Home
AUTUNNO NELLE MARCHE: UN ITINERARIO PER SCOPRIRE LE TERRE DEL TARTUFO
Con l’autunno si apre finalmente la stagione del tartufo, il prelibato cibo degli dei, e la Regione Marche occupa, in questo senso, una posizione senza dubbio di primo piano. Ad Amandola, in provincia di Fermo, e soprattutto nella provincia di Pesaro Urbino, tra Acqualagna e Sant’Angelo in Vado, Pergola e Apecchio, i “diamanti della tavola” esistono da sempre, e ottobre e novembre sono davvero i mesi giusti per assaporarli, anche grazie alle diverse Fiere del tartufo, organizzate proprio in questo periodo, che rappresentano i ritrovi dedicati tra i più famosi al mondo. Si tratta di una zona ricchissima di storia, cultura e di magnifica natura, che si intreccia con le origini di questo amatissimo alimento tanto apprezzato in tutto il mondo. Non è dunque tempo di rimpiangere lidi e spiagge, ma di prepararsi a scoprire una delle zone più belle e “gustose” della Regione Marche.
Tartufi di Acqualagna - Ph. Roberto Mezzano
Acqualagna è sede di raccolta dei 2/3 dell’intera produzione nazionale del prezioso fungo, ed è addirittura una legge nazionale a stabilire che i migliori tartufi bianchi d’Italia si trovino qui e ad Alba. Non è dunque un caso se, ogni anno, si svolge la Fiera Nazionale del Tartufo Bianco di Acqualagna, il più importante appuntamento del centro Italia dedicato al tartufo bianco pregiato, per il 2020 in programma il 25 e 31 ottobre e l’1,7,8,14 e 15 novembre. Conosciuto fin dai tempi dei Greci e dei Romani, che gli attribuivano un’origine sacra e divina, la storia del tartufo è davvero interessante, ed il Museo del Tartufo, che si trova proprio nella cittadina, vale una visita per scoprirla. Così amato e celebrato in ogni dove, il tartufo di Acqualagna è anche protagonista di molti aneddoti divertenti che coinvolgono personaggi importanti della nostra storia. Per Gioacchino Rossini, per esempio, fu la causa scatenante di una vera e propria guerra, la cosiddetta Guerra dei Maccheroni con Alexandre Dumas padre che, invitato a cena dal compositore per gustare la vera ricetta di maccheroni alla napoletana, si ritrovò davanti un piatto a base di tartufo, i Maccheroni alla Rossini, per l’appunto. Ingannato, si rifiutò di assaggiarlo, scatenando il disappunto di Rossini. Passeggiando tra le vie di Acqualagna, non si potrà rinunciare dunque a una tappa gastronomica per gustare questa favolosa pietanza. Per tutti gli appassionati di cucina, poi, ecco la ricetta originale del compositore, scritta addì 26 dicembre 1866:
Maccheroni alla Rossini - Ph. Antonietta Vitali
Per essere sicuri di poter fare dei buoni maccheroni, occorre innanzi tutto avere dei tegami adeguati. I piatti di cui io mi servo vengono da Napoli e si vendono sotto il nome di terre del Vesuvio. La preparazione dei maccheroni si divide in quattro parti.
La cottura della pasta. La cottura è una delle operazioni più importanti e occorre riservarle la più grande cura. Si comincia col versare la pasta in un brodo in piena ebollizione precedentemente preparato; il brodo deve essere stato passato a filtrato; si fa allora cuocere la pasta su un fuoco basso dopo avervi aggiunto alcuni centilitri di panna e un pizzico di arancia amara. Quando i maccheroni hanno preso un colore trasparente per il grado di cottura, vengono tolti immediatamente dal fuoco e scolati sino a quando non contengano più acqua; li si tiene da parte prima di essere sistemati a strati.
La preparazione della salsa. Sempre in un tegame di terracotta, ecco come va eseguita.
