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CONFERMATA RADICI DEL SUD, CHE RECUPERA L'EDIZIONE DI GIUGNO 2020, PRESSO IL CASTELLO DI SANNICANDRO DI BARI DAL 26 AL 28 FEBBRAIO 2021
Radici del Sud, conferma il recupero dell'edizione 2020 dal 26 al 28 Febbraio con un calendario di attività che comprenderà per questa edizione il concorso dei vini autoctoni del Sud Italia, i press tour e la conferenza on line prevista per domenica 28 Febbraio 2021 dalle ore 17.00 per premiare i vini vincitori.
Fervono quindi i preparativi per riportare al Castello di Sannicandro di Bari (BA) il meglio del vino del Sud Italia. La Manifestazione non prevede per i tre giorni di Febbraio l'apertura al pubblico nel rispetto delle misure anti Covid come da ultimo DPCM, ma vede già confermata la partecipazione di oltre 125 aziende provenienti da Sardegna, Abruzzo, Molise, Puglia, Basilicata, Calabria, Campania e Sicilia e due giurie di 12 giornalisti e operatori del settore che testeranno, suddivisi per vitigno, in tre sessioni, i 300 campioni di vino. Oltre alle degustazioni, nel corso di Radici del Sud gli ospiti saranno accompagnati alla scoperta del territorio, delle vigne e delle cantine di alcun dei produttori partecipanti a Radici del Sud.
La giornata conclusiva, domenica 28 ottobre, prevede dalle ore 17.00, collegandosi alle nostre pagine Social di Radici del Sud (Facebook, Instagram) e al nostro canale YouTube, la conferenza che premierà i vini vincitori di quest'ultima edizione e introdurrà ad un focus sui vini autoctoni del Sud'Italia con un approfondimento sulle condizioni attuali in termini di appeal e vendite dei vini del Sud nel mondo in piena pandemia, insieme a produttori di vino, giornalisti e le istituzioni regionali.
L’evento, patrocinato dal Consiglio Regionale e dal Dipartimento Agricoltura della Regione Puglia e dal Comune di Sannicandro di Bari si terrà nel pieno rispetto delle misure anti Covid previste dal Governo. Il prossimo appuntamento sarà dal 9 al 14 giugno per la nuova edizione di Radici del Sud 2021 dove é ancora possibile, per i produttori di vino e olio, iscrivere la propria azienda fino ad esaurimento posti attraverso il sito www.radicidelsud.it
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L’INCONFONDIBILE AROMATICITÀ DEL GRÜNER VELTLINER, UNA DELLE ECCELLENZE DELLA LINEA PRAEPOSITUS
Le prorompenti note fruttate e speziate, il sorso sapido e coinvolgente: in Valle Isarco il vitigno più coltivato in Austria ha trovato il terroir ideale. Abbazia di Novacella ne offre una delle più originali interpretazioni
In Austria è il vitigno a bacca bianca più coltivato, ma anche in Alto Adige ha trovato da tempo terreni e condizioni climatiche ideali per donare il meglio di sé, in particolare nei vigneti della Valle Isarco. Il Grüner Veltliner è uno dei vitigni e vini più originali tra quelli presenti nella linea Praepositus dell’Abbazia di Novacella, una delle più antiche cantine attive al mondo, nata nel 1142.
Derivante probabilmente dall’incrocio naturale di Traminer e St. Georgen, autoctono austriaco e noto anche con il nome di “Weissgipfler”, il Grüner Veltliner viene allevato con ottimi risultati anche sulle terrazze posizionate nella conca di Bressanone, tanto che Novacella lo ha inserito con soddisfazione all’interno della sua linea di punta, dove l’espressione del territorio e quella del vitigno raggiungono livelli di grande eccellenza.
“Il Grüner Veltilner è certamente uno dei vini maggiormente dotati di personalità tra quelli presenti a Novacella, difficile da dimenticare sin dal suo primo assaggio” spiega Werner Waldboth, direttore vendite della cantina dell’Abbazia. “La sua aromaticità, particolarmente incisiva e intensa, tutta giocata su note fruttate e speziate, la grande freschezza al palato, nonché l’ottima propensione all’invecchiamento, lo hanno fatto diventare uno dei vini più pregiati della linea Praepositus”.
L’Abbazia di Novacella alleva il Grüner Veltiner ad un’altitudine tra i 650 e i 700 metri sul livello del mare, su terreni composti da depositi morenici permeabili, ricchi di micascisto, paragneiss e quarzite. “Sono terreni poveri ma ideali per questo vitigno che tende a dare rese abbondanti a scapito della qualità, ma che se allevato con attenzione riesce invece a esprimere un carattere davvero unico, con una componente di acidità e mineralità che lo rendono molto dinamico al palato” continua Waldboth. “A questo bisogna aggiungere che la predilezione per i climi freddi di questo vitigno trova un connubio ideale con l’altitudine dei nostri vigneti, soprattutto in un’epoca dove i temi legati al surriscaldamento del nostro pianeta sono sempre più importanti e cruciali per affrontare la viticoltura del futuro”.
