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Le Colline Olio Extravergine di Oliva 2019
Le Colline Olio Extravergine di Oliva 2019
di Virgilio Pronzati
Petra Marzia - Via Nazionale snc. - 83020 Marzano di Nola (AV) - Tel. 3475889694 - Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. - www.petramarzia.it
Cultivar: Ravece e Coratina
Metodo di raccolta delle olive: Con agevolatori e pettini meccanici, e raccolta con reti. Le olive sono frante entro 24 ore dalla raccolta.
Molitura - estrazione olio: Frantoio a ciclo continuo a freddo.
Bottiglie prodotte: 3000
Confezionamento: 50 e 75 cl
Scadenza: 31/07/2021
Esame organolettico ed altre considerazioni
Aspetto: limpido. Colore: giallo paglierino con lievi riflessi verdolini. Odore: Fruttato medio, con sentori di umori boschivi, pasta di olive, rucola, melone e buccia di limone. Sapore: tendente al dolce con netta nota piccante, sapido, pieno e persistente, con piacevole fondo amaro. Al retrogusto: umori boschivi e cardo.
Impiego gastronomico: A crudo su ortaggi grigliati, polpo con patate, baccalà al verde. In cottura con sgombri con piselli in umido, stoccafisso accomodato, pollame e coniglio in casseruola.
Per acquistarlo: Direttamente in azienda al prezzo di € 7,30 per la bottiglia da 50 cl. e € 11,50 per la bottiglia da 75 cl. In enoteca il 35% in più.
Note. L’oliveto composto da olivi secolari, si estende per tre ettari in posizione collinare. L’azienda oltre l’olio extravergine di oliva, commercializza vini pregiati dell’avellinese ed altri prodotti agroalimentari.
Valutazione: 48/60
PANETTONE SUPER AVORIÈ CLASSICO, LA NOVITÀ TUTTA NATURALE DELLA PASTICCERIA FILIPPI
Un nuovo dolce completamente genuino da veri artigiani del gusto. È la proposta dell’azienda vicentina per un Natale 2020 all’insegna dell’autenticità.
Con il Panettone Super Avoriè Classico la Pasticceria Filippi di Zanè (Vicenza) conquista un nuovo traguardo nella ricerca del gusto artigianale. Il dolce da portare in tavola per il Natale 2020 è infatti un Panettone completamente naturale, nel quale le pregiate materie prime si esprimono al meglio in un impasto sontuoso e appagante. Da sempre impegnati nella selezione e nella cura degli ingredienti, tutti i Panettoni Filippi si distinguono per l'assenza di conservanti e di aromi artificiali e per la loro lavorazione rigorosamente artigianale.
Con il Super Avoriè Classico, naturale al cento per cento, la Pasticceria Filippi prosegue convinta sulla strada della genuinità. "Un Signor Panettone – così lo definiscono i titolari Andrea e Lorenzo Filippi – che arriva dopo due anni di prove e sperimentazioni. Per vivere le Festività 2020 con il calore ritrovato dei propri cari abbiamo realizzato un Panettone che si distingue per la sua completa autenticità”.
Come per tutti i dolci natalizi della Pasticceria Filippi, le materie prime sono state accuratamente selezionate e poi trattate con un sempre maggiore rispetto delle tecniche e dei sapori della tradizione. La pasta madre, realizzata con lievito naturale rinfrescato di giorno in giorno fin dal 1972, è l'impronta distintiva che rende unici i prodotti Filippi. All'impasto così ottenuto si unisce il pregiatissimo burro fresco di latteria Corman, il latte fresco e a chilometro zero delle Latterie Vicentine e il miele dell’apicoltura Gatto Igor, situata nei vicini colli Euganei. La frutta utilizzata dalla Pasticceria Filippi per le sue creazioni è candita dal fresco mediante un processo lento che dura settimane e cubettata dopo la canditura, in modo da evitare la perdita dei preziosi oli essenziali contenuti nella buccia.
Per tutti i panettoni Filippi l'uvetta usata è quella australiana, di sua natura bionda e succosa, lavorata senza nessun trattamento o additivo. A completare il gusto e il profumo del nuovo Signor Panettone una generosa spolverata di bacca di vaniglia naturale del Madagascar, ottenuta dalla macinazione di baccelli interi naturali con un tenore di vanillina superiore a quello delle bacche provenienti da altre parti del mondo.
Il prezzo al pubblico consigliato per il Panettone Super Avoriè Classico è di € 28 per il formato da 1kg. La durata a scaffale è di almeno quattro mesi.