Per 200 g di maccheroni si metteranno: 50 g di burro; 50 g di parmigiano grattugiato; 5 dl di brodo; 10 g di funghi secchi; 2 tartufi tritati; 100 g di prosciutto magro tritato; 1 pizzico di quattro spezie; 1 mazzetto di odori; 1 pomodoro; 1dl di panna; 2 bicchieri di champagne. Lasciar cuocere a fuoco basso per un’ora circa; passare al colino cinese e serbare a bagnomaria.
La preparazione a strati. È a questo punto che si rende necessario il tegame in terra del Vesuvio. Dopo aver leggermente ingrassato con burro chiarificato e raffreddato il tegame, vi si versa uno strato di salsa, poi uno di maccheroni, che va ricoperto da uno strato di parmigiano e di gruviera grattugiati e di burro; poi un altro strato di maccheroni che si ricopre nello stesso modo; il tutto bagnato dalla salsa; poi all’ultimo strato si aggiunge un po’ di pangrattato e di burro e si mette il tegame da parte per la gratinatura.
La gratinatura. Il difficile è far dorare il piatto per il momento in cui dovrà essere mangiato
Abbazia di San Vincenzo al Furlo
Gola del Furlo, Ph. Nicola Pezzotta
Acqualagna non è solo la rinomata patria del tartufo, ma fa anche parte della Riserva Naturale Statale Gola del Furlo, un territorio di grande bellezza naturalistica, archeologica e geologica. Situata lungo l'antica via Flaminia, nel punto dove il Burano confluisce nel Candigliano, Acqualagna si trova a sud-ovest della Gola del Furlo – il meraviglioso canyon creato dall’incessante scorrere dell’acqua del fiume Candigliano, zona tutta da scoprire a piedi grazie ai numerosi percorsi e trekking che la attraversano, come la camminata che si sviluppa proprio lungo il corso d’acqua, un meraviglioso specchio limpido e verde. Oltre alle bellezze naturalistiche, tra i siti storici da non perdere c’è la Chiesa di San Vincenzo al Furlo, ciò che rimane di un'antica Abbazia dell'VIII secolo in cui abitarono San Romualdo (1011) e San Pier Damiani (1042). Sulle pareti della Chiesa sono ancor oggi visibili affreschi della scuola marchigiana; inoltre, la posizione adiacente ad uno dei più suggestivi passi appenninici fa dell'abbazia una meta davvero suggestiva anche per il magnifico paesaggio che la circonda.
Sant'Angelo in Vado, Ph. Massimo Sanchini
Sant'Angelo In Vado, Domus del Mito
Anche Sant'Angelo in Vado, incantevole borgo medievale situato lungo l'alta valle del fiume Metauro, “celebra” ogni anno il tartufo con la Mostra Nazionale del Tartufo Bianco Pregiato delle Marche di Sant’Angelo in Vado, quest’anno alla sua 57° edizione in programma per il 10,11,17,18,24,25,31 Ottobre e l’1 Novembre. Tra una degustazione di tartufo e l’altra, si potrà camminare tra le viottole dell’antico borgo sorto sulle rovine della romana Tiphernum Mataurense, antico municipio distrutto durante la guerra gotica. Il centro storico vale senz’altro una visita: ricco di bei monumenti di varie epoche, dal trecentesco Palazzo della Ragione sovrastato dalla coeva Torre Civica ('el Campanon') alla settecentesca Cattedrale, dagli antichi palazzi Santinelli, Grifoni, Clavari e Mercuri al secentesco Palazzo Fagnani, da non perdere è la Domus del mito, il più importante ritrovamento archeologico venuto alla luce negli ultimi 50 anni. Eretta verso la fine del I° secolo d.C., è ampia circa 1.000 metri quadrati e impreziosita da un ricco complesso di mosaici; inoltre, proprio nella stanza più grande della Domus, nei mosaici è raffigurato il ritratto di una figura maschile che reca in mano il tartufo: ecco spiegato perché Sant’Angelo in Vado è detta “La Terra benedetta dagli Dei”. Per chi desiderasse poi aggiungere una tappa a tavola qui a San’Angelo in Vado, il consiglio è di assaggiare un famoso piatto della tradizione marchigiana, condito con tartufo, ovviamente: i Passatelli. Qui sotto la ricetta per tutti coloro che desiderassero sperimentarla anche a casa:
Passatelli al tartufo, Ph. Francesca Celi
Ingredienti: 75 g di parmigiano grattugiato; 55 g di pan grattato; 2 uova; 20 g di farina; noce moscata e limone a piacere. Per la fonduta: 100 ml di panna fresca; 10 g di pecorino.