L’Alto Adige Valle Isarco Grüner Veltiner Doc Praepositus viene vendemmiato verso metà ottobre e viene vinificato per due terzi in vasche di acciaio inox, mentre il terzo rimanente in botti di rovere da 30 ettolitri. Dopo una maturazione di un anno sui propri lieviti, affina ancora un anno in bottiglia prima della commercializzazione. Di color giallo oro, appena versato nel bicchiere sprigiona un’intensa e coinvolgente aromaticità che spazia dalle note fruttate di mela matura e mela cotogna a quelle agrumate, con un tocco di miele e soprattutto di pepe rosa molto caratteristico. Al palato la componente fresca è ben bilanciata da quella sapida, con un finale che ricorda l’anice e ancora le sfumature più speziate.
“Anche il Grüner Veltliner, come tutti gli altri vini della linea Praepositus, è oggi commercializzato nella nuova annata a partire dal 1° ottobre e non più dal 1° giugno – conclude Waldboth –. Una decisione che abbiamo preso l’anno scorso e che siamo certi donerà ancor più complessità e potenzialità di invecchiamento ai vini di questa storica selezione dell’Abbazia di Novacella”.
Greta Esposito
COVID, FIPE-CONFCOMMERCIO: “RIAPRIRE I RISTORANTI DI SERA E NELLE CITTÀ CON CONTAGI PIÙ BASSI”
“La riapertura serale, almeno nelle zone gialle, dei pubblici esercizi in grado di garantire il servizio al tavolo non è più rinviabile. È significativo che anche l’Anci, e dunque i sindaci di tutta Italia, si sia detta favorevole a un allentamento delle restrizioni nei confronti di bar e ristoranti. Sta crescendo la consapevolezza che è più facile far rispettare le misure di distanziamento e di sicurezza sanitaria all’interno di un locale, piuttosto che nelle piazze e nelle strade dove le persone finiscono per assembrarsi senza alcuna precauzione. Ci auguriamo che il primo Dpcm del nuovo governo segni un cambio di passo nelle politiche di mitigazione del contagio da covid19, che da troppo tempo stanno penalizzando solo alcune categorie caricandole di responsabilità che non gli spettano”.
Così Fipe-Confcommercio, la Federazione italiana dei Pubblici esercizi.
“Da un anno – prosegue la Federazione - portiamo avanti la battaglia a difesa della dignità di centinaia di migliaia di imprese che non possono essere aperte o chiuse con un’ordinanza pubblicata nella notte e valida dalla mattina successiva. Occorre rispetto per il lavoro di oltre un milione di persone e per un’intera filiera che proprio in bar e ristoranti ha un fondamentale punto di riferimento. Chiediamo ai nostri imprenditori di applicare con rigore i protocolli sanitari e chiediamo alle Istituzioni controlli a tappeto perché tutti li rispettino. Tutto questo per consentirci di poter riaprire anche alla sera, fino alle 22, in zona gialla e fino alle 18 in zona arancione. E visto che i contagi si stanno diffondendo a macchia di leopardo sul territorio, con piccoli focolai e città pressoché immuni, chiediamo che le aperture possano essere regolate anche su base locale, di modo che le mi sure restrittive siano efficaci e selettive”.
Andrea Pascale
FIPE-CONFCOMMERCIO INCONTRA IL MINISTRO GIORGETTI: “PASSI AVANTI SU RISTORI E APERTURE”
Si è tenuta ieri presso il Ministero dello Sviluppo economico una lunga videochiamata tra il ministro, Giancarlo Giorgetti e il presidente di Fipe-Confcommercio, la Federazione italiana dei Pubblici esercizi, Lino Enrico Stoppani. Un incontro, sebbene virtuale, durato circa un’ora, durante il quale i rappresentanti delle categorie hanno presentato al governo un documento contenente le misure emergenziali necessarie alla ripartenza di un settore messo in ginocchio dalla pandemia.
Tre i punti principali. La richiesta di approvare rapidamente un pacchetto di misure emergenziali, adeguate e tempestive, attraverso il dl Ristori quinquies, come un nuovo meccanismo di calcolo che assicuri indennizzi a fondo perduto sulla base del reale calo dei fatturati dei Pubblici esercizi nell’ultimo anno. L’adozione di un piano di ripartenza, riprendendo il lavoro già svolto con il CTS, per la riapertura graduale ma stabile, parametrata sulle caratteristiche strutturali dei locali, che consenta ai pubblici esercizi che dispongono di servizio al tavolo di tornare a lavorare anche di sera nelle zone gialle e di giorno nelle zone arancioni. L’integrazione, all’interno del P.N.R.R., di un progetto dedicato al rilancio dei pubblici esercizi, attore fondamentale per le filiere turistica e agroalimentare.