Pasticceria Filippi
La storia della Pasticceria Filippi inizia nel 1972 a Zanè, in provincia Vicenza. La filosofia della famiglia Filippi abbraccia l’idea del “tempo”: ogni cosa, fatta con rispetto, cura e passione, richiede il suo tempo. Il segreto dei prodotti Filippi sta nella ricerca, nella selezione e nella cura degli ingredienti più pregiati, all’insegna della genuinità e solo con aromi naturali, per realizzare dei prodotti dal gusto armonioso, in cui ogni ingrediente è valorizzato e si combina perfettamente con gli altri. La Pasticceria Filippi è una Certified B Corporation, ovvero un nuovo tipo di azienda che va oltre l'obiettivo del profitto, orientato alla sostenibilità ambientale, al benessere dei dipendenti e dell'intera comunità.
Anna Sperotto
PARMIGIANO REGGIANO: IL CONSORZIO SARÀ PARTNER DEL FESTIVAL DELLA SPORT CON JANNIK SINNER
L’evento si terrà dal 9 all’11 ottobre. Il Parmigiano Reggiano, prezioso alleato degli sportivi, sarà presente con il nuovo ambassador Jannik Sinner: il giovane campione svelerà i segreti del tennis in uno speciale Talk che si terrà venerdì 9 ottobre alle ore 14:30.
Il Consorzio Parmigiano Reggiano sarà Partner della terza edizione del Festival dello Sport che si terrà dal 9 all’11 ottobre. Il grande evento organizzato dalla Gazzetta dello Sport e dalla Provincia di Trento si svolgerà per la prima volta in formato DIGILIVE sui siti festivaldellosport.it e gazzetta.it. Tre giornate di conferenze, workshop e camp digitali dedicati al tema "We are the champions”. Al Festival dello Sport, il Consorzio sarà protagonista con il giovane campione di tennis Jannik Sinner.
È il terzo anno consecutivo – e quindi fin dal principio – che il Parmigiano Reggiano supporta il Festival dello Sport per promuovere valori quali il rispetto, lo spirito di sacrificio e la genuinità, che stanno alla base di un’idea di sport divertente, sano e vicino alle persone. Valori condivisi e rappresentati anche dalla filiera del Parmigiano Reggiano che, ogni giorno, vede coinvolti in un grande lavoro di squadra migliaia di allevatori e 320 caseifici artigianali nella ricerca dell’eccellenza assoluta.
Al Festival dello Sport, dopo gli eccezionali risultati conseguiti al torneo Roland Garros, il nuovo ambassador del Consorzio Jannik Sinner racconterà al pubblico il suo modo di intendere il tennis - dalla tecnica di gioco fino all’approccio mentale alle partite. Il Talk, in modalità digilive, si terrà venerdì 9 ottobre alle ore 14:30 con la partecipazione di Sinner e del suo allenatore Riccardo Piatti. Tra gli argomenti in scaletta ci sarà anche l’importanza della corretta alimentazione nella dieta di uno sportivo e, di conseguenza, del contributo che garantisce il consumo di Parmigiano Reggiano. Jannik preferisce il gusto delicato, che trova nelle stagionature dai 12 ai 15 mesi, e lo porta sempre con sé.
Il Parmigiano Reggiano è infatti un prezioso alleato degli atleti grazie alle sue “fenomenali” qualità intrinseche: digeribilità, alto contenuto di calcio presente in forma biodisponibile, assenza di conservanti, fonte di minerali, piacevolezza e gradimento organolettico.
“Il Parmigiano Reggiano – ha affermato il presidente del Consorzio, Nicola Bertinelli – non è solo buono fa anche bene. Il nostro formaggio è un’icona della tradizione, ma è allo stesso tempo un prodotto estremamente contemporaneo, in linea con uno stile di vita sano e dinamico. Gli ingredienti sono solo tre: latte crudo, sale e caglio. È privo di additivi e conservanti, è facilmente digeribile ed è anche naturalmente privo di lattosio. Una riserva di energia ready-to-use prima, durante e dopo ogni sforzo fisico”.
Grazie ai suoi amminoacidi liberi al calcio altamente assimilabile, ai sali minerali e alle proteine, il Parmigiano Reggiano un alimento ideale per gli sportivi: una porzione di soli 25 g di Parmigiano Reggiano apporta una quantità di calcio che contribuisce alla normale funzione muscolare e del metabolismo energetico. Nella stessa porzione da 25 g è inoltre presente una quantità di fosforo che contribuisce al mantenimento di ossa e denti normali
Fabrizio Raimondi
TERRE DI CEREALTO: I PIWI DELLE PICCOLE DOLOMITI
La cantina di Cerealto (VI) presenta Cerealto e Pèrge, i due vini nati da Bronner e Johanniter, vitigni resistenti allevati in un terreno d’altura a 700m di quota
Terre di Cerealto, cantina pioniera in Veneto per la coltivazione di PIWI, presenta i due vini interamente da vitigni resistenti: il bianco fermo Cerealto da uve Bronner e Johanniter e Pèrge, Metodo Classico Pas Dosé Blanc de Blancs da Bronner in purezza.