Procedimento: versare in una ciotola pan grattato e parmigiano, uova, farina e noce moscata e limone a piacere. Amalgamare l’impasto e tenere in frigo per almeno un’ora. Nel frattempo, preparare la fonduta versando in un pentolino la panna fresca e il pecorino, mescolando senza mai portare a ebollizione. Nel frattempo, preparare un brodo di carne a base di vitello, gallina e verdure. Trascorsa un’ora, prendere uno schiacciapatate e versare l’impasto dei passatelli direttamente nel brodo in ebollizione. In una padella aggiungere la fonduta e tartufo a piacere; non appena vengono a galla, scolare direttamente i passatelli nella padella dove si è aggiunto il sugo e amalgamare velocemente.
Città di Pergola
Bronzi Dorati di Pergola
Rimanendo nella provincia di Pesaro Urbino, anche Pergola, posta lungo l'alta valle del fiume Cesano su un ampio terrazzo alla confluenza con il Cinisco, è assai rinomata per i suoi tartufi. Nonostante quest’anno non ci sarà il festival dedicato al tartufo bianco pregiato, una tappa in questo borgo, considerato uno tra i più belli d’Italia, è quasi d’obbligo. Le occasioni per assaggiare e acquistare il tartufo non mancheranno di certo, e inoltre si potrà visitare questa meravigliosa cittadina, conosciuta come la città dalle cento chiese, tutte ricche di preziose opere d’arte che testimoniano l’importante ruolo economico, politico e religioso svolto nel corso dei secoli. A Pergola sono poi custoditi presso il Museo dei Bronzi Dorati i famosi Bronzi Dorati da Cartoceto, l’unico gruppo bronzeo-dorato esistente giunto a noi dall’Età romana. Si tratta di un gruppo scultoreo che non ha eguali al mondo, e che vale davvero la pena osservare almeno una volta nella vita.
Panoramica di Amandola con veduta della Chiesa del Beato Antonio
L’ultima tappa di questo itinerario all’insegna del tartufo è Amandola, in provincia di Fermo. Immersa in un contesto naturale mozzafiato, tra le rive del fiume Tenna e i boschi, nel cuore del Parco dei Monti Sibillini, Amandola rappresenta uno dei più importanti centri storico-culturali dei Monti Sibillini. Dopo una passeggiata tra i vicoli antichi, tra Piazza Risorgimento, cuore del centro storico, e il santuario del Beato Antonio, da non perdere è Piazza Umberto I (anche detta Piazza Alta) che ospita un bellissimo belvedere a 360° con vista sul Parco Nazionale. Qui si potranno anche visitare il quattrocentesco Torrione del Podestà e il Teatro storico La Fenice, al cui interno sono conservati addobbi con medaglioni e putti in stile neoclassico. Non dimentichiamo infine il tartufo: il prodotto principe di questa zona è proprio il Tuber Magnatum, ovvero il Tartufo Bianco Pregiato dei Sibillini.
Con il tartufo non può mancare l’abbinamento con un buon vino: la provincia di Pesaro Urbino ad esempio è anche la terra del Pergola Doc, nelle sue tre tipologie di Rosso, Novello e Passito, dal sapore pieno e ben equilibrato, nonché del Colli Pesaresi nella sua variante dominante del rosso Sangiovese, dal colore rubino, più o meno intenso, e dal sapore asciutto e armonico. Ottimi accompagnamenti per gustare al meglio il favoloso cibo degli dei.,
Maria Chiara Salvanelli
SCUOLA GOURMET - OTTOBRE 2020
LUNEDI 5 OTTOBRE ore 20 LA CUCINA SPAGNOLA
IMMERGIAMOCI NELLA CUCINA SPAGNOLA….