“Il ministro Giorgetti – sottolinea il presidente Stoppani – ha ascoltato la richiesta di dare al sistema dei pubblici esercizi, piegato da oltre un anno di sacrifici, una prospettiva di ripartenza in sicurezza, puntando sulla necessità di tornare a dare dignità al lavoro, auspicando la possibilità di una riapertura graduale nelle aree gialle la sera e nelle aree arancioni fino alle 18.00. Ha annunciato anche l’intenzione di rivedere i parametri di calcolo dei ristori da inserire nel cosiddetto Dl quinquies, di modo da selezionare in maniera più precisa le imprese che hanno subito un grave danno a causa della pandemia, differenziando fra settori che hanno operato e chi invece ha particolarmente sofferto, come il comparto del turismo. Ultimo, ma non secondario, ha riconosciuto il ruolo dei Pubblici esercizi come elementi fondamentali della sicurezza urbana e della socialità. Tutte indicazioni positive che ci fa nno ben sperare in un cambio di passo. Ora però attendiamo i fatti”.
Tommaso Tafi
PRESENTATA L’EDIZIONE 104. LA CORSA ROSA IL 19 MAGGIO ARRIVERÀ A MONTALCINO E IL 20 MAGGIO PARTIRÀ DA SIENA
Il Giro d’Italia torna in terra di Siena. Nella seconda settimana di corsa due tappe con arrivo nella città del Brunello e partenza dalla città del Palio
A Montalcino mancava da 11 anni (2010) a Siena addirittura da 35 anni (1986). Un appuntamento, atteso da appassionati e residenti voluto fortemente dal Comune di Montalcino e dal Comune di Siena, grazie alla partnership con il Consorzio del vino Brunello di Montalcino.
A Montalcino mancava da 11 anni (2010) a Siena addirittura da 35 anni (1986). Il 19 e 20 maggio 2021 il Giro d’Italia, edizione 104 in cui si celebrano i 90 anni della maglia rosa, farà nuovamente tappa in terra di Siena con la tappa n. 11 Perugia – Montalcino, la Brunello di Montalcino wine stage, del 19 maggio (163 km) che arriverà nella terra del Brunello dopo aver percorso 70 km tra eroiche strade bianche e passaggi mozzafiato in Valdorcia e la tappa n. 12 Siena – Bagno di Romagna del 20 maggio (209 km) che partirà proprio dalla Piazza del Campo della città del Palio. Un appuntamento, atteso da appassionati e residenti voluto fortemente dal Comune di Montalcino e dal Comune di Siena, grazie alla partnership con il Consorzio del vino Brunello di Montalcino e che sarà preceduto da un mese di appuntamenti di avvicinamento sul territorio e che saranno presentati nelle prossime settimane.
“Dopo 11 anni, il rosa del Giro torna a sposarsi con il rosso dei vini di Montalcino - conclude il presidente del Consorzio del vino Brunello di Montalcino, Fabrizio Bindocci - La nostra scelta è stata sin da subito quella di esserci, non solo per il valore dell’evento, ma anche perché da sempre il Consorzio del vino Brunello di Montalcino e le sue aziende rappresentano un unicum con il loro territorio. Grazie al vino, Montalcino è oggi un brand globale e la sua economia si basa su un moderno modello di comunità agricola in grado di generare occupazione, valore aggiunto e turismo di fascia alta proveniente da tutto il mondo. Il ciclismo – ha concluso Bindocci - è uno sport che richiede passione e abnegazione ma che è capace di dare grandi soddisfazioni, le stesse di un Brunello dopo anni di lavoro in vigna da parte dei nostri soci”.
“Per tutti noi aver riportato la corsa rosa a Montalcino, in un anno così difficile, è motivo di orgoglio e vuole essere il segnale che guardare con ottimismo e fiducia ad una ripartenza del nostro territorio, è possibile – spiega il Sindaco di Montalcino Silvio Franceschelli - L’Amministrazione comunale ha fatto un grande investimento in termini infrastrutturali e di coordinamento. Adesso l’altro obiettivo, insieme al Comune di Siena, sarà quello, compatibilmente con la situazione emergenziale, di promuovere questo grande evento per creare un’occasione di visibilità, una prima inversione di tendenza rispetto alla crisi diffusa che ha colpito anche il nostro tessuto economico e commerciale e tornare a muovere, anche se in modo limitato, un primo turismo di prossimità italiano ed europeo. Lo faremo con tutti i protocolli di sicurezza previsti e nel pieno rispetto delle normative anti contagio. Ci auguriamo che il Giro d’Italia, a maggio, possa essere l’occasione per segnare un nuovo inizio. Ringrazio il Consorzio del vino Brunello di Montalcino che fin da subito ha creduto e condiviso questo progetto di promozione per tutto il nostro territorio”.
“Abbiamo giocato di squadra altrimenti una manifestazione importante come questa non saremmo riusciti ad intercettarla – ha aggiunto Alberto Tirelli assessore al turismo del Comune di Siena – Sarà sicuramente un palcoscenico nazionale sul quale ci andremo a proporre come territorio. Sono orgoglioso come assessore e come Comune di poter accogliere una tappa del Giro, evento a cui l’italiano è particolarmente affezionato. Se pensiamo al turismo di prossimità che riteniamo di poter andare ad intercettare nei prossimi mesi, è sicuramente è un buon investimento”.
Benny Lonardi