Nata dall’idea degli amici Massimo Reniero e Silvestro Cracco, Terre di Cerealto si trova nel piccolo altopiano di Cerealto, frazione di Valdagno (Vicenza). I vigneti si estendono in soli 2,7 ettari di terreno e vengono allevati a oltre 700m di quota, in un territorio incontaminato che si affaccia sulle Piccole Dolomiti.
“La nostra etica si è sempre rivolta al pieno rispetto del fragile ecosistema pedemontano – spiega Massimo Reniero, fondatore di Terre di Cerealto assieme al socio Silvestro Cracco – e, al momento della selezione dei vitigni da allevare in questo terreno d’altura, la nostra scelta non poteva che ricadere sui PIWI. I primi impianti sono stati di Johanniter e Bronner, che oggi occupano rispettivamente 0,64 e 1,30 ettari, a cui abbiamo da poco aggiunto 0,7 ettari di Sauvignier Gris per un totale di ben otto diversi cru”.
Grazie all’elevata tolleranza dei vigneti resistenti alle malattie, Terre di Cerealto ha eliminato la maggior parte dei trattamenti fitosanitari e utilizza solamente principi attivi di origine naturale, estratti vegetali, microrganismi o insetti utili, favorendo la sostenibilità ambientale.
Il primo vino prodotto dalla cantina è Cerealto, bianco fermo IGT da un blend di Johanniter (60%) e Bronner (40%). Le uve, raccolte a mano in cassetta, vengono vinificate separatamente per ogni singolo appezzamento, mentre l’affinamento consiste in sette mesi sulle fecce fini e sei mesi in bottiglia prima della messa in commercio. Il risultato è un vino aromatico e dall’acidità vibrante, perfettamente equilibrato.
La ricerca di Terre di Cerealto sulle uve Bronner si è concretizzata in Pèrge, Metodo Classico Pas Dosé Blanc de Blancs che deve il suo nome dal sostantivo utilizzato dal popolo cimbro per indicare i monti. La fermentazione delle uve avviene in barrique di rovere francese, dove continua per sei mesi anche la vinificazione, regalando intense note floreali e minerali.
Carlotta Flores Faccio
RICCARDO COTARELLA SFIDA IL KERNER
Per la prima volta in Alto Adige, l’enologo di fama internazionale è il nuovo consulente della Cantina Valle Isarco – Eisacktaler Kellerei. Obiettivo, valorizzazione del territorio, vini ancora più importanti e nuove etichette.
La valle Isarco è forse la regione vinicola meno conosciuta dell’Alto Adige e quella con le potenzialità più belle. È per questo che Riccardo Cotarella, il più famoso degli enologi italiani, ha accettato la sfida lanciatagli dalla Cantina Valle Isarco – Eisacktaler Kellerei, che è andata a bussare alla sua porta per chiedergli di firmare i suoi vini a partire dalla vendemmia in corso e all’alba di un anniversario importante, quello dei 60 anni che la realtà cooperativa compirà nel 2021.
«Sono estremamente contento di questo nuovo incarico e molto positivo – afferma Riccardo Cotarella –. Ho accettato questa collaborazione con molto piacere, anzitutto perché l’Alto Adige è una delle poche regioni italiane che mi mancavano dove cimentarmi come enologo, in secondo luogo perché la ritengo una zona estrema in molti sensi, e unica, nel territorio, nei vitigni, nella mentalità di produzione, nella voglia di migliorarsi. A 72 anni bisogna avere motivazioni interessanti e qui le ho trovate, in questa cantina ci sono tutti gli ingredienti per poter mettere in campo una collaborazione piena di entusiasmo e di prospettive».