TORTILLA DI PAPAS
PAELLA CLASSICA DI CARNE E PESCE
CREMA CATALANA
LEZIONE SINGOLA 35 EURO
LUNEDI 12 OTTOBRE ore 20 PIOVONO POLPETTE
VELOCI, SFIZIOSE, GUSTOSE
MERLUZZO E PATATE
VERDURINE, LENTICCHIE E CURCUMA
SALSICCIA E PROVOLONE
VITELLA, SOIA E SEMI OLEOSI
LEZIONE SINGOLA 35EURO
MERCOLEDI 21 OTTOBRE ore 20 LA CUCINA LIGURE
IM COLLABORAZIONE CON L’OSTERIA DEL DIAVOLO DI ASTI…..
POLPO E CALAMARETTI ROSTICCIATI CON CREMA DI PANISSA ALLO ZAFFERANO
MESCIUA, ZUPPA SPEZZINA DI LEGUMI E FARRO
IL BRANDACUJUN DI BACCALA’
LEZIONE SINGOLA 35E URO
MARTEDI 27 OTTOBRE ore 20 CUCINA AUTUNNALE
ZUPPETTA DI CECI, ROSMARINO E BACCALA’
RISOTTO CREMOSO ALLA ROBIOLA DI ROCCAVERANO E FEGATINI GLASSATI AL BARBERA
STUFATO DI GUANCIA DI VITELLA, VINO ROSSO, CREMA DI PATATE
LEZIONE SINGOLA 35 EURO
SCUOLA GOURMET VIA RANCO 16 (angolo via Garetti)
LE LEZIONI E I CORSI SONO A “NUMERO CHIUSO”
PER PARTECIPARE E’ NECESSARIO ISCRIVERSI TRAMITE EMAIL
O CHIAMANDO IL NUMERO 0141 218789
www.scuolagourmet.com Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
RAMIA FIANO DI AVELLINO DOCG 2019 - PETRA MARZIA ROSSO 2017
Virgilio Pronzati
Petra Marzia - Via Nazionale snc. 83020 Marzano di Nola (AV). Tel. 3475889694
Mail Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. - www.petramarzia.it
Ramia Fiano di Avellino Docg 2019
Categoria: Bianco secco. Vitigno: Fiano. Bottiglia: 75 cl. Alcol: 13%. Lotto:. 110720. Fascetta Docg: ABPP01420598. Bottiglie prodotte: 5.000. Prezzo medio in enoteca € 14,60. Conservazione: in cantina, in posizione coricata sui ripiani adibiti ai vini bianchi, a una temperatura tra i 12 e i 14°C. Tempo di consumo: ancora 2-3 anni. Servizio: mescere a 12°C in calici con stelo alto. Abbinamento: Linguine con frutti di mare, moscardini alla piastra, orata al sale, baccalà impanato e fritto
Esame organolettico
Limpidezza: limpido. Colore: paglierino con riflessi dorati. Profumo; intenso, persistente, fine, ampio con sentori floreali e fruttati di fiori d’acacia, bergamotto e arancia amara, nespola e nocciola verde. Sapore: secco, molto sapido, un pò minerale, caldo, pieno e persistente, con sensibile fondo amarognolo. Retrogusto: vena sapida e minerale, e note floreali e fruttate.
Considerazioni: Buono. Ottenuto da scelte uve Fiano da vigneti dell’età media di 23 anni con rese di 70 ql per ettaro, pressate sofficemente, il cui mosto ha fermentato a 18-20°c, in tini d’acciaio inox. Dopo la fermentazione malolattica il vino matura per alcuni mesi in botti di acciaio inox. Segue un affinamento di 2 mesi in bottiglia. Evoluzione: Giovane ma già equilibrato ed invitante. Da bere entro 3-4 anni.
Punteggio: 54/60
ASPETTO: Limpidezza 4. Colore 5. PROFUMO: Intensità 5. Persistenza 5. Finezza 4. Armonia 4. SAPORE: Persistenza 5. Pienezza 4. Sapidità 5. Acidità/morbidezza 5 Armonia 4. GRADIMENTO: 4.
