190 anni una bollicina dall’aroma intenso, prevalentemente brut ed extra brut. Le belle cantine dell’azienda, con ampie volte medievali, si possono visitare con tour che includono la degustazione finale (http://kessler-sekt.de) . Anche una visita alla cittadina stessa di Esslingen – a soli 20 minuti di metropolitana urbana dal centro di Stoccarda – è un’esperienza incantevole, alla scoperta di piazze ed edifici di stampo squisitamente medieval-rinascimentale.
Suggerimento: dal 3 al 13 agosto, sulla piazza principale di Esslingen, si tiene la “Festa della Cipolla”: un evento popolare per assaggiare i vini e le specialità locali, fra cui il famoso tubero, elaborato in maniera diversa.
Foto: Cantine Kessler, Achim Silberhorn, credits@Stuttgart-Marketing GmbH
TOUR GUIDATO TRA I VIGNETI
Il Segway Tourporta attraverso i poderi del vino, dove si raggiunge il mausoleo reale del Württemberg, per una magnifica vista sulla città e la valle del Neckar. Il tour comprende la visita al Museo della Viticoltura di Stoccarda, degustazione al museo (2 vini) e una bottiglia d’acqua (75€ a persona, 2 ore circa). Per prenotare i tour, si può scrivere a Stuttgart-Marketing GmbH all’indirizzo: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.; per ulteriori informazioni: https://www.stuttgart-tourist.de/en/tastystuttgart
Stoccarda, capoluogo del Land sud-occidentale del Baden-Württemberg, è una metropoli moderna e vibrante, ancorata al tempo stesso alla sua storia. Famosa per l’alta qualità della vita, Stoccarda – circondata da vigneti e immersa nel verde - è anche la città dell’automobile, sede di Porsche e Mercedes-Benz, della cultura, grazie a musei ed eventi di prim’ordine, e del bien-vivre, con un’incredibile palette di proposte gastronomiche, che vanno dai ristoranti stellati alle trattorie tradizionali. Dall’Italia, Stoccarda è facilmente raggiungibile con voli diretti dai principali aeroporti della Penisola grazie a voli diretti – tra i quali i collegamenti da Milano, Roma, Venezia, Napoli, Pisa e Catania. Per ulteriori informazioni, e per prenotare pacchetti e soggiorni, visitare: www.stuttgart-tourist.de/it
ABC PR CONSULTING
Via Castelvetro 33, 20154 MILANO
Ph. +39 02 83527768 - www.abc-prc.com
Chiara Bartoli
Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo., Mob. +39 345 4569748
VITICOLTURA BIOLOGICA A RISCHIO: FIVI CONTRARIA ALLA RIDUZIONE DEL RAME
La Commissione PAFF discuterà domani il rinnovo sull'utilizzo del rame in agricoltura. FIVI chiede il voto contrario dell'Italia
La FIVI torna a scrivere al Ministero. Questa volta lo fa per chiedere il parere contrario dell’Italia alla nuova ipotesi di riduzione delle dosi di rame utilizzabili in vigna.
La Commissione Europea sta infatti valutando in questi giorni il rinnovo della concessione, che scade il primo gennaio 2019, all’utilizzo del rame in agricoltura. La commissione PAFF (Plants, Animals, Food and Feed), nella riunione prevista per domani 24 maggio, proporrà di rinnovare la concessione per soli altri 5 anni invece di 7 e chiederà di ridurre la dose massima di rame utilizzabile da 6 kg per ettaro a soli 4 kg per ettaro. Tale dosaggio andrà poi calcolato non più sulla media dei tre anni, opzione che ha permesso fino ad oggi di poter produrre anche in annate particolarmente piovose e difficili, ma su base annua. “Siamo molto preoccupati – dichiara la
Presidente FIVI Matilde Poggi – perché, ad oggi, per i produttori biologici non ci sono valide alternative al rame. Ci sono per i produttori convenzionali, ma sono prodotti chimici di sintesi molto invasivi e residuali. Alcune di queste molecole di sintesi hanno, inoltre, perso la loro efficacia, mentre il rame continua a dimostrare la sua capacità di contrasto alla peronospora. C’è il serio rischio che non si riesca più a fare viticoltura biologica in Europa”.
La FIVI, per la natura stessa delle sue imprese (piccole aziende gestite molto spesso a livello familiare) e per il contatto diretto con i consumatori, è da sempre particolarmente attenta all’ambiente e alla salute delle persone, tant’è che un socio FIVI su due lavora in regime biologico o biodinamico, con una tendenza in netta crescita.
La FIVI chiede a chi rappresenterà l’Italia alla riunione di domani di esprimere parere contrario alle nuove proposte, in modo da mantenere la dose attuale di 6 kg per ettaro sulla media dei tre anni, nell’attesa che la ricerca trovi delle valide alternative all’utilizzo del rame in vigneto.
FIVI - Federazione Italiana dei Vignaioli Indipendenti
La Federazione Italiana Vignaioli Indipendenti (FIVI) è un'associazione nata nel 2008 con lo scopo di rappresentare la figura del vignaiolo di fronte alle istituzioni, promuovendo la qualità e autenticità dei vini italiani. Per statuto, possono aderire alla FIVI solo i produttori che soddisfano alcuni precisi criteri: "Il Vignaiolo FIVI coltiva le sue vigne, imbottiglia il proprio vino, curando personalmente il proprio prodotto. Vende tutto o parte del suo raccolto in bottiglia, sotto la sua responsabilità, con il suo nome e la sua etichetta".
Attualmente sono poco più di 1100 i produttori associati, da tutte le regioni italiane, per un totale di circa 11.000 ettari di vigneto, per una media di circa 10 ettari vitati per azienda agricola. Quasi 80 sono i milioni di bottiglie commercializzate e il fatturato totale si avvicina a 0,7 miliardi di euro, per un valore in termini di export di 280 milioni di euro. Gli 11.000 ettari di vigneto sono condotti per il 51% in regime biologico/biodinamico, per il 10 % secondo i principi della lotta integrata e per il 39% secondo la viticoltura convenzionale.
Davide Cocco
392 9286448
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