Armin Gratl, direttore generale della cantina sociale, aggiunge: «Abbiamo scelto Riccardo Cotarella per la sua grandissima esperienza nazionale e internazionale, nonché per la sua voglia di misurarsi con un territorio a lui fino a oggi sconosciuto, convinti che il nostro enologo Hannes Munter possa trarre da questa consulenza un grande aiuto per una crescita professionale che va dalla campagna alla cantina. Ci siamo dati dei tempi medio lunghi di collaborazione con Cotarella, non si tratta di una consulenza mordi e fuggi. Abbiamo stabilito assieme a lui un programma di lavoro pluriennale che coinvolga tutte le aree della cantina perché abbiamo intenzione di trarre giovamento a 360 gradi da questa collaborazione, non solo per noi, ma anche per valorizzare tutta la produzione vinicola della valle Isarco».L’obiettivo è, naturalmente, ambizioso: «Esistono le condizioni per riuscire a fare il vino migliore della valle – afferma Cotarella –. Quanto prodotto fino a ora è già ottimo, per renderlo ancora più speciale, quindi, dobbiamo cercare minuziosamente dei margini di miglioramento, dobbiamo impegnarci tutti. Dobbiamo fare vini importanti, oltre che beverini».
L’enologo, che è consulente di oltre un centinaio di aziende in Italia e all’estero ed è anche presidente nazionale di Assoenologi e docente di Viticoltura ed enologia presso l'Università della Tuscia di Viterbo, ha iniziato il suo incarico a partire dal primo agosto 2020 e in queste settimane ha avuto modo di conoscere meglio la realtà e il suo territorio: «Questa cantina ha diversi motivi per fare vini molto personali: vigneti, esposizione, qualità intrinseca dei vitigni. Io sono assertore del fatto che il territorio sia importante laddove chi lo abita sa cosa significa valorizzarlo, ed è questo il caso, il territorio e i vitigni sono tutto: la cosa ancora più importante è l’approccio umano. Ritengo che non ci sia entità più predisposta a voler eccellere di una cantina sociale perché solitamente è mossa dalla voglia di dimostrare che non è solo un posto dove scaricare uva. Seguo circa 12 cooperative e ho trovato sempre questo spirito. Inoltre, una cantina sociale ha a disposizione una trasversalità umana e territoriale per portare a termine in viticoltura le sperimentazioni più importanti».
Gli atout di Cantina Valle Isarco – Eisacktaler Kellerei sono molti: «Abbiamo una varietà di microclimi e di vitigni molto interessante, distribuita su pendii aspri e versanti scoscesi, difficili da coltivare – spiega il direttore generale Gratl –. Terreni leggeri e poveri, pietrischi di origini glaciale e sedimenti fluviali, con basse rese intrinseche. Coltiviamo 10 vitigni a bacca bianca e 4 a bacca rossa per un totale di 950 mila di bottiglie prodotte all’anno. Molti dei nostri associati sono davvero piccoli, hanno in media poco più di un ettaro, ma dedicano cura e attenzione altissime».
La valle Isarco è una delle regioni viticole fra le più interessanti d’Europa (e la più a nord d’Italia) per la produzione di vini bianchi. «Beneficiamo della notevole escursione termica fra giorno e notte – continua Gratl – dovuta alla vicinanza delle montagne, delle scarse piogge e dell’importante quantità di ore di sole nel corso dell’anno. Condizioni atipiche per un territorio alpino da cui la viticoltura trae grande beneficio».
Ma non solo, perché qui crescono uve uniche: Kerner, Sylvaner, Müller Thurgau, Grüner Veltliner, Gewürztraminer, Riesling, che danno vita a vini freschi, sapidi, minerali, con alte e sorprendenti percentuali di alcol, in grado di sviluppare profumi inediti rispetto ai cugini di altre zone dell’Alto Adige. I vitigni a bacca rossa, la cui produzione si situa nelle zone meridionali della vallata, subito alle spalle della città di Bolzano, sono invece la Schiava, lo Zweigelt e il Pinot Nero, di cui sono ancora da esplorare tutte le reali potenzialità. «Sto analizzando in queste settimane le caratteristiche e le prospettive di ogni singolo vitigno – racconta Cotarella –. Noi enologi dobbiamo dare il massimo con qualsiasi tipologia di uva, è il nostro lavoro, ma certamente sono molto interessato al Sylvaner, che è il vitigno più storico, e ancora di più al Kerner, vitigno di grandissimo carattere, che si presta a molte interpretazioni e stili».
Insomma, Cantina Valle Isarco – Eisacktaler Kellerei si appresta a spegnere 60 candeline nel 2021 più in forma che mai, con la grinta e le ambizioni di un giovane pieno di belle speranze: «Per questo importante anniversario – conclude Gratl - presenteremo qualche novità, come i vini frutto di questa vendemmia che usciranno nel 2021 a firma di Cotarella e anche le Selezioni Aristos 2019, che sono state supervisionate da lui. Per i nostri sessant’anni lanceremo anche un’immagine completamente rinnovata, un nuovo logo e nuove etichette».
Nella foto. Al centro Riccardo Cotarella, a sinistra l'enologo Hannes Munter e a destra Armin Gratl di Cantina Valle Isarco