Petra Marzia Rosso 2017
Categoria: Rosso secco. Vitigni: Casavecchia di Pontelatone 70%, Aglianico 20% e Merlot 10%. Bottiglia: 75 cl. Alcol: 13,5%. Lotto: 30112018. Bottiglie prodotte: 10.000. Prezzo medio in enoteca: € 12,80. Conservazione: in cantina, in posizione coricata sui ripiani adibiti ai vini rossi di medio-lungo affinamento, a una temperatura tra i 12 e i 14°C. Tempo di consumo: ancora 5-6 anni. Servizio: mescere a 18°C in ampi calici panciuti con stelo medio. Abbinamento: Pappardelle con ragù di coniglio ruspante, trippe in umido, fagiano arrosto, caciocavallo stagionato 3-4 mesi
Esame organolettico
Limpidezza: limpido. Colore: rubino carico con orlo violaceo. Profumo; intenso, persistente, fine, composito, con netti sentori di iris un pò appassito, gelatina di more di rovo, sottobosco, ginepro e, lieve, di scorzette d’arancia amara candite e balsamico. Sapore: secco, sapido, giustamente tannico, caldo, pieno ma snello, già di buon equilibrio. Retrogusto: vena sapida e tannica, e note floreali, fruttate e speziate.
Considerazioni: Buono. Ottenuto da scelte uve Casavecchia di Pontelatone, Aglianico e Merlot da vigneti collinari di 2 ettari, dell’ età media di 23 anni con resa di 80 quintali per ettaro, diraspate e fatte fermentare con macerazione in botti d’acciaio a temperatura controllata. Dopo la svinatura e la fermentazione malolattica, il vino è maturato per 2 anni in barriques di rovere, seguito da un affinamento di sei mesi in bottiglia. Evoluzione: giovane ma già di buona armonia.
Punteggio: 54/60
ASPETTO: Limpidezza 4. Colore 5. PROFUMO: Intensità 5. Persistenza 5. Finezza 4. Armonia 4. SAPORE: Persistenza 5. Pienezza 5. Sapidità 5 Acidità/morbidezza 4 Armonia 4. GRADIMENTO: 4.
UMANI RONCHI CON SIP TRIP SBARCA SU SOMM TV, IL NETWORK AMERICANO DEDICATO AI WINE LOVERS
L’azienda vitivinicola marchigiana scelta da Jeff Porter, famoso sommelier texano, per il suo programma sul vino italiano. La trasmissione, visibile in tutto il mondo, debutta domani, giovedì 1°ottobre. Michele Bernetti: “Abbiamo raccontato la nostra produzione ma anche il territorio. Una bella occasione per valorizzare la regione all’estero”
L’azienda vitivinicola Umani Ronchi alla conquista del pubblico americano. La storica cantina con sede ad Osimo (Ancona), eccellenza nel panorama enologico nazionale ed internazionale, è stata scelta da Jeff Porter, tra i più influenti sommelier statunitensi, per il suo programma Sir Trip, letteralmente viaggio a sorsi. Un informale tour on the road che racconta l’Italia agli Usa attraverso i suoi migliori produttori di vino e i suoi territori.
La serie, composta da 14 episodi, debutterà domani, giovedì 1°ottobre, su Somm Tv, il canale americano in streaming che esplora il mondo del vino, della birra e degli spirits con documentari, serie tv e masterclass.
In lingua originale con sottotitoli in italiano, spagnolo e portoghese per soddisfare l'audience globale del network, la puntata sull’incontro tra Jeff Porter e Michele Bernetti, titolare di Umani Ronchi, rappresenta anche un prezioso veicolo di promozione turistica del territorio.
“Abbiamo parlato di vitigni – racconta Bernetti – in particolare del nostro Verdicchio Vecchie Vigne, delle sue potenzialità produttive e del suo stretto legame con il territorio, ma anche delle Marche, una regione al plurale, sospesa tra le colline e il mare, tra le città d’arte e i piccoli borghi medioevali, ricca di sapori e prodotti tipici che raccontano la storia di una grande e variegata tradizione gastronomica. La valorizzazione del territorio passa anche attraverso la valorizzazione dell’eccellenze vitivinicole e da imprenditore, ma soprattutto da marchigiano, sono orgoglioso di aver dato il mio piccolo contributo per aumentare la visibilità che la nostra regione merita”.
Insieme a un gruppo di amici sommelier e esperti enologi, Jeff Porter ha incontrato oltre 40 produttori italiani, con l’obiettivo di offrire agli americani che amano il Bel Paese e il suo vino l’opportunità di vivere da casa le esperienze e le sensazioni dei protagonisti.
La serie non sarà visibile solo negli Stati Uniti: Somm Tv è infatti disponibile in tutto il mondo per tutti i dispositivi e Smart Tv, tramite la app dedicata e il sito web. Il podcast è presente nelle principali piattaforme, inclusi iTunes e Spotify.
Letizia Larici
VIVERE DI GUSTO: IL MODO DI ESSERE DI RUFFINO
Una campagna di comunicazione all’insegna del buono e della convivialità: tra nuovi spazi digitali e esperienze immersive. Dopo oltre 140 anni dalla sua fondazione, Ruffino continua a esprimere la storia e l’identità italiana in ogni bottiglia di vino prodotta. E oggi tutto ciò che la storica casa vitivinicola rappresenta e vuole comunicare trova spazio e si realizza nella filosofia “Vivere di Gusto”.
L’espressione “Vivere di Gusto” incarna l’attitudine tutta italiana di saper afferrare la vita nella sua pienezza, rifuggendo l’ostentazione e prediligendo l’elegante semplicità, il buon cibo, la forza di un sorriso, il piacere dello stare insieme informale e “pop”. Lo stesso “Vivere di Gusto” che Ruffino, attorno a un buon bicchiere di vino, ha sempre contribuito a ricreare: si pensi al fiasco di Chianti, simbolo della Dolce Vita, o la storia di Riserva Ducale, icona di convivialità italiana nelle tavole di tutto mondo, o il Rosatello, innovativa espressione di briosa gioia di vivere, esattamente come il più recente Prosecco. Vini inclusivi, non esclusivi.
“Vivere di Gusto” beneficerà di una ambiziosa campagna televisiva di lancio. A metà degli anni ’70, per l’ultima volta, il marchio Ruffino veniva promosso in televisione: si alzavano gli ultimi sipari di Carosello e, nelle tv degli italiani andava in onda lo spot “Un modo di fare cultura”. Nel 2020, quasi 50
anni dopo, Ruffino tornerà a fare comunicazione in televisione sulle reti Mediaset, dal 27 settembre al 10 ottobre. Il messaggio verrà declinato anche in due importanti spazi digitali: è appena stato lanciato un “brand-journal”, www.viveredigusto.it, che svilupperà con grazia informativa il concetto di vivere di gusto italiano, ed è stato rinnovato il sito www.ruffino.it, immagine della multiforme realtà Ruffino che conta 6 tenute in Toscana, 2 in Veneto e una offerta di vini capace di compiacere ogni palato. È in quest’ottica di relazione diretta e immediata col consumatore finale che il nuovo sito vede anche la presenza di un e-commerce integrato e un collegamento con il servizio di home delivery di Winelivery: una duplice possibilità di scelta,
al fine di soddisfare tutte le esigenze, dove poter acquistare in modo pratico e veloce la gamma completa dei prodotti Ruffino. Infine, anche la strategia social su Instagram e Facebook sarà funzionale a dare vita al concetto di “Vivere di GustoE “Vivere di Gusto” brillerà ancora più chiaro presso l’agriturismo Poggio Casciano di Tenute Ruffino, nel Chianti Fiorentino. Qui, la possibilità di immergersi in Ruffino e nel “Vivere di Gusto” trova la sua più compiuta consacrazione nella deliziosa Locanda Le Tre Rane, nell’Agriresort ricavato nella villa rinascimentale, nella Bottega del Vino, circondati da uno scenario di suggestiva bellezza.
“E’ un momento particolare quello che stiamo vivendo”, spiega Sandro Sartor, AD Ruffino, “La nostra campagna di comunicazione transmediale richiama a un modello di vita inclusivo, conviviale
, capace di unire sotto il segno del bello e del buono, di cui il vino, e il vino Ruffino in particolare, si è sempre fatto storico portatore. ‘Vivere di Gusto’ è un augurio, un auspicio, ma anche una orgogliosa sottolineatura di un’attitudine, di una capacità tutta italiana, che in periodi come questi giova ricordare”.
Dopo oltre 140 anni dalla sua fondazione, Ruffino continua a esprimere la storia e l’identità italiana in ogni bottiglia di vino prodotta. E oggi tutto ciò che la storica casa vitivinicola rappresenta e vuole comunicare trova spazio e si realizza nella filosofia “Vivere di Gusto”. L’espressione “Vivere di Gusto” incarna l’attitudine tutta italiana di saper afferrare la vita nella sua pienezza, rifuggendo l’ostentazione e prediligendo l’elegante semplicità, il buon cibo, la forza di un sorriso, il piacere dello stare insieme informale e “pop”. Lo stesso “Vivere di Gusto” che Ruffino, attorno a un buon bicchiere di vino, ha sempre contribuito a ricreare: si pensi al fiasco di Chianti, simbolo della Dolce Vita, o la storia di Riserva Ducale, icona di convivialità italiana nelle tavole di tutto mondo, o il Rosatello, innovativa espressione di briosa gioia di vivere, esattamente come il più recente Prosecco. Vini inclusivi, non esclusivi.
“Vivere di Gusto” beneficerà di una ambiziosa campagna televisiva di lancio. A metà degli anni ’70, per l’ultima volta, il marchio Ruffino veniva promosso in televisione: si alzavano gli ultimi sipari di Carosello e, nelle tv degli italiani andava in onda lo spot “Un modo di fare cultura”. Nel 2020, quasi 50 anni dopo, Ruffino tornerà a fare comunicazione in televisione sulle reti Mediaset, dal 27 settembre al 10 ottobre. Il messaggio verrà declinato anche in due importanti spazi digitali: è appena stato lanciato un “brand-journal”, www.viveredigusto.it, che svilupperà con grazia informativa il concetto di vivere di gusto italiano, ed è stato rinnovato il sito www.ruffino.it, immagine della multiforme realtà Ruffino che conta 6 tenute in Toscana, 2 in Veneto e una offerta di vini capace di compiacere ogni palato. È in quest’ottica di relazione diretta e immediata col consumatore finale che il nuovo sito vede anche la presenza di un e-commerce integrato e un collegamento con il servizio di home delivery di Winelivery: una duplice possibilità di scelta, al fine di soddisfare tutte le esigenze, dove poter acquistare in modo pratico e veloce la gamma completa dei prodotti Ruffino. Infine, anche la strategia social su Instagram e Facebook sarà funzionale a dare vita al concetto di “Vivere di Gusto”.
Ruffino, fondata nel 1877 a Pontassieve, vicino Firenze, è sinonimo di storia del vino in Toscana. Grandi classici toscani, vini come Chianti Classico Riserva Ducale e Riserva Ducale Oro, Chianti Ruffino e Brunello di Montalcino Greppone Mazzi, sono da sempre il cuore della produzione Ruffino. In parallelo, la voglia di confrontarsi sempre con nuove sfide ha portato Ruffino alla creazione di imponenti Supertuscan, fra cui il pluripremiato Modus, e all’acquisizione nel 2018 di due tenute in Veneto per la produzione di Prosecco. A fine 2011, Ruffino è stata acquisita da Constellation Brands, la più importante azienda vinicola americana, e una elettrizzante nuova pagina dell’affascinante storia di Ruffino è pronta per essere scritta. Ruffino oggi è una realtà profondamente radicata nel suo storico territorio, la Toscana, e al contempo aperta alle complesse sfide del mercato globale: presenti in quasi 90 paesi, i vini Ruffino costituiscono un segno forte di italianità e buon gusto.